Prodotta negli stabilimenti Pininfarina di San Giorgio Canavese, l’Alfa Romeo Spider 4° serie è l’ultima evoluzione della “Duetto”.
L’Alfa Romeo Spider IV serie, in gergo “Elegante”, porta a conclusione il ciclo delle Spider Alfa Romeo iniziato con la Duetto, un modello iconico: divenuto celebre per aver accompagnato Dustin Hoffman ne “Il laureato”. Per quasi 30 anni ha fatto sognare gli amanti della guida a cielo aperto, un modo di intendere l’automobile all’insegna della libertà e del “buon vivere”. Pulita e filante, la rinnovata Spider è scevra delle appendici e dei profili in materiale plastico che appesantivano la serie precedente “Aerodinamica”. L’affascinante convertibile torna così alla purezza stilistica originaria, con le fiancate ben scolpite che mostrano con fierezza la targhetta “disegno Pininfarina”.
Rinnovata. Presentata nel 1990, l’Alfa Romeo Spider, sfoggia un nuovo look reso accattivante da nuovi paraurti, ora di tipo integrale e in tinta con la carrozzeria. Lo scudetto è integrato nel paraurti, mentre i nuovi specchietti retrovisori sono elettrici e regolabili dall’interno. I gruppi ottici posteriori sono a sviluppo orizzontale e reinterpretano il family feeling introdotto dall’ammiraglia 164 nel 1987. L’offerta dei motori resta immutata: l’Alfa Romeo Spider è disponibile in versione 1.600, codice “AR 01563” (2 carburatori doppio corpo Weber), e in versione 2.000, quest’ultima con iniezione elettronica con accensione digitale Motronic e variatore di fase. La potenza del 2 litri “AR 01590” è di 126 cv. Per il mercato statunitense, che assorbe una cospicua parte della produzione, l’Alfa Romeo Spider viene commercializzata nella sola variante “2.0i cat” con catalizzatore e sonda lambda, della potenza di 117 cv. Dal 1992, con l’entrata in vigore della normativa antinquinamento Euro 1, la 1.6 viene tolta di produzione e la 2.0i cat resta l’unica motorizzazione disponibile. La “dinastia” Duetto, verrà sostituita definitivamente nel 1994 da una nuova generazione di Alfa Spider a trazione anteriore, denominata “916”.
Color&Trim. I rivestimenti dell’Alfa Romeo Spider prevedono la selleria in sky con la parte centrale in Alcantara beige o nera (dal 1992 in poi), a richiesta le sellerie in pelle pregiata (fianchetti interni). Optional anche l’hardtop in tinta con la carrozzeria e il volante con la corona in pelle. La gamma colori è composta dalle tinte: “Rosso Alfa” (cod. 130) “Nero” (cod. 817); “ Grigio Chiaro Metallizzato” (cod. 676) e “Bianco Freddo” (cod. 230). Dal 1991 la gamma colori viene ampliata con l’aggiunta del del “Verde Inglese” (cod. 306) e del “Rosso Micalizzato” (cod.179). Una livrea simile ma dai riflessi violacei è stata utilizzata sulla showcar Alfa Romeo 164 Proteo (che prefigurava a sua volta la futura Spider “916”). A richiesta, i nuovi colori sono abbinabili ai rivestimenti in pelle beige o nera. Nel 1992 si aggiunge il “Giallo Ginestra” (cod. 258) con il solo interno nero, mentre per le verniciature “Nero” e “Bianco Freddo” è disponibile anche la pelle rossa. Alcuni prototipi prevedevano delle configurazioni sgargianti, che tuttavia non sono mai entrate a catalogo, come il rosa; il verde metallizzato (in luogo del Verde Inglese, colore solido) con interno in pelle sabbia e due prototipi con schema tono su tono: vernice blu metallizzato con interno in pelle blu e “Rosso Proteo” con interno in pelle rossa.
Bohemien all’italiana. L’Alfa Romeo Spider colpisce tutt’oggi per la sua linea rétro: è un’auto che piace a fronte di tutti gli anacronismi dovuti all’anzianità del progetto: l’abitacolo non è particolarmente confortevole o rifinito ed è afflitto anche da una disposizione abbastanza confusionaria dei comandi, che tradiscono una realizzazione semi-artigianale. Nonostante la nuova disposizione dei sedili, la posizione di guida, non è tra le più sportive, complice la conformazione originaria del pianale ed è esacerbata da un volante di grosse dimensioni, che finisce inevitabilmente tra le ginocchia del guidatore. La capote è ad azionamento manuale e il lunotto, in materiale plastico, non garantisce una buona visibilità.
Qualche “vezzo” rimanda direttamente ai modelli anni ’60, la leva del cambio, come i deflettori e le maniglie esterne in metallo o le cornici dei fari. I rivestimenti in pelle impreziosiscono l’atmosfera a bordo, mentre i dettagli addolciscono le lacune nella finitura e nell’impostazione di base del modello, lanciato nel lontano 1966… Le uniche concessioni alla modernità sono il servosterzo i vetri e gli specchietti elettrici (sulla 2.0). L’Alfa Romeo Spider conquista “i bon vivant” e chiunque (lontano da velleità corsaiole) cerchi un’esperienza di guida d’altri tempi, con tutti i pro e i contro che ne derivano.
