Il grande pilota e costruttore americano Carroll Shelby era nato l’11 gennaio 1923, un secolo fa. La passione per le auto l’ha accompagnato fin da ragazzino, prima come pilota e poi da costruttore
Carroll Shelby era nato l’11 gennaio 1923 a Leesburg, nel Texas orientale. È una leggenda americana. Ha legato il suo nome a vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo. Prima di costruire bolidi, è stato pilota con buoni risultati, ma dovette interrompere presto la carriera: un problema al cuore, che lo affliggeva da quando aveva 7 anni, lo costrinse a reinventarsi. E così, non potendo più esibire la sua anima competitiva al volante, Shelby aprì una scuola per piloti e cominciò a costruire auto nel 1962.
Pilota velocissimo. Carroll, a 15 anni, già guidava la berlina Ford a due porte del padre. Amava, già allora, la velocità. Ma la guerra era alle porte. Nel 1942 si arruolò nel Corpo aereo dell’esercito statunitense. Pilotò molti aerei e, finita la guerra, si arruolò dall’Aeronautica Militare. E intanto pensava ad altre corse, in pista. Nel 1952 la sua prima vittoria su una MG-TC. Era l’inizio. Tra i suoi tanti successi, la vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 1959 al volante di un’Aston Martin, i 16 record di velocità americani e internazionali con l’Austin Healey 100S speciale con compressore e le stagioni 1958 e 1959 di Formula 1 con la Maserati 250F e poi l’Aston Martin DBR4-250. A sua carriera di pilota finì nel 1960.
La Shelby Cobra. Shelby aveva avuto modo di conoscere le auto europee (corse anche con Ferrari e Maserati) e continuava a domandarsi come mai in Usa non esistesse una vettura sportiva veloce come quelle del Vecchio Continente, ma con un motore molto più affidabile. Detto fatto. Comprò la licenza per importare l’AC Ace della AC Motors. L’Ace era mossa dal motore Bristol 2.0, ma Shelby cercava ancora più potenza per competere con le Chevrolet Corvette: così lo sostituì con un Ford V8 260. Era nata la Shelby Cobra, con l’allora mostruoso V8 289 e 427. La partnership Ford-Shelby è durata, con successo, 20 anni e ha portato alla nascita della Daytona Coupé ‘codatronca’, della GT40 e delle pazzesche Shelby GT500 Mustang. Quando Lee Iacocca lasciò la Ford per la Chrysler, Shelby lo seguì.
Le altre. Tra il 1983 e il 1989, nacque una serie di Dodge col marchio Shelby: si trattava di versioni elaborate di modelli già esistenti come la Dodge Daytona Shelby del 1989 o di varianti con il nome Shelby, come la Shelby GLHS. E arriviamo al 1991: nasce la Viper SRT, per cui Carroll fu consulente. Dopo qualche anno, nel 1999, la leggenda texana decide di mettersi in proprio e produce la Shelby Series 1. Il business non decolla. Dopo la produzione di 240 esemplari, il progetto fallisce. Ma la Ford, e siamo ai primi del Duemila, lo riprende a bordo. Quando Shelby ha già 80 anni.
Rientro in Ford. Il primo risultato di quella riunificazione è stata la Shelby Cobra Concept nel 2004, seguita dalla GR-1 l’anno successivo. Nel 2006 è il turno della GT500 (V8 5.4 con testate della Ford GT e 500 CV), la prima delle Mustang Shelby dell’era moderna. Intanto Shelby e la sua Shelby American Inc. di Las Vegas hanno continuato a produrre le immortali Cobra 289 e 427 e circa 500 Mustang Shelby all’anno. Nel 2012, con una salute sempre più precaria, a 89 anni (e dopo aver lasciato il letto dell’ospedale da poche ore) è presente al debutto della Shelby GT500 Mustang 2013. Se ne andrà di lì a poco, l’11 maggio 2012.
Il nome è sempre luminoso. Dopo la scomparsa di Carroll Shelby, resta il sodalizio tra Shelby American e Ford Mustang. Dalla fine del 2013 la società si è trasferita nei dintorni di Las Vegas, ha ampliato la gamma e continua a far divertire in pista.