All'asta il 10 dicembre un'Aston Martin da 15 milioni di dollari - Ruoteclassiche
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18/11/2015 | di Alvise-Marco Seno
All’asta il 10 dicembre un’Aston Martin da 15 milioni di dollari
"Driven by Disruption", l'evento organizzato da RM Auctions e Sotheby's il prossimo 10 dicembre, metterà all'incanto una selezione di eccezionale valore collezionistico. Dopo la Ferrari 290 MM s/n 0626 presentata recentemente, un altro gioiello da collezione è una sorvegliata speciale: una delle 19 Aston Martin DB4 GTZ del 1960. Potrebbe essere aggiudicata per 20 milioni di dollari.
18/11/2015 | di Alvise-Marco Seno

"Driven by Disruption", l'evento organizzato da RM Auctions & Sotheby's il prossimo 10 dicembre, metterà all'incanto una selezione di eccezionale valore collezionistico. Dopo la Ferrari 290 MM s/n 0626 presentata recentemente, un altro gioiello da collezione è una sorvegliata speciale: una delle 19 Aston Martin DB4 GTZ del 1960. Potrebbe essere aggiudicata per 20 milioni di dollari.

L'appuntamento più eccitante dell'anno nel calendario delle grandi aste internazionali di automobili da collezione è fissato per il prossimo 10 dicembre a New York. "Driven by Disruption", organizzata da RM Auctions in partnership con Sotheby's ha seriamente intenzione di piazzare una serie di nuovi record nelle cifre di aggiudicazione e fissare nuovi parametri nel mercato.

Il titolo di regina assoluta dell'asta sarà conteso dalla Ferrari 290 MM del 1956, telaio 0626 e un'altra automobile molto speciale. Si tratta di una delle sole 19 Aston Martin DB4 GT Zagato costruite all'inizio degli anni 60 dalla Casa inglese per cercare di contrastare il dominio Ferrari nelle gare GT con la 250 SWB.

Si tratta, senza dubbio, del modello più prezioso e ricercato di tutta la produzione Aston, valutato ben oltre 15 milioni di dollari.

TELAIO 0186R
L'esemplare in questione reca il numero di telaio DB4GT/0186/R ed è l'unico venduto in Australia. Completato nel 1961, fu venduto all'imprenditore Laurie O’Neil. Questi la schierò nelle gare nazionali nelle mani del pilota Doug Whitehead che ottenne numerose vittorie e piazzamenti oltreché il titolo nel South Pacific GT Championship e il quarto posto finale nel Sports Car Championship.

Passata successivamente di mano, è rimasta per oltre trent'anni in Australia di proprietà di due soli collezionisti. Nel 1993 è tornata in Europa, dove ha partecipato a numerose manifestazioni ed è stata sottoposta a un rigoroso restauro completo. Nei primi anni del nuovo millennio è entrata nella collezione dell'americano Peter Read, appassionato di vetture Aston Martin, in particolare delle rare versioni con carrozzeria Zagato.

L'ARMA CONTRO LE FERRARI

L'Aston Martin DB4 GTZ, primo modello della lunga collaborazione tra il carrozziere milanese e il marchio britannico, nacque nel periodo di più intensa attività della Zagato nella categoria delle vetture Gran Turismo. Il carrozziere milanese, leader fin dagli anni 20 nella produzione di carrozzerie sportive e da corsa, 2 porte/2 posti, negli anni 50 collaborava con tutti i principali produttori di vetture GT del mercato: AC Cars, Alfa Romeo, Ferrari, Fiat, Fiat-Abarth, Jaguar, Lancia, Maserati, Osca e Porsche.

La filosofia di questa categoria di automobili, una specie di ibrido tra le "goffe" vetture Turismo e i bolidi estremi della categoria Sport, era semplice: una meccanica molto sportiva per massime prestazioni ma un minimo comfort per poter circolare su strada. Su una meccanica sportiva, una carrozzeria Zagato trovava la giusta amalgama: stile funzionalista e razionalista di stampo milanese (ispirato alle teorie della Bauhaus tedesca), materiali leggeri e forme aerodinamiche secondo i valori stabiliti dal fondatore Ugo Zagato e dalla sua corposa cultura professionale di stampo aeronautico.

Le vetture con carrozzeria Zagato, dominatrici della categoria, attirarono l'interesse di David Brown, proprietario dell'Aston Martin, e del suo Direttore Sportivo, John Wyer. I due gentleman britannici si recarono in visita a Milano per sottoporre a Elio Zagato (Amministratore Delegato) e Gianni Zagato (Direttore Tecnico), il progetto per un vestito ancora più leggero per l'Aston Martin DB4 GT, già potente ma poco efficace in gara, ancora alla ricerca del suo "status" definitivo. L'obiettivo era ottenere un'auto ancora più leggera e performante per opporre una valida concorrenza alle imbattibili Ferrari 250 GT Competizione Passo Corto, note come 250 SWB.

Nella sede milanese della Carrozzeria i tecnici Zagato elaborarono lo stile a tempo di record, utilizzando come ispirazione le forme della Lancia Flaminia "Tubolare". Per la carrozzeria furono utilizzate leggere e sottili pannellature d'alluminio, che consentirono di abbassare il peso di numerose decine di chili. Nell'ottobre del 1960 la nuova Aston Martin DB4 GT Zagato fu presentata al Salone dell'Automobile di Londra.

Motorizzata con una versione spinta del 6 cilindri in linea di 3,7 litri della DB4 GT, erogava ben 314 CV che, accoppiati a un peso di circa 1200 chili, permettevano una velocità massima superiore a 240 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 in circa 6 secondi.

L'esordio avvenne al Fordwater Trophy di Goodwood il 3 aprile 1961, giorno di Pasqua. Stirling Moss portò la DB4 GTZ alla conquista di un ottimo terzo posto assoluto. Successivamente colse la sua prima vittoria in una gara a cornice del G.P. d'Inghilterra. Molto della carriera sportiva della DB4 GTZ si deve soprattutto agli esemplari commissionati dall'Essex Racing Stable di John Ogier. Queste due vetture sono nominate, nel mondo collezionistico, secondo le loro targhe automobilistiche: 1 VEV e 2 VEV.

Di questa speciale versione, complessivamente, furono realizzati 19 esemplari (dall'Inghilterra giungevano a Milano i telai e presso la Zagato venivano "vestiti" e allestiti). Tra essi, due in configurazione stradale dotati di paraurti. A questi vanno aggiunti altri quattro realizzati nel 1990 in partnership ufficiale tra Aston Martin e Zagato utilizzando componentistica originale. Sono classificate come DB4 GTZ Sanction II.

Alvise-Marco Seno

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