La prova di Quattroruote. L’Alfa Romeo Spider quarta serie provata nel luglio del 1990, è una 2.0i cat, spinta dal classico bialbero Alfa Romeo da 117 cv. Si tratta di un’unità piuttosto datata, che mal digerisce l’adozione del catalizzatore e risulta un po’ lenta nel salire di giri, pur garantendo prestazioni accettabili per la potenza erogata e una buona regolarità nel funzionamento: la Spider raggiunge infatti i 188 km/h, accelerando da 0 a 100 km/h in 10,7″. Il cambio, montato in blocco con il motore, offre una piacevole manovrabilità, ma risulta un po’ contrastato nell’uso sportivo. Questo anche per via di una leva montata in posizione quasi orizzontale, a ridosso della plancia, reminiscenza delle vecchie glorie Alfa Romeo. La potenza è trasferita alle ruote posteriori tramite un differenziale autobloccante al 25%. L’Alfa Spider è godibile nella guida allegra ma non sportiva, dove si dimostra docile e facilmente gestibile, reagendo con una certa prontezza ai comandi del pilota. Lo sterzo, servoassistito è sufficientemente preciso per garantire un’agilità discreta anche nei tratti più tortuosi. Alzando il ritmo, l’anzianità del telaio mostra tutti i suoi limiti: nella prima fase delle curve, la Spider tende ad allargare la traiettoria, salvo chiuderla bruscamente con il posteriore che si alleggerisce con facilità. Ciò è conseguenza di una ripartizione dei pesi che grava principalmente sull’assale anteriore e di un assetto piuttosto morbido, che con i suoi movimenti accentuati (rollio e beccheggio) mantiene precaria l’aderenza col terreno. Sullo sconnesso sono evidenti le vibrazioni del telaio: pianale, volante e montanti risentono delle asperità. I freni richiedono poco spazio per arrestare il veicolo, ma il pedale spugnoso e poco modulabile è causa di frenate discontinue e serpeggiamenti. L’impegno nella guida è compensato da una relativa facilità con cui è possibile contrastare le variazioni di assetto, agendo sul volante e dosando l’acceleratore: secondo la scuola “classica” della guida d’altri tempi.
Veloce ma non troppo. Sul mercato statunitense, che ne assorbì buona parte della produzione, l’Alfa Romeo Spider quarta serie venne commercializzata come “Spider Veloce”. Le modifiche necessarie per l’omologazione includevano il volante con airbag, il terzo stop carenato sul baule posteriore e le protezioni per le ginocchia nell’abitacolo. I paraurti celavano degli ammortizzatori a gas in luogo dei supporti fissi delle versioni europee e includevano le luci d’ingombro laterali, integrate in maniera molto discreta nel paracolpi. La ricca dotazione includeva l’aria condizionata, i sedili in pelle (ma non i pannelli porta). Optional il pomello del cambio in legno. La strumentazione con i classici strumenti circolari inclinati, prevedeva l’indicatore della velocità con scala doppia in miglia e km/h. La trasmissione era affidata al normale cambio 5 marce manuale, come optional era disponibile anche un (lento) cambio automatico a 3 rapporti.
L’Alfa Romeo Spider è stata prodotta fino al 1993 in 21447 esemplari, che includono le “Spider Veloce” esportate in USA, Canada e Giappone. Della Spider 1.6 a carburatori, in listino dal 1990 al ’92, sono state realizzate appena 2951 unità, destinate ai soli mercati europei.
Voglio vivere così. Dell’ultima serie dell’Alfa Romeo Spider vennero realizzate 2 edizioni speciali: la 2.0i Beauté, in livrea bicolore bianco/blu destinata al mercato francese (1991), e la 2.0i cat “CE Special Edition” (Commemorative Edition) presentata nel 1994, per il mercato americano. Le Spider “CE Special Edition” erano accompagnate da un certificato d’origine e un kit di accessori specifici, tra cui il portachiavi coordinato con il numero dell’esemplare di riferimento. Per la carrozzeria erano disponibili vari colori, mentre gli interni delle “CE” prevedevano i rivestimenti in Sky e Alcantara, nei soli colori beige e nero. La dotazione di base di questi modelli americani, veniva quindi completata dagli inserti in radica su porte e console centrale. A corredo dell’allestimento, una targhetta dorata sul vano porta oggetti con il logo Alfa Romeo, il numero dell’esemplare e 3 stellette. Il logo era replicato anche sul pomello del cambio (in radica).
L’Alfa Romeo Spider Duetto 4° serie è un modello in fase di grande rivalutazione: a fronte di una produzione di per sé abbastanza esigua, molti degli esemplari sono stati venduti all’estero, e ciò rende l’auto molto ricercata. La sua linea evoca eleganza e spensieratezza, un’auto “chic che non impegna”. Il suo è un fascino innato, ovunque si passi si viene accompagnati da sorrisi e sguardi di ammirazione. L’Alfa Romeo Spider è un’icona senza tempo pensata espressamente per godersi la guida a cielo aperto, trottando senza fretta in qualche amena località da cartolina.