Asi Net Zero Classic: in quattro parole è racchiusa la filosofia della ricerca ideata dall’Asi, la federazione che dal 1966 tutela e conserva il patrimonio del motorismo italiano, per fornire il proprio contributo alla sostenibilità ambientale anche alla guida di auto d’epoca.
La soluzione per il futuro? Se ne è parlato oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, nel convegno “Il contributo dei bio-carburanti per il raggiungimento degli obiettivi UE Fit for 55”, svolto su impulso del vicepresidente della Camera, onorevole Giorgio Mulè. L’evento ha dato l’occasione per illustrare i risultati degli studi e test condotti dall'Asi Automotoclub Storico Italiano, con le Università degli Studi di Firenze e di Trieste, il Politecnico di Milano, Quattroruote, Ruoteclassiche e InnovHub - Stazione Sperimentale Carburanti.
Il protagonista. Al centro del test, il biocarburante realizzato dalla britannica Coryton: non un e-fuel, ma un derivato dalla coltivazione di vegetali, scarti agricoli o di allevamento, lavorazione del legno e persino dalle alghe. Con meno dell’1% di bioetanolo, può essere utilizzato senza problemi nei motori endotermici.
Performance incoraggianti ed emissioni ridotte. In pratica, è stato spiegato, potremmo davvero essere davanti a una soluzione. Come ha posto in rilievo Alberto Scuro, presidente dell’Asi: “I risultati ottenuti con l’uso delle bio-benzine indicano chiaramente che non ci sono variazioni di performance, se non addirittura in senso positivo in alcune occasioni, che i consumi non aumentano, che le temperature dei gas di scarico sono invariate, che le emissioni diminuiscono significativamente per i principali parametri oggi nel mirino”.
Anche in pista a Vairano. In virtù della partnership con Quattroruote e Ruoteclassiche, il test è passato a maggio 2024 anche dalla nostra pista di Vairano: una Lancia Stratos HF del 1975, di proprietà dell’Asi e rifornita con biocarburante, ha percorso una “sei ore” da 639 km senza mostrare alcuna flessione in termini prestazionali rispetto all’uso di benzina verde. Risultati lusinghieri che il nostro direttore, Gian Luca Pellegrini, ha commentato ricordando quanto “la prova in pista sia stata la parte più divertente del test, in linea con l’esperienza professionale di Quattroruote che svolge prove dalla sua nascita, oltre 60 anni fa”. Se quella di Asi, ha proseguito Pellegrini, è stata una scelta di responsabilità e attenzione, tenendo conto che l'impatto delle vetture storiche sull’ambiente non è di certo tra i più rilevanti in termini di CO2 emessa, a livello legislativo si dovrebbe considerare che il parco circolante di tutti i giorni è composto da vetture vetuste che potrebbero di certo avvantaggiarsi dall’utilizzo dei bio-carburanti.
Dopo la Stratos, la Flaminia. Sarà ancora una volta una vettura di casa Lancia a condurre il prossimo test annunciato oggi. Con una Flaminia GT Touring del 1963 - sempre appartenente all’Asi ed esposta oggi alla Camera dei Deputati - la prova si svolgerà lungo ben 10.000 km: una percorrenza monstre dato che “le auto storiche - come precisato da Francesco Di Lauro, presidente Commissione Asi Green - si collocano in media entro i 1.000 km l’anno di percorrenza”.