ASI MotoShow, Varano invasa dalla rievocazione anche nel 2024 - Ruoteclassiche
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09/05/2024 | di Cesare Sasso
ASI MotoShow, Varano invasa dalla rievocazione anche nel 2024
Si è svolta nell’entusiasmo dei partecipanti la 21a edizione dell’evento organizzato all’autodromo di Varano de’ Melegari. Tre giornate di spettacolo (3-5 maggio) che non hanno deluso i proprietari delle oltre 700 moto storiche
09/05/2024 | di Cesare Sasso

Record di partecipanti e di pubblico, con un afflusso enorme. Si può riassumere così la tre giorni emiliana (3-5 maggio 2024) dell’ASI MotoShow, appuntamento tra i primi ad aprire il calendario motociclistico primaverile e da anni in costante crescita. Una manifestazione dalle dimensioni importanti, che ogni anno diventa sempre più appetibile per un pubblico di giovani e giovanissimi che riscoprono le grandi moto del passato potendole vedere di persona e incontrando i grandi campioni che ne hanno scritto la storia.

Successo prevedibile. Una vera e propria rievocazione della storia della moto, dove per le esibizioni in pista i mezzi sono stati suddivisi in categorie omogenee, per età o per prestazioni: le “antique veteran” dalle origini al 1918, le “vintage” dal 1919 al 1930, le “post vintage” dal 1931 al 1945, le “classic” dal 1946 al 1960, le “post classic” dal 1961 al 1970 e - a chiudere - le “modern”. La manifestazione ha visto anche la presenza ufficiale di Yamaha e Honda. La prima ha messo in mostra la YZR 500 portata in pista da Eddy Lawson durante il mondiale 1986, e la YZR 250 che corse con Cadalora nel 1990, mentre la casa di Tokyo ha esordito per la prima volta alla kermesse con una esposizione dei modelli storici prodotti nello stabilimento italiano di Atessa, attivo già dal 1971

Bagno di folla per i grandi campioni. Non soltanto metallo, gomma e benzina. A spasso per il paddock e per ben due volte in parata d’onore sulla pista di Varano si sono visti anche grandi campioni di tutti i tempi come Giacomo Agostini, Manuel Poggiali, Eugenio Lazzarini, Luca Cadalora, Pierpaolo Bianchi e Carlos Lavado. Signori che cumulativamente hanno messo in bacheca 28 titoli mondiali. La presenza di questi grandi campioni è una delle prerogative della manifestazione, che permette di dare un sapore più pieno alle storie raccontate dalle tante motociclette che partecipano, sempre più numerose, ogni anno. Tra loro nel 2024 non ci è potuto essere Troy Bayliss, anche se la Ducati Desmosedici GP che ha usato nella stagione 2006 (in quell’anno vinse gare sia in MotoGP che in Superbike, l’unico a riuscirci) ha dato spettacolo sull’asfalto di Varano (con Cadalora).

Laverda in festa. Grande festa per i 75 anni delle Moto Laverda, il marchio di Breganze (oggi in disuso ma di proprietà del gruppo) Piaggio passato agli annali per la produzione di “maxi moto” e per le vittorie nelle competizioni, fortissimo soprattutto negli anni Settanta. Una festa i cui cerimonieri sono stati Giovanni e Piero Antonio Laverda, che hanno raccontato aneddoti sull’iconico modello 750 e sul prototipo 1000 V6. Altri momenti culturali importanti hanno riguardato Donnino Rumi, artista prestato all’imprenditoria che nel secondo dopoguerra sviluppò piccole ma veloci motociclette all’avanguardia della tecnica e una retrospettiva sulle due ruote dei ruggenti anni Trenta, quando l’esaltazione del progresso e della velocità contribuirono a porre l’industria motociclistica italiana al vertice del settore.

Ai box un pizzico di America e di Pesaro. Gli Stati Uniti sono stati invece protagonisti in una rassegna che ha ripercorso la produzione a stelle e strisce dalle origini agli anni 80, con modelli rari come due Henderson del 1914 e 1929 e una Reading Standard, che hanno tolto un po’ di riflettori alle più note Harley-Davidson e Indian Chief in esposizione. Passerella tra gli applausi anche per le italiane Benelli e MotoBi, con molti esemplari provenienti dal Museo Officine Benelli di Pesaro; tra questi alcuni di quelli testimoni delle lotte in pista di Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Le MotoBi 125, 175 e 250 hanno invece riportato i visitatori più grandi indietro alle corse Juniores degli anni 60.

Gloria anche per gli scooter. Non sono mancate come di consueto gli scooter, protagonisti di storie curiose come quello francese anti-Vespa introdotto all’inizio degli anni 50 dal costruttore Terrot o la Vespa 50 con cui il giornalista Valerio Boni riuscì a percorrere 940 chilometri in 24 ore senza sosta. Un’impresa da rifare, e Boni non se lo è fatto dire due volte: a distanza di 35 anni ha voluto ripetersi con lo stesso scooter - gelosamente conservato -, superando il proprio record per essere inserito nel Guinness dei Primati. Dopo un’impresa del genere Boni e la sua Vespa sono stati giustamente promossi ad apripista della parata degli “Scoppiettanti Cinquantini”.

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