Autobianchi Giardiniera, una piccola utilitaria dal cuore grande - Ruoteclassiche
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03/04/2021 | di Laura Ferriccioli
Autobianchi Giardiniera, una piccola utilitaria dal cuore grande
Arriva da Belluno la bella storia dell'Autobianchi Giardiniera impiegata dalla famiglia Pirolo per le vaccinazioni a domicilio.
03/04/2021 | di Laura Ferriccioli

Nel bellunese una delle Autobianchi Giardiniera della famiglia Pirolo fa viaggiare le vaccinazioni a domicilio, ecco la sua storia.

Il vaccino contro il Covid arriva in auto d’epoca. È l’iniziativa di due medici di base di Belluno, che da una settimana girano nella loro provincia a bordo di un’Autobianchi Giardiniera del 1972 per restituire un inizio di speranza di libertà agli anziani costretti a casa. Si chiamano Giulio e Lucia Pirolo, sono padre e figlia e affrontano giornate di lavoro molto lunghe, a ritmo anche intenso. “Le Asl hanno chiesto una mano ai medici, e abbiamo dato la nostra disponibilità come hanno fatto altri dottori”, ha spiegato lei al Corriere della Sera.

Storie di famiglia. Perché proprio una Autobianchi Giardiniera? Che la piccola sia un’indomabile seduttrice non è un mistero. Ha lo stesso irresistibile appeal della Fiat Nuova 500, dalla quale è stata sviluppata. È capace di suscitare simpatia e anche un certo batticuore – del tipo che arriva direttamente al portafoglio, nonostante i prezzi attuali non proprio a buon mercato – anche in chi alla storia dell’automobilismo non si interessa più di tanto. Sono auto iconiche, lei e la 500, simboli del made in Italy che hanno motorizzato il Paese. Non a caso, la Cinquecento è la creazione di Dante Giacosa successiva alla Topolino, un best seller dalla meccanica semplice che ha sbancato. In questo caso, però, c’è di più: il dottor Pirolo è appassionato di motorismo storico e aveva a disposizione 16 “Cinquini” tra cui scegliere, collezionati negli anni. “In casa gli argomenti sono la medicina e i motori d’epoca”, ha rivelato la figlia.

Soluzioni ingegnose. La trasformazione dell’Autobianchi in auto medica, su disegno del figlio del dottor Pirolo, che è designer di automobili, ha fatto nascere la deliziosa vettura bianca con la croce rossa dipinta sulle fiancate che fa ritrovare il sorriso ai destinatari delle iniezioni. Tutte persone fra i 70 e i 79 anni che quando il modello è uscito, nel 1968, erano intorno ai vent’anni. Se la ricordano bene, la 500 allungata che offriva la possibilità di caricare bagagli e merci pesanti. Una particolarità della Giardiniera è infatti il portellone posteriore, incernierato a sinistra, che integra anche una piccola parte di tetto: ribaltati i sedili posteriori, si ottiene un vano di circa un metro cubo nel quale può essere sistemato un carico di 200 kg. Il motore è stato allocato apposta sotto il pavimento, con una sistemazione rivoluzionaria che ha interessato il carburatore e tutti i principali organi meccanici. Con una potenza di 17,5 CV, il collaudato bicilindrico da mezzo litro fa sfrecciare la piccola “latin lover” a trazione posteriore fino a 100 all’ora, a fronte di consumi molto bassi.

Un clone perfetto. Del tutto invariata rispetto allo stesso modello realizzato dalla Fiat, l’Autobianchi Giardiniera è uscita dallo stabilimento di Desio, a nord di Milano, subito dopo le seconde serie della Primula, un’auto che ha riscontrato un buon gradimento da parte del pubblico. Il marchio era nato 13 anni prima con una partecipazione al 33% dell’antica fabbrica milanese Edoardo Bianchi & C., Fiat e Pirelli. All’inizio della produzione, nel 1966, e fino all’arrivo della 500 F, la Giardiniera era ancora marcata Fiat dato che veniva assemblata assieme alle Fiat 500 D sulle linee della Bianchina, che aveva la stessa meccanica della Cinquecento.

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