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23/02/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Borgward, al Salone di Ginevra l’annuncio del ritorno
Il marchio tedesco Borgward, attivo dal 1919 al 1961, annuncerà all'imminente Salone di Ginevra il proprio piano industriale per il ritorno sul mercato automobilistico dopo oltre cinquant'anni di oblio.
23/02/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Il marchio tedesco Borgward, attivo dal 1919 al 1961, annuncerà al prossimo Salone di Ginevra (5-15 marzo) il proprio piano industriale per il ritorno sul mercato automobilistico dopo oltre cinqunt'anni di oblio. Ancora incerti i contorni dell’operazione e da dove provengano le “energie finanziarie” per il rilancio, anche se la maggior parte delle ipotesi propendono per un cospicuo aiuto da capitali cinesi (i diritti per lo sfruttamento del marchio sono stati acquistati nel 2008 dalla cinese Beiqi Foton Motor Company, controllata del colosso BAIC - Beijing Automotive Industry Holding Co.). Per ora, quindi, la rediviva Borgward si fa conoscere al grande pubblico attraverso le ottimistiche dichiarazioni di Christian Borgward, nipote del fondatore e Presidente di Borgward AG, che ha dichiarato: “Personalmente il rilancio della Borgward è un sogno di bambino che diventà realtà”.

La scelta del Salone svizzero ricalca un importante evento passato del marchio: all’edizione del 1949, infatti, fu lanciata la Borgward Hansa 1500 che segnò il ritorno alla produzione dopo i difficili momenti della seconda Guerra Mondiale. L’ingegner Carl F. W. Borgward, classe 1890, iniziò l’attività nel 1919 con una piccola azienda capace di una produzione molto diversificata secondo le richieste del mercato. Il business cominciò a “girare” quando, alla fine degli anni 10, riuscì a ottenere una commessa per la produzione di radiatori e parafanghi.

Nel 1921 Borgward fondò la Bremer Kuhlerfabrik Borgward & Co. Nel ’22, con l’acquisto di un fabbricato più ampio nella città di Brema, si concretizzò il progetto di una piccola vettura commerciale. Nacque la Blitzkarren, un veicolo a tre ruote con motore bicilindrico da 120 cm³ e 2,2 cavalli, perfetto per l’atmosfera depressa nella Germania post bellica, che fu affiancato dal più grande Goliath (1925).

Nel 1928, insieme a Wilhelm Tecklenborg, Carl F. W. Borgward acquisì la Bremer Hansa Lloyd Werke, fabbrica di veicoli commerciali. Nel ’32 apparve il Goliath Pionier per il trasporto di persone e, nello stesso tempo, l’azienda fu rinominata Hansa-Lloyd und Goliath-Werke Borgward & Tecklenborg oHG. Era nato il Borgward Group.

Durante gli anni 30 Borgward diede avvio alla produzione automobilistica con una gamma sempre più articolata e complessa: le piccole Hansa 400 e 500 (che sostituirono il Goliath Pionier), la Hansa 1100, la 1700, disponibile anche nella versione Sport e, nel 1936 la grande Hansa 3500 Privat con motore 6 cilindri 3,5 da 90 CV. Nel 1938 fu inaugurato un nuovo stabilimento dove fu iniziata la produzione delle Hansa 2000 e 2300 ma nel ’39, con lo scoppio della Guerra, la produzione fu quasi completamente deviata verso autocarri e veicoli militari. La produzione automobilistica riuscì a continuare fino al ’42. Nel luglio del ’44, nel pieno imperversare del conflitto, un bombardamento distrusse la fabbrica e l’anno successivo l’azienda fu ulteriormente messa nei guai dall’accusa di collaborazionismo con i nazisti di Carl Borgward. Questi fu imprigionato per i successivi tre anni. Finito il conflitto, nonostante una situazione tutt’altro che semplice, Carl Borgward ricominciò l’attività. Creò tre distinte aziende: Goliath, Lloyd e Borgward tutte fortemente orientate all’innovazione.

Nel 1949, al Salone di Ginevra, fu lanciata la Borgward Hansa 1500, prima vettura di produzione tedesca della rinascita economica del Paese, nonché prima con carrozzeria di tipo Ponton. Fu successivamente seguita dalla Hansa 1800 e dalla Hansa 2400, la prima vettura tedesca equipaggiata con un cambio automatico. Invero, non ricevette grande approvazione da parte di stampa e pubblico, obbligando così a un deciso cambio di rotta. Borgward fece anche un tentativo nel settore delle corse con la Borgward Hansa 1500 RS, che vinse il record sulle mille miglia all’Autodrome de Montlhéry nel 1950, a una velocità di oltre 170 km/h di media.

Nel 1954, Borgward presentò un’auto completamente nuova, la Isabella. Fu subito un successo e, l’anno dopo, la produzione fu ampliata con l’introduzione della Combi (con carrozzeria station wagon) e della Touring Sport. In quell’epoca ben il 35% della produzione finiva negli Stati Uniti. Finalmente lanciato verso il successo, il Borgward Group festeggiò nel 1957 la sua vettura numero 500.000, un risultato che ne faceva il secondo costruttore tedesco dietro la Volkswagen. Lo stesso anno apparvero due nuove versioni: l’Isabella TS de Luxe e la Coupé. La straordinaria performance del Gruppo (solo negli Stati Uniti la rete commerciale contava oltre 500 partner) attirò l’attenzione di Chrysler, che tentò l’acquisizione con un’offerta da 220 milioni di Marchi svizzeri per l’acquisto del 51%. Ma Borgward rifiutò.

Nel 1959 fu presentata la P100. La berlina di lusso tedesca, introdotta al Salone dell’Auto di Francoforte, segnò una prima mondiale nel settore automobilistico: gli ammortizzatori ad aria. Questa vettura, largamente apprezzata, contribuì al raggiungimento del maggior risultato di bilancio della storia del Gruppo, con un fatturato di oltre 630 milioni di Marchi.

Il mercato americano rappresentava la chiave per il successo della Borgward. Così quando, alla fine degli anni 50, esplose in America la peggiore crisi dal dopoguerra, nota come Recessione del 1958, l’importatore ufficiale Borgward sul continente fu seriamente danneggiato e, di conseguenza, anche la Casa Madre. Iniziò un inesorabile calo di vendite, destinato ad aggravarsi fino all’epilogo del 1961: dopo il rifiuto da parte del senato di Brema di concedere un prestito da 10 milioni di Marchi, per il Gruppo fu il collasso.

Tutta l’infrastruttura produttiva fu venduta e trasferita in Messico nel 1963. Lo stesso anno Carl Borgward morì. La produzione riprese nel ’67 a Monterrey e, fino al 1970, furono prodotte poco più di 2000 esemplari della 230 GL, omologa della P-100.

Alvise-Marco Seno

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