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A Trento “Nel segno del Cavallino rampante”

Si è aperta il 20 ottobre per chiudersi il 12 aprile 2015, al Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento, la mostra “Nel segno del Cavallino rampante”, dedicata a Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare nella Grande guerra. In mostra, cimeli, velivoli, auto, ma anche immagini e filmati originali che si rifanno al più grande asso dell’aviazione italiana e raccontano un significativo pezzo di storia d’Italia, così come l’evoluzione dei grandi marchi industriali nazionali dell’epoca – Ansaldo, Fiat, Ducati, Caproni – che hanno operato a cavallo dei settori delle costruzioni meccaniche, automobilistiche, motociclistiche e aeronautiche.

Tra i gioielli esposti anche l’Ansaldo 4 CS Torpedo del 1919 con cui Ettore Mayr, rappresentate trentino dell’Ansaldo, corse il chilometro lanciato a 119 km/h, 9 in più da quelli promessi dalla Casa, e vinse la Trento-Bondone del 1924 (la vettura appartiene al Museo Nicolis di Villafranca di Verona). Quanto alle vicende che legarono il nome di Francesco Baracca e dell’Aeronautica Militare Italiana alla Ferrari, la storia – almeno agli appassionati – è nota: il prezioso emblema del Cavallino rampante che Baracca adottò per i suoi aerei si racconta fosse stato donato, alla morte dell’aviatore, da sua madre, la contessa Paolina Biancoli, a un giovanissimo Enzo Ferrari (all’epoca al volante di un’Alfa Romeo) con le parole “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”. Il cavallino originale era ed è rimasto nero, ma il Commendatore vi aggiunse il fondo giallo canarino, che è il colore di Modena.

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Tags: Enzo Ferrari
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