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Piccole bombe francesi: Citroën C2 VTS, citycar impertinente

La C2 VTS, lanciata nell’agosto 2004, non si può considerare l’erede naturale della Saxo VTS, in quanto nel frattempo la gamma Citroën si è declinata in modo tale che la C2 va a posizionarsi nel segmento inferiore. In mancanza di versioni sportive della C3, però, la piccola francese non può che assumersi la responsabilità di coprire il ruolo, finendo purtroppo per deludere gli appassionati.

Look non indimenticabile. Rispetto alla Saxo, il design è in controtendenza: linee nette e squadrate, aspetto un po’ tozzo e dettagli come i cristalli laterali posteriori disallineati possono lasciare perplessi, ma, quantomeno, non si può dire che la francesina difetti in personalità. Cosa che invece non si può dire per l’abitacolo. La C2 VTS, infatti, si limita al volante rivestito di pelle, al pomello del cambio e ai pedali di alluminio e a due sedili sportivi, mantenendo però la strumentazione delle versioni normali e, ovviamente, le plastiche molto economiche. Anche esternamente, spoiler anteriore e posteriore e minigonne sono poco caratterizzanti e, inoltre, sono condivisi con la VTR, la sorella meno potente.

Un “millessei” brillante. Una volta compreso che quello della C2 VTS è un progetto votato al risparmio – al momento del lancio rappresenta la piccola sportiva più economica sul mercato, con un prezzo inferiore di 2.000 euro rispetto a quello di una Fiesta ST – si può iniziare ad apprezzarla. Il 4 cilindri 1.6, che raggiunge i 122 CV (12 in più della VTR), grazie a nuovi alberi a camme, iniezione e scarico e, con limitatore a 7.200 giri, ama frullare in alto, permettendo alla VTS prestazioni più che dignitose: 0-100 in 8,9 secondi e velocità massima di poco superiore ai 200 km/h. Non mancano una barra antirollio più robusta, molle più rigide all’anteriore e al posteriore. Specifici del modello, inoltre, i cerchi da 16″ con pneumatici 195/45.

Più pesante e meno agile. La C2 VTS rimane un’auto leggera, 1.090 kg, ma i pochissimi CV in più rispetto alla Saxo VTS non compensano i quasi 200 kg ulteriori di peso, dovuti anche a una dotazione più ricca, che comprende aria condizionata, ESP e quattro airbag. Risultato: la C2 VTS è meno agile e, addirittura, presenta elementi che, nella guida sportiva, finiscono per disturbare, come per esempio la frenata d’emergenza, che si attiva con estrema facilità, impedendo al pilota di modulare efficacemente il pedale.

In Italia arriva la “Supersprint”. La carriera commerciale della C2 VTS si conclude rapidamente, insieme al resto della gamma, tra il 2008 e il 2009, lasciando in eredità, per il solo mercato italiano, una versione speciale denominata Supersprint. Disponibile nei colori rosso Aden, nero Onyx e blu Grand Pavois metallizzato, monta cerchi di lega Suzuka da 16” verniciati di bianco e strisce adesive, sempre bianche, sulla carrozzeria con il logo “Supersprint”, che si ritrova anche sul portellone. La ragione del nome però si trova nel doppio terminale di scarico con piastre di protezione, prodotto appunto dall’azienda mantovana. Economica era, economica è rimasta: con 6.000 euro si trovano esemplari senza troppi km sulle spalle, ma se non si hanno esigenze particolari, può bastare la metà.

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