Ciò che rende magico il mondo delle auto d’epoca non è solo la passione di chi possiede, cura e mantiene un’auto storica, ma soprattutto le storie che riguardano i singoli esemplari, le persone che ci sono dietro, le curiosità, gli imprevisti. Ad Auto e Moto d’Epoca abbiamo trovato quattro auto che, ognuna a modo suo, ci hanno colpito.
Arna: e sei subito Alfista
La prima che incontriamo, quasi per caso, al padiglione 25, è un esemplare di un modello che per anni è stato sbeffeggiato, dimenticato, nominato con imbarazzo. Non che adesso improvvisamente sia diventata una regina, ma – come ci dice Gianluca Musetti, proprietario di un esemplare immacolato di Alfa Romeo Arna – «è da stamattina che fanno la fila per fotografarla». Forse perché dello sfortunato frutto della joint venture tra il Biscione e la Nissan non ne circolano ormai molti esemplari, men che meno in ottime condizioni come questo. Ha giusto compiuto 40 anni e il precedente proprietario la usava per andare nei campi. Ora è amata e coccolata e, per non correre rischi, Gianluca ha riempito il garage di ricambi: sette tra parafanghi e paraurti, fari anteriori e posteriori completi e un rotolo del tessuto originale usato per sedili e tappezzeria.
Concerto in HF Integrale
Tutt’altra storia per la Lancia Delta HF Integrale che troviamo in vendita in uno stand del padiglione 26. La prima curiosità è che meno di una settimana fa era all’asta a Salisburgo, dove è stata acquistata da chi adesso già la rivende: di fronte al «no comment» che riceviamo come risposta su questo tema, parliamo allora del perché non sia una HF Integrale come tutte le altre. Si tratta infatti dell’auto che, nell'autunno del 1988, Gianni Agnelli in persona regalò al suo amico e vicino di casa a Saint Moritz, il famoso direttore d’orchestra Herbert von Karajan. Equipaggiata con gli stessi Pirelli invernali del 1988, l’auto è come una capsula del tempo, in quanto mai utilizzata dopo la morte del maestro, nel luglio 1989. Ha solo 2.845 km e sembra appena uscita da una concessionaria Lancia.
Anima bianconera
Poco utilizzata anche la Mercedes SLR Roadster del 2008 che segna 4.623 sul contachilometri. Se questo è già motivo di interesse per un potenziale collezionista, c’è anche un illustre proprietario a rendere le cose più intriganti. Certo, bisogna essere tifosi della Juventus, o quantomeno fan di Alessandro Del Piero: proprio a lui fu infatti consegnata nel 2010 da Mercedes Italia, che l’aveva immatricolata per prima e che fece in modo di fargli avere la targa con la sigla EL 010, un vezzo (quello del numero 10) che pare sia il fil rouge di tutte le auto possedute dal grande campione. Gli interni sono grigio chiaro e nero, quanto di più vicino possibile ai colori della squadra di cui è diventato una bandiera, mentre la capotte sembra di un tessuto particolare, quasi jeans e di un nero mélange forse ordinato su misura.
Prima della sua specie
L’ultima storia ci porta a Trapani, passando da Milano e partendo da Maranello. Qui, il 17 giugno 1971 venne prodotta la prima Dino GTS, poi esposta a Ginevra e, nel 1972, dopo un tour per vari concessionari lombardi, acquistata da un industriale milanese. Solo 7 mesi dopo – complice la nascita di due gemelli – la Dino torna in vendita e qui entra in scena il proprietario attuale, che la custodisce da oltre 50 anni e che, quando decide di fare le pratiche per la Targa Oro, si ritrova con i commissari che sollevano obiezioni. C’è una S strana nel numero di telaio, sia mai che qualcuno abbia segato il tetto ad una GT: per risolvere il dilemma bisogna coinvolgere direttamente la Ferrari che ne rivela la nobile origine. È proprio la prima GTS e lo dimostra la scritta 1S sulle cerniere del cofano posteriore. Tutto è bene quel che finisce bene.
