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CADE IL MONOPOLIO ASI

Finalmente è stata fissata la data per la discussione in Senato del disegno di legge proposto dal Sen. Magnalbò riguardante i veicoli di interesse storico: il 27 ottobre. Tra le novità contenute nella legge:

– revisione ogni quattro anni con l’esenzione della prova di analisi dei gas di scarico;
– esenzione dalle restrizioni riguardanti la circolazione nei centri storici, salvo disposizioni contrarie emanate dagli enti locali, per tutti i veicoli oltre i venticinque anni di cilindrata inferiore a 1000 cm3, per i veicoli certificati come storici con motore a quattro tempi fino a 1300 cm3 e per tutti i veicoli storici di qualsiasi cilindrata e anche con motore a due tempi purché partecipanti a manifestazioni regolarmente autorizzate;
– l’attribuzione di una targa d’identificazione con il suffisso “H” (historic) per tutti i veicoli storici e l’iscrizione in un apposito registro;
– esenzione automatica dalle tasse di proprietà per i veicoli di costruzione anteriore ai venticinque anni;
– imposte e diritti che gravano sui trasferimenti di proprietà fissati a 50 euro;
– fine del monopolio dell’Automotoclub storico italiano nella compilazione della lista dei veicoli storici.

Secondo il disegno di legge infatti sono da considerarsi veicoli di interesse storico tutti quelli dichiarati tali da un’apposita commissione composta da rappresentanti del Ministero per i beni e le attività culturali, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell’Automobilclub Italia (Aci), dell’Automotoclub storico italiano (Asi), dell’Associazione amatori veicoli storici (AAVS) e da tutti gli altri enti e associazioni riconosciuti e aderenti alla Federazione internazionale veicoli storici (Fiva) e da un rappresentante di ciascuna casa automobilistica costruttrice italiana.

La legge, riconoscendo al patrimonio motoristico lo status di bene storico, culturale e tecnologico da tutelare per comprendere l’evoluzione della moderna civiltà industriale, introduce finalmente modifiche a lungo attese.

Alla base di questo progetto due considerazioni fondamentali. La prima è che i veicoli di “interesse storico” o di “particolare interesse storico” non possono essere assimilati a nessun altro tipo di veicolo e che, di conseguenza, essi devono costituire una categoria a sé, soggetta ad una normativa specifica. La seconda sottolinea come l’inquinamento causato da questi veicoli a livello di emissioni sia irrilevante, dato che il loro numero è esiguo e l’uso occasionale. Speriamo che i tempi non siano, come spesso accade, troppo lunghi.

Per leggere il disegno di legge cliccate il link sopra il testo.

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