Gli anni 90 sono stati testimoni dell’ingresso sempre più invadente dell’elettronica in auto, ma la BMW M3 della generazione E36 è un ottimo esempio di sportiva che dosa alla perfezione l’assenza di gran parte degli ausili elettronici, con un senso di comodità e sicurezza - che si traduceva anche in facilità d’uso - sconosciuto al modello che l’aveva preceduta.
Sportiva sì, ma meno aggressiva. Se alcuni non mancarono di considerarla troppo “morbida” e accomodante, i dati di vendita dettero immediatamente ragione alla BMW, con il numero totale di esemplari che già nei primi due anni di commercializzazione superò la produzione totale della E30. Esternamente la M3 si riconosceva sia per il paraurti anteriore di maggiori dimensioni, ricco di prese d’aria, sia per un accenno di estrattore al posteriore, mentre lo spoiler sul baule era optional. Spiccavano, inoltre, le minigonne in tinta carrozzeria e, soprattutto, i bellissimi specchietti retrovisori a goccia, ma anche i cerchi di lega da 17”, di disegno specifico, che contribuivano a esaltare l’innato equilibrio tra sportività ed eleganza.
La prima col 6 cilindri. La novità più rilevante, però, era stata riservata al comparto meccanico, a partire dal motore, che guadagna due cilindri e, con 2.990 cm3 eroga 286 CV, grazie anche al variatore di fase a controllo elettronico Vanos. Le prestazioni erano da vera supercar, con una velocità massima autolimitata di 250 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6 secondi, ma la presenza del 6 cilindri comportava anche fluidità e assenza di vibrazioni, donando un carattere decisamente diverso alla E36 che, per dimostrare tutta la sua versatilità, venne declinata - a partire dal 1994 - anche in versione berlina e cabriolet.
Con la Evo si toccano 321 CV. L’abitacolo della M3 E36 era dominato dai massicci e profilati sedili sportivi, mentre per il resto erano i dettagli a definire il modello, soprattutto grazie al logo M presente su pomello del cambio, battitacco e cruscotto. Risale al 1995 l’introduzione, con la versione Evolution, del motore da 3.2 litri e 321 CV, con doppio Vanos - sia sull'albero a camme di aspirazione sia su quello di scarico - abbinato al cambio manuale Getrag a 6 rapporti (con l’opzionale SMG semiautomatico disponibile dal 1997) che sostituiva il precedente ZF a 5 marce. Altri aggiornamenti comprendevano molle e ammortizzatori più rigidi e una nuova cremagliera per rendere lo sterzo più reattivo.
La GT è da collezionisti. Anche il nuovo Abs era stato sviluppato appositamente per l'Evolution, mentre le pinze freno provenivano dalla M5. Una chicca, che sarà mantenuta solo per due anni, erano le portiere di alluminio, per risparmiare peso, mentre esternamente gli unici segni rivelatori erano gli indicatori di direzione trasparenti e i cerchi di lega di nuovo disegno. Con soli 365 esemplari, prodotti nel 1994, la M3 GT (295 CV e 30 kg in meno di peso) è oggi una delle versioni più ambite: un unico colore, British Racing Green, splitter anteriore regolabile, spoiler specifico e sedili di Alcantara nera con inserti di pelle verde. Difficile trovarla a meno di 90 mila euro, mentre per una M3 coupé "normale" possono bastare 30-40 mila euro.