Cresce lo scontro tra Aci e Asi. Ruoteclassiche ribadisce la sua posizione di equidistanza: l’obiettivo unico da perseguire è favorire a ogni costo il collezionismo storico e gli appassionati, creando regole chiare e condivise a salvaguardia del patrimonio delle due e delle quattro ruote.
La polemica tra Asi e Aci monta sempre più. Le posizioni dei massimi rappresentanti dei due enti appaiono sempre più distanti, come già dimostra l’articolo-intervista a entrambi che Ruoteclassiche pubblica sul numero di dicembre in edicola in questi giorni. L’intervento del presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, durante la 74a Conferenza del Traffico e della Circolazione, alla presenza del premier Giuseppe Conte, ha scatenato la reazione del presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Alberto Scuro. Due sono i punti principali della tesi sostenuta dall’Aci: il rilascio del Certificato di Rilevanza Storica non può essere affidato a un’associazione privata (il riferimento è ovviamente all’Asi) e tutti gli attori del motorismo storico, tranne l’Asi (e la Fmi per quanto riguarda le due ruote) sono d’accordo a introdurre una Lista di Salvaguardia per identificare i veicoli da 20 a 29 anni meritevoli di essere considerati storici (senza dimenticare che dopo 30 anni tutti i veicoli diventano storici).
La replica di Scuro. Il presidente dell’Asi ha risposto a stretto giro attraverso un comunicato stampa in cui sostiene, giustamente, che l’ente certifica sulla base dell’articolo 60 del Codice della Strada e del Decreto Ministeriale del 17 dicembre 2009, quindi applicando norme dello Stato. Per il secondo punto, Alberto Scuro dichiara che “con tale lista lo Stato aiuterebbe chi possiede veicoli costosi ed esclusivi e non chi vuole conservare, osservando le specifiche normative previste, veicoli più diffusi e di minor valore, ma che hanno comunque segnato la storia del nostro Paese e delle nostre famiglie. Quattro dei cinque enti certificatori nazionali sono contrari a stilare la lista proposta da Aci”.
La Lista non è dell’Aci. Ruoteclassiche ritiene opportuno fare alcune precisazioni: la Lista di Salvaguardia è nata da una proposta di Ruoteclassiche formulata in occasione dell’Heritage Day che si è tenuto presso la nostra sede nel giugno del 2018, cui hanno partecipato tutti i principali attori del motorismo storico (Aci, Asi, FCA Heritage, Fmi, AAVS, RIAR, RFI, Lancia Club e Ruoteclassiche), secondo il principio ispiratore degli Heritage Day che è quello di raccogliere tutte le istanze del comparto per favorire il movimento degli appassionati e dei collezionisti e di trovare un percorso condiviso tra tutti gli attori da sostenere nei confronti delle Istituzioni nazionali e locali. La Lista di Salvaguardia è stata una delle proposte inserite nel Protocollo di Intesa sottoposto alla firma dei componenti degli Heritage Day, assieme ad altri importanti suggerimenti su tematiche di stretta attualità (circolazione nei centri urbani, periodicità delle revisioni, esenzione totale dal bollo, riduzione dell’Ipt sui passaggi di proprietà per le storiche, eccetera): tutti indistintamente importantissimi.
Non è una “lista chiusa”. Dunque non è corretto affermare che la Lista di Salvaguardia – impropriamente definita dal presidente dell’Asi “Lista Chiusa” – sia stata proposta dall’Aci, soggetto che semplicemente l’ha approvata, partecipando collegialmente con tutti gli altri enti nella stesura della lista; né è giusto sostenere che questa lista favorisca i veicoli più costosi ed esclusivi, a discapito di quelli più diffusi e di minor valore. Al contrario, il principio ispiratore della Lista di Salvaguardia, infatti, è quello di tutelare tutti i veicoli secondo criteri di importanza storica, tecnica, sportiva, sociale e culturale, con un occhio di riguardo soprattutto per quelli di basso valore economico e che risultano quasi scomparsi dal parco circolante (un esempio su tutti: la Fiat Duna berlina, che il Pubblico Registro Automobilistico certifica essere sopravvissuta in poche unità). Inoltre, l’eventuale introduzione della Lista di Salvaguardia non modificherebbe lo stato delle cose attuale e dunque gli enti certificatori identificati dall’art. 60 continuerebbero a determinare, attraverso il Crs, i veicoli da considerarsi di interesse storico e collezionistico. Il tutto, naturalmente, seguendo i principi di rispetto dell’ambiente e della sicurezza della circolazione, che impongono una scelta non più rimandabile, perché più passa il tempo, più il numero delle auto circolanti con 20-29 anni aumenta al ritmo di centinaia di migliaia di esemplari all’anno.
Firmato da tutti, tranne Asi e Fmi. Il protocollo d’Intesa, presentato in occasione dell’Heritage Day a Torino presso l’Heritage Hub di FCA il 12 giugno scorso, è stato firmato da tutti i partecipanti, con le sole astensioni di Asi e Fmi, come conferma la fotografia qui sopra. Dunque non corrisponde al vero che, come affermato da Alberto Scuro nel suo comunicato stampa, “quattro dei cinque enti certificatori nazionali sono contrari a stilare la lista proposta da Aci”: RIAR, Registro Fiat Italiano e Lancia Club (i tre enti certificatori riconosciuti dall’art. 60 assieme ad Asi e Fmi) hanno aderito alla proposta, apponendo la propria firma al documento.
La posizione di Ruoteclassiche. La nostra rivista ritiene che queste polemiche vadano appianate, per riprendere il prima possibile un percorso condiviso da tutti gli attori del comparto. Questo è il principio che ha fatto nascere l’iniziativa degli Heritage Day: tutti uniti verso l’obiettivo comune, nel rispetto delle singole identità e specificità, di tutelare il nostro movimento e il patrimonio dei veicoli storici del nostro Paese. Soprattutto in un momento di emergenza in cui è messa in discussione persino la possibilità di utilizzare i nostri veicoli, con tutte le conseguenze del caso.