Icone parte con le utilitarie - Ruoteclassiche
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07/02/2024 | di Fabrizio Greggio
Icone parte con le utilitarie
Con Ruoteclassiche di febbraio debutta una nuova collana di allegati: Icone. Il primo volume è dedicato alle vetture utilitarie e compatte, piccoli capolavori che hanno conquistato il cuore degli automobilisti italiani. Dalla Fiat 600 alla Citroën 2 CV, dall'Autobianchi A112 alla VW Maggiolino, dall'amatissima Fiat 500 alla Peugeot 205, dalla Innocenti Mini alla Renault 5
07/02/2024 | di Fabrizio Greggio

Allegato al numero di febbraio di Ruoteclassiche troverete il primo volume della collana Icone, il nuovo format che vi accompagnerà fino a luglio. Ma di cosa si tratta? Il titolo scelto non è casuale. In sei fascicoli, ciascuno di 146 pagine, abbiamo selezionato un’ottantina tra le vetture che più di altre hanno lasciato un segno indelebile nella mente e nel cuore degli automobilisti italiani, costruendo di fatto la storia del motorismo nel belpaese. Dalle utilitarie alle berline, dalle coupé alle spider per giungere fino alle supercar. Di ciascun modello ripercorriamo la storia e l’evoluzione, illustriamo la tecnica, raccontiamo le curiosità e gli aneddoti meno conosciuti, oltre a riportare quanto scritto e rilevato da Quattroruote nelle prove pubblicate al tempo.

Piccoli capolavori. Il nostro viaggio inizia, come accennato, a febbraio, con il fascicolo intitolato Utilitarie e compatte: una galleria di quattordici piccoli capolavori che hanno invaso pacificamente le nostre strade. E tra le protagoniste non poteva certo mancare la Fiat 600, l’automobile che di fatto ha motorizzato la nazione, consentendo alle famiglie italiane di realizzare il sogno di spostarsi e viaggiare su quattro route. Il suo progetto nasce nell’immediato dopoguerra, ma viene lasciato indietro per dare la precedenza alla Fiat 1400, la prima del marchio a scocca portante, e alla 1100/103. Quando debutta nel 1955 presenta soluzioni costruttive tutt’altro che scontate per l’epoca, come la struttura autoportante e le sospensioni a quattro route indipendenti. A seguire l’inossidabile Fiat Nuova 500, che dopo un inizio un po’ sottotono, dovuto all’abitabilità a due posti soltanto, alle finiture fin troppo spartane, alle prestazioni insufficienti e al prezzo troppo alto, conquista il cuore di generazioni di automobilisti. Rimanendo in casa Fiat, ecco la 127, che all’inizio degli anni 70 rivoluziona il concetto di compatta, al punto da essere presa a esempio dagli altri costruttori europei, la Panda, autentica tuttofare nata dalla geniale intuizione di Giugiaro e declinata anche nella versione 4x4, e la Uno, che nel 1983 segna un nuovo inizio per la Casa torinese.

Non solo Fiat. Ma la produzione italiana delle utilitarie non si esaurisce certo con la Fiat. Ampio spazio quindi all’Autobianchi A112, che coniuga dimensioni compatte con eleganza e prestazioni. Soprattutto nella versione Abarth, che parte da 58 CV per giungere fino a 70. E che dire delle Mini costruite su licenza dalla Innocenti nello stabilimento di Lambrate, quartiere alla periferia di Milano? Le Mini made in Italy si distinguono per una migliore qualità dei lamierati, degli assemblaggi e dei rivestimenti, oltre che per una maggiore affidabilità dell’impianto elettrico. La più desiderabile rimane ovviamente la Cooper, che nel 1972 adotta il motore 1.300 da 71 CV.

Protagoniste straniere. Non potevamo ovviamente non considerare alcune reginette di provenienza straniera. In primis la Citroën 2 CV, inimitabile sempreverde rimasta in produzione per un quarantennio, per la precisione dal 1948 al 1990, insensibile al passaggio del tempo e delle mode. E poi la Renault 4, pratica, funzionale e inarrestabile compagna di avventure costruita in più di otto milioni di esemplari, la 5, prima vettura di grande serie con scudi paraurti in resina integrati nella carrozzeria, e la Twingo, la monovolume da città, e non solo, che ha spopolato nell’ultimo decennio del secolo scorso. Senza dimenticare la Peugeot 205, declinata in una miriade di versioni per soddisfare le esigenze di una clientela ampia ed esigente: dal modello base adatto per andare a fare la spesa alle pepate GTI e Rallye, per finire con la civettuola cabriolet. E infine due tedesche che non hanno certo bisogno di presentazioni: la Volkswagen Maggiolino, fabbricata dal 1945 al 2003 in oltre 21,5 milioni di unità, e la Golf, il modello che nel 1974 ha segnato il nuovo corso nella storia della Casa di Wolfsburg.

Il prezzo complessivo di Ruoteclassiche e del volume Icone - Utilitarie e compatte è di 11,90 euro.

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