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11/04/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
ASCENDENTE SCORPIONE
Per lei Abarth vedeva un futuro in pista. La Fiat, invece, la volle sportiva per un pubblico giovane. E così fu. Con la sua grinta fece divertire milioni di italiani, divenendo l’alternativa nazionale alla “Mini Cooper”. Nata “58 HP”, crebbe a “70 HP”, mutando aspetto sette volte in quattordici anni.Al “Saloncino dell’auto sportiva” del 1970, […]
11/04/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Per lei Abarth vedeva un futuro in pista. La Fiat, invece, la volle sportiva per un pubblico giovane. E così fu. Con la sua grinta fece divertire milioni di italiani, divenendo l'alternativa nazionale alla "Mini Cooper". Nata "58 HP", crebbe a "70 HP", mutando aspetto sette volte in quattordici anni.

Al "Saloncino dell'auto sportiva" del 1970, Carlo Abarth fece scalpore con una piccola "bomba" derivata dalla "A112": motore a distribuzione radiale da 107 CV, assetto speciale, cerchi di magnesio, sedili avvolgenti. Una vera macchina da corsa, insomma. Il preparatore agì di sua iniziativa. Sperava, a cose fatte, di coinvolgere la Fiat, padrona dell'Autobianchi. Non fu così. Tuttavia, l'interesse del pubblico spinse la Casa torinese a valutare le potenzialità commerciali di una versione sportiva, perché nella gamma "A112" un'Abarth ci poteva stare, ma doveva essere un'auto brillante, per i giovani, non una costosa auto da corsa. Per quanto riguarda la motorizzazione, le ipotesi furono due: una da 62 CV con testa convenzionale, l'altra da 74 CV con testa radiale. Identica la livrea: rossa e nera, con calandra speciale e presa d'aria sul cofano.

I prototipi furono provati a Torino nel gennaio del 1971. La versione definitiva debuttò in ottobre, quando l'Abarth era ormai stata acquisita dalla Fiat e, con essa, il marchio dello Scorpione. Il motore, depotenziato per motivi di affidabilità e utilizzazione, erogava 58 CV e aveva una cilindrata aumentata a 982 cm3 (dagli originari 903 cm3) grazie all'allungamento della corsa. Nuovo l'albero motore e i pistoni, rapporto di compressione portato a 10:1, ridisegnato l'albero a camme, inedito carburatore Weber doppio corpo. Rispetto alla versione di serie, l'impianto frenante venne adeguato alle maggiori prestazioni con l'adozione del servofreno e di pinze anteriori maggiorate. Restò la colorazione rossa e nera, ma sparì la presa d'aria sul cofano vista sui prototipi.

La "A112 Abarth" arrivò sul mercato nel gennaio 1972 al prezzo di 1.325.000 lire, il 30% più del modello base e 40.000 lire meno della Innocenti "Mini Cooper Mk3". L'anno successivo debuttò la seconda serie, anche con carrozzeria monocolore. In seguito, l'Abarth approntò un kit per l'attività agonistica e così la "A112" divenne mattatrice delle gare del Gruppo 1 e debuttò nei rally. Nel 1975, con la terza serie, fu introdotta la versione "70 HP" con motore di 1050 cm3. La produzione continuò sino al 1985, con aggiornamenti che portarono il totale delle serie a sette. Lo sviluppo fu dettato non solo dall'evolversi dei gusti della clientela, ma anche dalla necessità di contenere i costi di produzione (per esempio, attraverso l'eliminazione della verniciatura bicolore e l'unificazione delle calandre) e, di conseguenza, i prezzi di vendita.

TECNICA Autobianchi "A112 Abarth" (prima serie, 1971-73)

