Nel 1971 la Casa bavarese proponeva un’inedita variante della Serie “02”, la famiglia di classe media, dotata di portellone posteriore. L’auto non incontrò i favori del pubblico ma aprì la strada a BMW per cimentarsi in segmenti mai esplorati prima.
Nella seconda metà degli anni 60, la BMW si stava riprendendo dalla terribile crisi che rischiò di portarla al fallimento. Nel corso del decennio fu determinante l’avvento di una nuova generazione di berline medie: la cosiddetta Neue Klasse. In quel periodo la Casa di Monaco aveva acquisito anche un’azienda “minore” del panorama automobilistico tedesco, la Glas. Questa produsse per conto di BMW delle coupé compatte, dal profilo fastback: la Glas GT e poi la BMW 1600 GT che, pur vantando una linea piacevole firmata da Pietro Frua, non ottenne un grande successo commerciale. I vertici BMW, tuttavia, intuirono che oltre alle berline e le coupé, di linea classica, occorreva presentare qualcosa di più audace e distintivo. Nacque così la Serie 02 Touring.
I primordi. A Monaco pensavano di dare un’erede, più sportiva, alla 1304 CL, una piccola utilitaria con carrozzeria familiare a due porte prodotta dalla Glas. Già nel 1965, al Centro Stile BMW, Georg Bertram presentò il primo disegno relativo ad una vettura di tipo shooting brake, indicata inizialmente con il nome “City”. Al progetto “114 K” contribuì anche Giovanni Michelotti che disegnò alcune proposte per il modello definitivo sulla base delle nuove BMW 1600.
L’avvento della 02 Touring. Dopo vari ripensamenti, lo sviluppo del modello venne accelerato nel 1969, in quanto la concorrenza stava presentando alcune coupé con caratteristiche simili alla futura BMW. Tra queste ricordiamo la Ford Capri, più sportiveggiante e l’affascinante Volvo 1800 ES.
Sul modello di produzione, presentato nel 1971 con la sigla E6, vennero adottate le stesse motorizzazioni dei modelli Neue Klasse e della Serie 02: nasceva ufficialmente la Serie Touring. Essendo la 02 più recente e appetibile a livello stilistico, da questa la Touring riprese buona parte della scocca e della componentistica. La nuova variante si differenziava per la carrozzeria due volumi e mezzo: con due porte e il portellone posteriore si poneva a metà strada fra una piccola station wagon e una coupé. Per un marchio poco avvezzo al cambiamento, come lo era BMW ai tempi, fu una rivoluzione.
I modelli. La gamma si articolava sulle motorizzazioni 1600, 1800, 2000 e 2000 Tii, tutte a quattro cilindri, capaci di erogare potenze comprese tra gli 85 e i 130 CV, erogati dalla “Tii” con iniezione meccanica Kugelfischer. Per rimarcare la “modernità” del nuovo modello, venne proposta anche la 2000 Touring Automatic, dotata come è facile intuire di cambio automatico. Per gli altri modelli la trasmissione si avvaleva di un classico cambio manuale a 4 marce.
I tempi non erano maturi. La Touring, tuttavia, non venne compresa: la particolare conformazione del posteriore divideva le opinioni. Senza contare il fatto che, fino a quel momento le linee BMW ricalcavano stilemi classici e un imprinting decisamente tradizionalista. Dopo soli tre anni, la Serie Touring uscì di produzione nel 1974, rimpiazzata da una nuova “1500” della Serie 02, con la classica carrozzeria tre volumi e due porte e il motore depotenziato del modello 1600/02.
Eppure, snobbata dalla clientela, la Touring fu una delle primissime berline tre porte, soluzione che oltre 20 anni dopo BMW ripropose con la Serie 3 Compact, su base E36. Anche in questo caso però i risultati non furono entusiasmanti. Soltanto con la Serie 1, lanciata nel 2004, BMW riuscì a sfondare nel segmento delle compatte.
L’eredità. Il nome “Touring”, invece, venne riproposto con successo sulla E30, la seconda generazione della Serie 3 e, dalla metà degli anni 80, accompagna una fortunata stirpe di auto familiari dedicate a chi non vuole rinunciare al piacere di guidare.