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25/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
Beni culturali e auto storiche: il commento di Filippo Bolaffi
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento dell'amministratore delegato della casa d’aste torinese in merito all’intervento della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Milano nella vendita di Arese dello scorso mercoledì
25/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento dell'amministratore delegato della casa d’aste torinese in merito all’intervento della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Milano nella vendita di Arese dello scorso mercoledì

L’intervento della Sovrintendenza dei Beni Culturali in seno all’asta di Bolaffi del 23 maggio ad Arese ha sollevato grandi perplessità tra i collezionisti e avviato un dibattito sull’opportunità o meno dell’uso dei provvedimenti di notifica nel campo delle aste di auto storiche. Ruoteclassiche se ne sta occupando approfonditamente e quanto prima tornerà sull’argomento.

Nel frattempo riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Filippo Bolaffi, amministratore delegato della Casa d’aste di famiglia, che proprio mercoledì scorso si è visto comunicare ben sette procedimenti di notifica bloccando di fatto la vendita di sette importanti auto e provocando un danno che secondo lui è stato di 1,5 milioni di euro.

Un intervento di parte a cui cercheremo di far seguire anche quelli di coloro che sostengono posizioni diverse. Lo spazio dei commenti a fondo pagina è comunque sempre a disposizione di chi voglia intervenire sull’argomento.

Ecco il testo del comunicato di Filippo Bolaffi:

“Il ministero dei Beni culturali ha in mente un nuovo museo? O ha deciso di ammazzare il collezionismo di auto d’epoca?”
“Aste Bolaffi entra nella storia, fin dalla sua prima asta di auto e moto classiche. Infatti non esistono precedenti di autovetture oggetto di un procedimento di notifica. Noi, invece, ne abbiamo ricevute ben sette.

Questo mi fa pensare che la Soprintendenza abbia in mente la creazione di un nuovo Museo dell’automobile poiché non vedo alcuna logica storico-collezionistica nel notificare multipli con ben 500 esemplari, oppure auto con documentazione o fabbricazione straniera, o ancora – caso estremo - vetture con meno di 70 anni…

Se il principio è che tutte le auto d’epoca sono diventate “patrimonio culturale”, allora attenzione ai prossimi raduni (come il Concorso d’eleganza di Villa d’Este che inizia proprio domani…), alle fiere, agli autosaloni e, ovviamente, alle case d’asta, perché qualsiasi macchina importante con più di 70 anni (o a questo punto anche più giovane) è a rischio notifica.

Ovviamente questo farebbe morire il mercato italiano delle auto da collezione (tutti le nasconderebbero in garage), alimentandone immediatamente ed esclusivamente solo la vendita all’estero.

Ma visto che la Soprintendenza non può essere così impreparata in materia e poco lungimirante, sicuramente sta meditando alla realizzazione di un nuovo museo. E i 1.500.000 euro di auto che ci sono stati vincolati ieri, terrorizzando il mercato italiano e facendo ovviamente fuggire i compratori stranieri, sicuramente troveranno una bella sistemazione.

Ultimo dettaglio: una delle prescrizioni della “notifica” è che prima di spostare l’oggetto interessato, bisogna sempre chiedere una preventiva autorizzazione allo spostamento. La Soprintendenza del caso, se ne sussistono le condizioni, rilascia quasi sempre un parere positivo. Peccato però che ci mette circa 60 giorni. Quindi adesso i proprietari delle auto che ci erano state affidate all’asta, per andare a fare la gita al mare il week-end con il proprio gioiello, devono portarsi anche l’abbigliamento pesante al seguito, visto che il permesso per spostare il veicolo arriverà giusto in tempo per l’arrivo della brezzolina autunnale.

Questa è una gravissima limitazione alla disponibilità del bene e assolutamente contraria all’ordinamento giuridico. Sicuramente in Soprintendenza ci avranno già pensato, per cui rinnovo la mia convinzione che c’è una nuova destinazione museale all’orizzonte”.

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