La Casa del “double chevron” espone alla rassegna patavina due esemplari dell’iconica tuttofare parigina. E presenta due libri dedicati al modello.
Come nuove. I visitatori di Auto e Moto d’Epoca concorderanno tutti: in forma smagliante e tirate a lucido così non capita di vederle certo tutti i giorni. Le Méhari, infatti, siamo abituati a vederle un po’ vissute e impolverate, instancabili compagne d’avventure di automobilisti avventurieri, protagoniste di gite spensierate al mare, in spiaggia, o in campagna.
Trionfo di plastica. Peculiarità? La carrozzeria innanzitutto. Costituita da 11 elementi in plastica, è realizzata in ABS. La scelta di questo materiale le conferisce una leggerezza senza eguali e garantisce, inoltre, un buonissimo rapporto peso/potenza: 33 CV per 525 chilogrammi. Il nome, invece, rende spunto dall’infaticabile dromedario tuttofare impiegato nel deserto dalle tribù Tuareg: sin sposa a meraviglia con la filosofia “versatile” dell’ambizioso progetto.
Due libri per la Méhari. Oltre all’esemplare restaurato a regola d’arte con la consulenza del Centro Documentazione Storica Citroen, allo stand Citroen brilla anche il verde – per l’esattezza il Vert Tibesti – della Méhari targata Napoli K14314. Non una Méhari qualsiasi, ma quella del cronista napoletano Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 24 settembre 1985. Contestualmente alla presentazione dell’auto, quella del libro a lui dedicato, scritto dal giornalista pugliese Paolo Miggiano che, nel titolo, riprende sigla e numeri proprio della Méhari di Siani. Con questo libro, Miggiano narra non solo la “cronaca” del viaggio della Méhari, ma soprattutto il “senso” dell’esperienza, una retrospettiva della vita e dell’impegno sociale del Siani giornalista, che sulle pagine de Il Mattino denunciava gli affari della criminalità organizzata campana. I proventi del libro saranno interamente devoluti all’Associazione Giancarlo Siani. Sugli scaffali dello stand Citroen anche il volume “Citroen Méhari, la francese avveturosa”, tratto dal materiale degli archivi del Centro Documentazione Storica Citroen di Sinalunga.