Bentley R Type, aristocratica transizione - Ruoteclassiche
Cerca
Auto
14/01/2022 | di Giancarlo Gnepo Kla
Bentley R Type, aristocratica transizione
Con la R Type, nel 1952, Bentley presentava la seconda generazione di modelli postbellici: la berlina "standard" venne seguita dall'affascinante coupé Continental: la più veloce quattro posti del tempo. Ecco la storia e l'evoluzione di queste magnifiche vetture!
14/01/2022 | di Giancarlo Gnepo Kla

Con le sue linee morbide e sinuose, la R Type accompagnò Bentley nel passaggio dai modelli legati ai canoni anteguerra al nuovo corso, introdotto con le “S Series”, le gemelle della Rolls-Royce Silver Cloud svelate nel 1955. Presentata in veste berlina, la Bentley R Type venne seguita dalla magnifica R Type Continental. Eccole in dettaglio.

Nel 1952 la Casa della B Alata presentò la R Type: seconda generazione delle lussuose berline Bentley sostituiva la Mark VI, riprendendo l’impostazione generale e lo stesso frontale, mentre, nella zona posteriore, la nuova conformazione del baule consentì di raddoppiare la capacità e caricare più agevolmente i preziosi bauli della facoltosa clientela durante i viaggi.
In virtù della vicinanza tecnica e stilistica con la serie precedente, durante lo sviluppo il nuovo modello venne indicato come Bentley Mark VII. Infatti, anche le schede tecniche interne presentano le auto di questa generazione come “Bentley 7”. Il nome “R Type” derivò dal particolare tipo di telaio impiegato, appartenente alla serie RT.

La tecnica. La Bentley R Type era spinta dallo stesso 4 litri e mezzo (4.566 cc), impiegato sulle ultime versioni della Mark VI. L’unità era un sei cilindri in ghisa con testa in alluminio, alimentata da due carburatori SU Type H, beneficiò di uno starter automatico montato sul carburatore. La trasmissione si avvaleva invece di un cambio manuale a quattro marce, con l'opzione di un cambio automatico a quattro velocità, molto avanzato per l’epoca, che divenne standard sui modelli successivi. La R Type fu quindi l'ultima Bentley disponibile con il cambio manuale.
Le sospensioni erano di tipo indipendente, con molle elicoidali sull’asse anteriore e balestre semi ellittiche su quello posteriore. Rispetto alla Mark VI, la R Type presentava un differente attacco delle molle posteriori, per migliorare la tenuta di strada e l’assorbimento. Infine, l’impianto frenante, abbastanza complesso, era composto da tamburi da 311 mm azionati idraulicamente nella parte anteriore e meccanicamente al posteriore, mediante un servocomando collegato dal cambio.

Gemelle diverse. Con l’acquisizione della Bentley da parte della Rolls-Royce non c’era da stupirsi se la R Type era molto simile alla sorella “Silver Dawn”, dalla quale si differenziava per la griglia frontale smussata, in luogo del radiatore a mo’ di tempio greco sormontato dalla celebre statuetta dello “Spirit of Ecstasy”. Proposta ad un prezzo leggermente inferiore, la R Type ottenne un successo maggiore, totalizzando circa 2.500 unità contro le 760 della Silver Dawn.

Special commission. Presentata come berlina “standard” con scocca in acciaio, la R Type venne realizzata in numerose varianti fuoriserie. Il pubblico di riferimento cercava spesso un'auto speciale e distintiva, perciò molti clienti acquistarono il telaio nudo, da vestire con carrozzerie personalizzate eseguite dai più rinomati atelier britannici come H. J. Mulliner & Co e Park Ward (poi acquisite dalla Rolls-Royce), Harold Radford, Freestone e Webb o, ancora, Carrosserie Worblaufen.
Ciascuno reinterpretò l’idea originale, seguendo uno stile che poteva variare dalle grandiose linee fluide di Park Ward alle forme conservatrici, quasi prebelliche, di Freestone e Webb. Harold Radford invece puntava su conversioni per esaltare la praticità, operando modifiche come il portellone posteriore a e l’installazione di sedili posteriori pieghevoli, a corredo del sontuoso allestimento specificato in origine.