Motore: tipo A112 A1.000, posizione anteriore, 4 cilindri in linea, alesaggio x corsa: 65 x 74 mm, cilindrata 982 cm3, rapporto di compressione 10:1, potenza 58 CV DIN a 6600 giri/min, distribuzione a valvole in testa con comando ad albero a camme laterale, aste e bilancieri. Alimentazione con carburatore doppio corpo Weber DMTR 32. Raffreddamento ad acqua a circolazione forzata, lubrificazione forzata, radiatore olio e filtro a cartuccia. Impianto elettrico 12 V, accensione a spinterogeno e bobina, dinamo 20 A, batteria 34 Ah.
Corpo vettura: berlina a 4 posti, autotelaio a scocca portante. Sospensioni anteriori a braccio con montante telescopico (McPherson). Sospensioni posteriori a balestra trasversale e bracci longitudinali, barre stabilizzatrici anteriore e posteriore, ammortizzatori idraulici telescopici anteriori e posteriori. Freni anteriori a disco, posteriori a tamburo, servofreno, freno di soccorso meccanico sulle ruote posteriori, sterzo a cremagliera.
Trasmissione: frizione monodisco a secco (disco 160 mm), cambio a 4 velocità + RM, trazione anteriore, riduzione finale coppia cilindrica con rapporto 13/61, pneumatici 135 SR 13.
Dimensioni e peso: passo 2038 mm, carreggiata anteriore 1250 mm, carreggiata posteriore 1224 mm, lunghezza 3230 mm, altezza 1340 mm, peso in ordine di marcia 690 kg.
Prestazioni: velocità 150 km/h.

Autobianchi "A112 Abarth" (seconda serie, 1973-75)
Stesse caratteristiche della prima serie, tranne:

Motore: alternatore 33 A.
Corpo vettura: berlina a 5 posti.
Trasmissione: riduzione finale con rapporto 13/58. Ruote: in lega a richiesta.

Autobianchi "A112 Abarth 58 HP" (terza serie, 1975-76)
Stesse caratteristiche della seconda serie, tranne:

Peso: 700 kg.

Autobianchi "A112 Abarth 70 HP" (terza serie, 1975-77)
Stesse caratteristiche della "A112 Abarth 58 HP" terza serie, tranne:

Motore: tipo A112 A2.00, alesaggio x corsa 67,2 x 74 mm, cilindrata 1050 cm3, rapporto di compressione 10,4:1, potenza 70 CV DIN a 6600 giri/min.
Prestazioni: velocità 160 km/h.

Autobianchi "A112 Abarth 70 HP" (quarta serie, 1977-79)
Stesse caratteristiche della "A112 Abarth 70 HP" terza serie, tranne:

Motore: carburatore doppio corpo Weber DMTR 38/250.
Trasmissione: disco frizione 170 mm.
Dimensioni: altezza 1360 mm, lunghezza 3228 mm.

Autobianchi "A112 Abarth 70 HP" (quinta serie, 1979-82)
Stesse caratteristiche della "A112 Abarth 70 HP" quarta serie, tranne:

Motore: accensione elettronica con impulsore magnetico.
Trasmissione: cambio a 5 rapporti + RM.

Autobianchi "A112 Abarth 70 HP" (sesta e settima serie, 1982-85)
Stesse caratteristiche della "A112 Abarth 70 HP" quinta serie, tranne:

Motore: alternatore 45 A.
Dimensioni: lunghezza 3268 mm.

AL VOLANTE - DÀ CONFIDENZA A TUTTI
Sulla "A112 Abarth" prima serie, oggetto del nostro test, i comandi sono semplici e a portata di mano. La risposta all'acceleratore è pronta e la guida facile e istintiva. Anche quando la si sfrutta a fondo, la vettura perdona gli errori del pilota. Dà il meglio sul misto, grazie al buon inserimento in curva, alla grande agilità e alla frenata sicura. Ma si districa molto bene anche nel traffico cittadino e mostra qualche limite solo in autostrada per via dell'elevata rumorosità e della mancanza della quinta marcia. Un'ulteriore nota positiva viene dal consumo, sempre nell'ordine dei dodici km/litro.

QUOTAZIONI - PRIMA SERIE A CINQUE MILIONI
Le "A112 Abarth" sono apprezzate perché brillanti, robuste ed economiche. I ricambi si trovano con facilità, a parte la pompa dei freni "tandem". La prima serie, la più ricercata anche perché omologabile Asi, è difficile da trovare in buone condizioni a causa della corrosione della carrozzeria. La valutazione è sui cinque milioni di lire, ma un restauro integrale e corretto può aumentarne sensibilmente il valore. Sono apprezzate le versioni sino alla quinta serie, mentre è più incerto il futuro dei modelli prodotti a partire dal 1982, meno brillanti dei precedenti.

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