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17/09/2019 | di Andrea Zaliani
BMW Serie 6 (E24), l’affascinante squalo bavarese
Design dalla marcata personalità e motore brillante. Tutt’ora la prima generazione della Serie 6 “strega” numerosi appassionati.
17/09/2019 | di Andrea Zaliani

Design dalla marcata personalità e motore brillante. Tutt’ora la prima generazione della Serie 6 lascia a bocca aperta gli appassionati della Casa dell'elica. E non solo loro...

Le origini della prima generazione della BMW Serie 6, contraddistinta dalla sigla di progetto E24, risalgono ai primi anni Settanta. Il reparto di sviluppo del marchio affida, in contemporanea, il compito di disegnare una prestigiosa coupé a due differenti team: da una parte il centro stile BMW, guidato da Paul Bracq, e dall’altra un’equipe diretta da Giorgetto Giugiaro. Alla fine, dopo numerose consultazioni, i dirigenti tedeschi decidono di puntare sul lavoro presentato da Bracq. Il debutto in società della Serie 6 avviene al Salone di Ginevra del 1976. Le sue particolari forme, con linee tese e ampie superfici vetrate, vengono subito accolte con entusiasmo dal pubblico. L’originale conformazione dell’anteriore, caratterizzato da una calandra di plastica con inglobato il doppio rene centrale, regala inoltre all’auto il soprannome di Squalo.

Look aggressivo, motore vigoroso. Due le versioni disponibili al momento del lancio, 630 CS e 633 CSi, equipaggiate con propulsori sei cilindri in linea. La prima utilizza un 3.0 litri da 185 cv, con carburatori a doppio corpo Solex. La seconda, invece, impiega un 3.2 litri da 200 cv alimentato da un’iniezione meccanica L-Jetronic. Entrambe le unità sono affiancate da un cambio manuale a quattro rapporti e dall’immancabile trazione posteriore. Sotto la moderna carrozzeria si celano soluzioni tecniche all’avanguardia come la scocca con muso e coda deformabili, costruita per soddisfare al meglio anche i rigidi standard di sicurezza imposti dal mercato americano, dove verrà commercializzata (dal 1977) nella declinazione 630 CSi. Nel 1978 entra in commercio la 635 CSi: dentro al cofano un 3.5 litri da 218 cv, con trasmissione manuale a cinque rapporti. Nello stesso anno esce di scena la 630 CS per far spazio alla 628 CSi, che eredita dalla 528i il motore di 2.8 litri da 184 cv. Gli anni successivi non presentano grandi rivoluzioni nella storia del modello, ma modesti aggiornamenti nello stile e negli equipaggiamenti, affiancati da una progressiva riduzione delle versioni presenti a listino. Dopo essere stata prodotta in oltre 86mila esemplari, la storia della BMW Serie 6 (E24) si conclude definitivamente nel 1989.

La prova di Quattroruote. Le prime valutazioni della BMW Serie 6 (E24) pubblicate sulla “nostra” rivista sono datate maggio 1976. La vettura tedesca convince sotto tutti i punti di vista, ottenendo un giudizio più che soddisfacente. Oltre al piacevole design, vengono evidenziati degli interni impeccabili, con materiali e finiture d’alto livello. In particolar modo viene lodata l’innovazione introdotta dal cruscotto, considerata spettacolare. Si tratta del centro di diagnosi elettronico, una centralina con sette spie luminose, che permette di verificare il livello dell’olio, dell’acqua, del liquido dei freni, dell’acqua del lavavetro, l’usura delle pastiglie dei freni e il funzionamento dei fanalini posteriori. Piace anche la dinamica di guida, sia della 630 sia della 633 CSi, con un unico appunto. Il motore 3.2 (della 633 CSi) viene considerato come un’unità adatta a ogni tipo di utilizzo, quotidiano o sportivo, mentre il 3.0 (della 630) risulta leggermente fiacco per la sua cilindrata. Nel settembre del 1978 è tempo di analizzare la 635 CSi, considerata un filo troppo vistosa, principalmente a causa del marcato spoiler posteriore, ma dalle finiture eccellenti. Positivo il carattere del motore, non particolarmente brillante il nuovo cambio a cinque marce. Secondo il giornalista questo comando non replica la perfezione e la velocità di innesti sfoderate, in precedenza, dal quattro marce.

La quotazione attuale. Attualmente le prime versioni della Serie 6 (E24), ovvero le 628, 630 e 633 CSi mantengono dei prezzi abbordabili. La loro quotazione, riportata sui nostri listini ufficiali, può infatti variare da un minino di 6/6500 euro fino a un massino di 18/19500 euro, per un veicolo conservato in ottimo stato o completamente restaurato. Più elevato il range di prezzo inerente alla 635 CSi: 8500 -25500 euro per il modello prodotto dal 1978 al 1982, 9000 – 27000 euro per la versione successiva (1982-1989). In precedenza non vi abbiamo volutamente parlato della versione M635 CSi, perché meriterebbe un approfondimento dedicato, ma per correttezza vi segnaliamo che per potervene accaparrare una dovete essere disposti a sborsare dai 25000 fino ai 75000 euro.

Diteci la vostra. E voi, che tipi siete ? Preferireste guidare una classica 630 o una sportiveggiante 635 CSi? Ancora: avendo la possibilità di acquistare un’auto storica di questa tipologia, scegliereste proprio la BMW oppure optereste per un modello di un altro marchio? Fatecelo sapere attraverso un commento. Se poi avete dei ricordi particolari legati alla vettura tedesca, e vi va di condividerli con la community di Ruoteclassiche, non vi resta che una cosa da fare. Scriveteci la vostra storia all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.

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