Addio a Françoise Hardy, icona di stile con un debole per i motori - Ruoteclassiche
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12/06/2024 | di Cesare Sasso
Addio a Françoise Hardy, icona di stile con un debole per i motori
Ci ha lasciato la modella, cantante e attrice francese, tra i personaggi simbolo degli anni Sessanta e Settanta
12/06/2024 | di Cesare Sasso

Si è spenta dopo qualche anno di malattia Françoise Hardy, modella, cantante e attrice francese ricordata tra le grandi icone di stile degli anni Sessanta e Settanta. Nonostante canzoni e recitazione siano state la fetta più grande del suo universo, parte della sua notorietà arrivò anche dal mondo dei motori, che frequentò di rimbalzo pur incarnando in maniera embrionale l’archetipo della ragazza di charme che non disdegna di mettersi al volante o in sella a una motocicletta.

Spirito Yé-Yé. Nata nel 1944, la Hardy si trovò a crescere negli anni dei grandi cambiamenti sociali, quei venti di ribellione giovanile che presero vigore dal rock ‘n’ roll americano e dal beat britannico. In Francia venne definito movimento Yé-Yé, ma etichette a parte si tratta dello stesso fermento che portò al mito della Swinging London, dove Françoise si sentiva a casa come nella sua Parigi. Divenne una delle grandi ispiratrici dello stile di quella generazione con i suoi capelli sbarazzini, gli abiti skinny e il trucco minimalista che sfidavano i canoni di bellezza dell’epoca.

La musica, l’amore più grande. Dopo gli inizi da modella, la voce unica e la personalità della Hardy attirarono l'attenzione del produttore musicale Jacques Dutronc. La loro collaborazione portò a "Tous les garçons et les filles" del 1962, un inno che sfidò la musica della tradizione con il suo approccio fresco all'amore adolescenziale. Seguirono tante altre canzoni sulla stessa nota della melancolia giovanile, perfette per essere strimpellate dal sedile passeggero di una Citroën 2CV. Anche se lei fu attratta in realtà da altri motori. Quelli delle motociclette per esempio, come la Honda CB con cui alla fine degli anni Sessanta scorrazzava tra gli arrondissement della capitale francese. Tra le prime ragazze cafe racer, uno stile ancora oggi sulla cresta dell’onda tra giacche di pelle e motorcycle boots.

Ragazza della Formula 1, grazie ad un film. Nonostante la carriera cinematografica della Hardy passi forse in secondo piano rispetto alle canzoni, buona parte del suo successo arrivò dal mondo della celluloide, dove l’estetica Yé-Yé e una bellezza mai urlata la aiutarono a farsi scritturare in diversi film. Forse il più famoso è Grand Prix, il grande classico del 1966 ambientato nella mondo della Formula 1. Una pellicola epica per gli standard dell’epoca, tanto per il mix di stelle del cinema e piloti veri (tra cui Hill, Fangio e Farina) quanto per le tecniche di ripresa iperrealistiche delle folli corse delle monoposto in pista. La Hardy interpretò la fidanzata del pilota italiano Barlini, mai al volante salvo in qualche scatto di backstage dal set che l’ha consacrata come una delle figure che più hanno influenzato l’estetica delle ragazze col debole dei motori. Un’associazione di idee che la portò ad essere frequentemente ritratta con auto veloci e desideratissime dai giovani dell’epoca, immagini che celebreranno per sempre una bellezza androgina, ma mai da maschiaccio.

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