Si è svolta ieri, 14 luglio, la rievocazione della Prova Resistenza Veicoli Province Venete, che ha avuto luogo per la prima volta 120 anni fa. Allo start una selezione incredibile di ancêtre costruite entro il 1904
Lo avevamo scritto e lo sottolineiamo ancora: serviva coraggio per creare una manifestazione di sole ancêtre, cioè di veicoli costruiti entro il 1904, in un Paese come l’Italia dove la produzione automobilistica ha visto meno pionieri di altri paesi europei. Da noi la passione per le antenate non ha mai preso piede tra i collezionisti, come invece succede in Francia, nel Regno Unito e in Germania. E visto che, volendo parafrasare Winston Churchill, delle virtù umane il coraggio è la migliore perché dà origine a tutte le altre, l’esperimento, perfetto in ogni sua parte, è stato un successo. Certo, i partecipanti non erano molti, solo 22. Ma Umberto Voltolin, l’organizzatore della Prova Resistenza Veicoli Province Venete - questo il nome dell'evento -, è riuscito a coinvolgere la crème dei collezionisti italiani che danno attenzione a questo primo periodo di storia dell’automobile.
Ottanta km di rarità. Dall’Italia provenivano l’Isotta Fraschini telaio numero uno della Lopresto Collection, la De Dion Bouton di Gigi Baulino, tutta conservata dal 1901, e una Renault del 1902, solo per citarne alcune. Nella Prova Resistenza Veicoli Province Venetei si sono potute ammirare in movimento anche motociclette rarissime, come la Quentin di Enrico Viti, e due spettacolari tricicli fra i quali il Perfecta Sport del 1899 di Graziano Deinelli, che ha affrontato il sole cocente e la calura della giornata in frac d’epoca e bombetta senza battere ciglio.
La London to Brighton italiana. Altri veicoli, troppo delicati per via dell’etào non marcianti, sono stati esposti all’arrivo, in piazza della Libertà a Bassano del Grappa, e anche alla partenza, in aggiunta alle chicche del Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar. Erano tutti pezzi d’eccezione, come la vetturetta Chizzolini, costruita a Brescia nel 1897, e la Cottereau Populaire del 1903, in prestito dal Museo Nicolis di Villafranca di Verona. Gli equipaggi stranieri erano cinque, arrivati da Olanda, Austria, Germania e Inghilterra. I più noti sono risultati senz’altro i tre fratelli Ward, dei quali Daniel è giudice al concorso d’eleganza della London to Brighton Veteran Car Run e Toby fa parte del comitato che stabilisce le ammissioni. Hanno manifestato grande entusiasmo nei confronti della Prova Resistenza, che della celebre corsa britannica di auto pre 1905 si può considerare a pieno titolo la versione in salsa mediterranea: seppure in versione ridotta, ça va sans dire, rispetto ai 450-500 equipaggi che partecipano all’ombra del Big Ben in ogni edizione. “L’ideale per l’anno prossimo sarebbe avere una cinquantina di veicoli”, sospira soddisfatto Voltolin in chiusura della giornata. E, visti i tanti complimenti che ha ricevuto e gli apprezzamenti per l’organizzazione da parte di tutti i partecipanti, di dubbi sul fatto che riuscirà a radunarli ve ne sono ben pochi.