Alta velocità. La R Type Continental era una variante coupé, ad alte prestazioni della R Type: la più veloce quattro posti in produzione nei primi anni 50. Il primo prototipo venne sviluppato dal team di progettisti e ingegneri della Rolls-Royce Ltd., capeggiato da Ivan Evernden e dal carrozziere H. J. Mulliner & Co.
Va precisato che all’epoca Rolls-Royce cooperò con H. J. Mulliner (rilevata nel 1961) e non con la “propria” carrozzeria Park Ward (parte di Rolls-Royce dal 1939), poiché Mulliner aveva sviluppato un nuovo metodo per la produzione di carrozzerie leggere, utilizzando il metallo al posto delle tradizionali carrozzerie con intelaiatura in frassino.
Lo stile venne definito da Stanley Watts della H. J. Mulliner e fu sviluppato mediante test aerodinamici condotti in galleria del vento con l’aiuto dell’assistente Milford Read. Caratterizzata da un profilo slanciato, con padiglione spiovente, al posteriore spiccavano delle piccole pinne che miglioravano la stabilità dell'auto in velocità e in caso di forti venti trasversali. Per la “Continental” fu specificato un peso massimo in ordine di marcia 1.700 kg al fine di mantenere i pneumatici entro un limite di carico sicuro, anche alla velocità massima pari a 190 km/h. Elevatissima per un modello stradale dell’epoca.

La chiamavano Olga. Il prototipo, messo su strada nell’agosto del 1951, era contraddistinto dal numero di telaio 9-B-VI e dal numero di targa OLG-490, che gli valse il soprannome di "Olga". La prima serie della Bentley R Type Continental impiegava il telaio della Mark VI e, a differenza della berlina, era dotata del controllo manuale della miscela, azionabile con una levetta sul voltante in luogo dello starter automatico.
L’unità motrice era la stessa della R Type standard, con carburazione, induzione e collettori di scarico modificati, insieme a rapporti di trasmissione più lunghi. Il rapporto di compressione fu portato da 6,75:1 a 7,25:1, mentre il rapporto di trasmissione finale fu aumentato (abbassato numericamente) da 3,41 a 3,07. La Bentley Continental fu prodotta principalmente per il mercato interno, per un totale di soli 207 esemplari (164 con guida a destra, più 43 esemplari con guida a sinistra per l'uso all'estero).
Il telaio veniva prodotto nell’impianto Rolls-Royce di Crewe e condivideva molte componenti con la R Type “standard”. A partire dal mese di luglio del 1954, il modello venne equipaggiato con un motore dall’alesaggio maggiore, 94,62 mm, che risultò in una cilindrata di 4,9 litri (4.887 cc).

Fuoriserie per nascita. Anche le Continental vennero spesso consegnate come autotelaio ai carrozzieri preferiti dal committente. La maggior parte degli esemplari, tuttavia fu realizzato da H. J. Mulliner & Co, già artefice del primo prototipo, caratterizzandosi per lo slanciato profilo fastback. Si contano poi sei esemplari realizzati a Londra dalla consociata Park Ward, inclusa una successiva versione convertibile, indicata come “Drophead Coupé”. La parigina Franay costruì altre cinque vetture.
Anche i carrozzieri elvetici si cimentarono nella personalizzazione delle Continental, tra queste ricordiamo la Graber (che ne costruì tre, una delle quali venne modificata a posteriori dalla Carrosserie Köng di Basilea). Infine, James Young, altra storica carrozzeria londinese, nel 1954 realizzò una particolare “Sports Saloon” per il proprietario dell'azienda, James Barclay. All’appello anche le nostrane Pininfarina e Bertone che annoverano la Bentley R Type Continental nella lunghissima lista di modelli speciali.

Elitaria, oggi come ieri. La squisita lavorazione artigianale, la storia e la rarità della R Type Continental sono i fattori che hanno reso questo modello particolarmente ambito tra i collezionisti di auto, al punto che, nel 2015 una R Type Continental del 1952 da restaurare sia stata venduta per oltre 1 milione di dollari.
Se invece volete godervi l’atmosfera da salotto all’inglese, spendendo cifre decisamente più umane, la più convenzionale R Type può essere la scelta giusta.

COMMENTI
In edicola
Segui la passione
Aprile 2024
Protagonista della copertina di aprile è l'ultima De Tomaso Pantera costruita. Regina è la Mercedes 500/540 K, poi vi presentiamo l'unica Porsche 917 stradale allestita dalla Casa, la più sportiva delle Alfa Romeo 155, la Turbo Q4 e il Test a test fra Mitsubishi 3000 GT e Toyota Supra
Scopri di più >