AAA Stirling Moss vendesi - Ruoteclassiche
Cerca
Eventi
03/11/2020 | di Paolo Sormani
AAA Stirling Moss vendesi
La Silverstone Auctions annuncia per il 14 novembre la speciale asta dedicata al leggendario Stirling Moss.
03/11/2020 | di Paolo Sormani

La casa d’aste inglese Silverstone Auctions capitalizza la scomparsa di sir Stirling Moss avvenuta lo scorso 12 aprile mettendo all’asta 50 lotti senza prezzo di riserva. Fra la memorabilia, due caschi e tute originali autografati, i cronografi e foto e stampe autografati.

Chi muore giace, chi vive si dà pace. E già che c’è, organizza una vendita all’asta di memorabilia legata a sir Stirling Moss, il campione inglese impietosamente definito “re senza trono”, scomparso lo scorso 12 aprile a 90 anni. Il 13 e 14 novembre Silverstone Auctions ha organizzato una “Sir Stirling Moss OBE Collection” di 50 lotti, all’asta senza prezzo di riserva. Si tratta di una collezione di oggetti personali appartenuti a Moss, fra i quali due caschi originali, una coppia di tute autografate e un paio di orologi. Gli altri lotti riguardano altri cronografi, automobilia, un paio di volanti, foto autografate e oggetti da collezione in edizione limitata con l’autografo di Moss, che non mancheranno di interessare gli estimatori.

I caschi d’epoca. Sono un paio e il più interessante è il “caschetto” aperto di marca Patey che Moss indossò saltuariamente per ben 49 anni! Pochi sanno che il campione utilizzò soltanto quattro caschi in tutta la sua carriera da professionista. Due erano marca Herbert Johnson, gli altri furono realizzati appositamente dalla Patey Helmets. L’esemplare posto in vendita risale al 1958 e fu indossato da Moss fino al 2007, durante le sue apparizioni al Goodwood Festival of Speed (l’ultima nel 2007) e a Monaco 2001. Il caschetto mostra i segni dell’età e dell’usura, specie nell’imbottitura, ma fu autografato dallo stesso pilota nell’atto di regalarlo all’attuale proprietario. Gli altri tre sono stati ceduti diversi anni fa. L’altro casco in vendita è un integrale Griffin degli anni Sessanta. Sulla vetroresina bianca, l’autografo di Stirling Moss è parte di una rimarchevole collezione che comprende John Surtees, Tony Brooks, Danny Sullivan, Jackie Ickx, Al Unser, Nelson Piquet, Derek Bell e Phil Hill. Il casco è venduto con certificato di autenticità.

Le tute autografate. A partire dalle prime Dunlop dei tardi anni Cinquanta, Stirling Moss amava disegnarsi da sé le tute da corsa nel suo colore preferito, l’azzurro. Le faceva confezionare da una sartoria di Bangkok dove, diceva, lavoravano bene e a poco prezzo. Uno dei lotti più ambìti è una di queste, indossata negli anni Settanta. Reca l’autografo e la pezza ricamata BRDC sul petto. Interessante anche l’ultima tuta indossata dal campione a inglese quando guidò la sua Porsche restaurata a Le Mans nel 2011. Fu anche l’occasione in cui annunciò il definitivo ritiro dalle competizioni a Radio le Mans, dopo qualcosa come 60 anni trascorsi velocemente.

I volanti. Si sa, poche cose danno emozione del toccare il volante che ha fatto diventare le nocche bianche a un campione. Uno dei lotti è quello utilizzato da Moss nella carriera professionistica, autografato e recante la sua frase marchio di fabbrica “movement is tranquility”. Invece il Moto Lita a tre razze fu stretto dalle sue mani nel 2001 a Donington. Era stato invitato a pilotare la Lightweight E-Type (unica volta in assoluto), in occasione della corsa del 50° anniversario. Finì settimo pilotando l’auto numero sette.

Gli orologi da polso e da taschino. Qui le cose si fanno piuttosto serie. Tornando a quella giornata di Le Mans 2011 in cui uscì dalla Porsche dicendo “in passato ho avuto paura, ma non mi sono mai spaventato come oggi… è ora di fermarsi”, fra i lotti troviamo anche l’orologio indossato da Stirling Moss in occasione del suo ritiro. Si tratta del numero sette dei 160 commercializzati in occasione del suo 80° compleanno, festeggiato al Goodwood Festival of Speed il 19 settembre 2009. Di questi, 80 hanno il quadrante bianco, i rimanenti nero. Ogni segnatempo reca la firma di Moss e un’incisione sulla cassa con la data di nascita. Il movimento automatico è Swiss Valjoux ETA 7750. Il cronografo reca la finestra del calendario ed è impermeabile fino a 5 atmosfere. La cassa è in zaffiro italiano e, in trasparenza, oltre al movimento rivela un minuscolo frammento delll’ultima tuta da corsa indossata da Stirling Moss! In vendita nell’asta Silverstone anche il numero 1 di 80 con quadrante nero, mai indossato, con cinturino marrone scuro. Interessante anche il cronografo Moss 722, che celebra la celebre vittoria alla Mille Miglia del 1955 in coppia con Jenkinson. L’esemplare numero uno di 272 è autografato e completo della scatola originale. Il movimento è lo stesso Swiss Valjoux ETA 7750 con calendario e oblò sulla cassa in zaffiro italiano. Di una certa rilevanza storica anche l’orologio d’oro da taschino di fabbricazione britannica “Watchmakers to the Admiralty”, regalato al padre di Stirling Moss, Alfred, dalla moglie Eileen in occasione del 25° anniversario di nozze. Questo orologio fu utilizzato dalla signora Eileen per cronometrare le prime prove su pista del figlio e sulla cassa reca l’incisione "Eileen to Alfred with all my love and thoughts of twenty-five happy years.March 27th 1953".

Le fotografie e le stampe a tiratura limitata. Fra i lotti della “Sir Stirling Moss OBE Collection”, degni di nota sono la stampa numero 132 di 500 che celebra la Mille Miglia del 1955. È opera dell’artista Alan Stammers e autografata sia dal pilota, sia dal giornalista che rese possibile il tempo record di 10 ore, 7 secondi e 48 centesimi grazie alla sua navigazione. Molto bella la fotografia stampata in esemplare unico da Geoff Goddard, di 36 x 24 cm. Fu autografata dalla penna d’argento di Moss nella sua casa di Mayfair.

COMMENTI
In edicola
Segui la passione
Aprile 2024
Protagonista della copertina di aprile è l'ultima De Tomaso Pantera costruita. Regina è la Mercedes 500/540 K, poi vi presentiamo l'unica Porsche 917 stradale allestita dalla Casa, la più sportiva delle Alfa Romeo 155, la Turbo Q4 e il Test a test fra Mitsubishi 3000 GT e Toyota Supra
Scopri di più >