Attraverso l’Europa in guerra sulla Buick del Granduca - Ruoteclassiche
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29/05/2020 | di Giosuè Boetto Cohen
Attraverso l’Europa in guerra sulla Buick del Granduca
Una Buick 90 il 10 maggio 1940 accompagnava i Granduchi del Lussemburgo verso l'esilio poco prima che l'Europa venisse travolta dall'avanzata del nazismo:
29/05/2020 | di Giosuè Boetto Cohen

Nel settimo appuntamento con "Automobili nella tempesta" torniamo al 10 maggio 1940, il giorno dell'esilio dei Granduchi del Lussemburgo: un viaggio surreale in un'Europa che sta per essere distrutta dalla guerra.

Nel Granducato del Lussemburgo l’ultima bottiglia di champagne era appena stata stappata, per festeggiare il centenario dello stato-bomboniera. Ma dai cotillons si passò presto ai cannoni, perché pochi mesi dopo era scoppiata la tempesta perfetta. Il 10 maggio 1940, in piena notte, mentre l’esercito tedesco avanzava lungo la linea del fronte, i Granduchi partivano in automobile per l’esilio, destinazione Lisbona e l’America. Una di quelle vetture si è salvata e l’abbiamo scoperta nel piccolo museo di un villaggio chiamato Diekirch.

Una scelta insolita. Non è dato sapere perché la Granduchessa Charlotte, o più probabilmente qualche suo consigliere, avesse fatto l’acquisto. Fatto sta che nel 1938, mentre le teste coronate e i dittatori di mezza Europa si muovevano in Rolls Royce, Mercedes, Bugatti, Lancia e Isotta Fraschini nel piccolo stato si optò per una marca d’oltreoceano. Forse la storica neutralità del Lussemburgo doveva, visti i tempi, essere rimarcata. Così la nera “90”, imponente e veloce, ma priva di qualunque fascino se paragonata alle grandi berline che abbiamo citato, entrò nel garage granducale e, due anni più tardi, nella storia. La vettura montava un V8 di 5148 cc, disponeva di 141 cavalli, poteva viaggiare a 160 km/h e fu utilizzata, a velocità molto più contenute, sulle strade a saliscendi della capitale e in qualche parata.

I reali in fuga. Ma alla fine della “strana guerra” dell’inverno ’39-’40, che mantenne il Continente in un clima di sospensione irreale, la Wermarcht sferrò l’attacco e per Olanda, Belgio Lussemburgo e Francia le cose precipitarono. Il Granducato contava poche centinaia di soldati e lo strapotere tecnologico e tattico dei tedeschi era ovviamente inarrestabile. Prima che fosse troppo tardi, la famiglia regnante decise per l’esilio e il governo che per primo rispose alla richiesta d’aiuto fu quello del Canada. In gran fretta fu messo a punto un itinerario che, attraverso la Francia non ancora occupata e la Spagna, fascista ma neutrale, conduceva in Portogallo. Di lì una nave li avrebbe portati in Inghilterra e un’altra a New York. Poi si sarebbe pensato a come raggiungere Montreal via terra. I pezzi di ricambio Buick, almeno quelli, da lì in poi non sarebbero mancati.

Il ritorno in patria. Mentre i genitori e il principe Felix prendevano posto su una seconda vettura, di cui si è persa ogni memoria, il principe Jean e le sue due sorelle, salirono sulla Buick, con il loro istitutore e l’autista. L’esilio degli eredi durò fino al 10 maggio 1944, mentre la Granduchessa Charlotte giunse il 14 aprile del ’45, tre settimane prima del V-day. La Buick fu riportata in Lussemburgo nel 1950 e mandata in pensione all'inizio degli anni '60. Con l'apertura del "Conservatoire National de Véhicules Historiques" nell'ex fabbrica di carrozze Wagner a Diekirch, lo storico veicolo ha trovato posto nella collezione permanente. Due appassionati locali, Ton Maathius e Jos Weisgerber della Conservatoire National des Vihicules Anciens, si diedero da fare per rendere la berlina presentabile e di nuovo in grado di affrontare, alla bisogna, la strada. Terminato il lavoro, i due valorosi si misero alla guida verso il castello di Berg, per presentare il restauro al Granduca Henri. Un lungo giro di prova fu intrapreso dal monarca al volante e Maathuis e Weisgerber come passeggeri.

Un gioiello Art Déco. Sull’onda della popolarità della vettura, anche il museo di Diekirch ha accresciuto la sua fama ed è un luogo che, se siete da quelle parti, vale una visita. E’ ospitato in un garage déco, rimasto intatto dai primi del ‘900 e voluto da un piccolo ma ingegnoso costruttore. Poi divenuto il primo concessionario del marchio Benz nel Granducato. Jean Wagner, come un certo Giovanni Bertone a Torino, era partito facendo il “carradore”, l’artigiano esperto di ruote e costruzioni in legno. Il passaggio alle prime vetture fu un giochetto e presto lui si improvvisò costruttore, carrozziere, ovviamente meccanico e ricambista. Da lì il business della concessionaria, officina e ricambi per la casa Benz in pieno sviluppo. L’edificio che ospita la collezione, in cemento armato e senza pilastri ad interrompere lo spazio, è una delle cose più belle della visita, gestito da un club di collezionisti che vi espongono a turno le loro vetture migliori.

Una star. La Buick granducale, che ancora oggi è in ottime condizioni, è il pezzo forte collezione Wagner. E’ tornata più volte in strada (l’ultima per il 70 ° anniversario della fine dell’esilio della Granduchessa Charlotte) e nel 2018 a “recitato” nel film “10 maggio 1940: a Destiny Day for Luxembourg ”.

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