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11/04/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
COME UNA GOCCIA D’ACQUA
Prima della seconda guerra mondiale, le Talbot-Lago “SS” erano tra le poche auto francesi a esprimere una perfetta sintesi tra lusso e sportività. Per la Casa, la svolta era venuta nel 1935 con l’avvento alla proprietà di Antonio Lago, di origine italiana. Il “Maggiore” Lago volle una vettura che potesse essere utilizzata da una clientela […]
11/04/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Prima della seconda guerra mondiale, le Talbot-Lago "SS" erano tra le poche auto francesi a esprimere una perfetta sintesi tra lusso e sportività. Per la Casa, la svolta era venuta nel 1935 con l'avvento alla proprietà di Antonio Lago, di origine italiana. Il "Maggiore" Lago volle una vettura che potesse essere utilizzata da una clientela anche sportiva, e che, nel contempo, le prestazioni fossero alla portata del guidatore medio.
Il motore della "SS", un sei cilindri di quattro litri alimentato da tre carburatori, nacque con lo scopo di essere agevolmente adattato all'impiego agonistico. Il progettista, Walter Becchia, pensò a un sistema di distribuzione originale: aste e bilancieri di lunghezza differente per disporre le valvole a V e ottenere camere di scoppio emisferiche anche con un semplice schema ad albero a camme laterale. Il propulsore, da 140 CV di potenza a 4100 giri, fu montato sui modelli della serie "S" (passo 2,95 metri) e "SS" (passo 2,65 metri).
Per facilitare il compito del guidatore, fu studiato un telaio altrettanto efficiente, con sospensioni a ruote indipendenti anteriori e ponte rigido posteriore. Il retrotreno fu dotato di doppi ammortizzatori, idraulici e a frizione. Si ottenne così un effetto sovrasterzante, in grado di "avvertire" in anticipo il pilota meno esperto e di consentire ai più smaliziati spettacolari sbandate controllate.
Bellissime le forme create dalla carrozzeria Figoni & Falaschi che, sull'autotelaio a passo corto, realizzò una serie di berlinette aerodinamiche. La vettura fu definita "Goutte d'eau" (goccia d'acqua) dai giornalisti dell'epoca. Sul divanetto anteriore, grazie al cambio Wilson con leva al volante, c'era spazio per due passeggeri oltre al guidatore.

ALL'AVANTRENO ERA INDIPENDENTE

Motore: 6 cilindri, alesaggio x corsa 90 x 104,5 mm, 3996 cm3, potenza 140 CV a 4100 giri/minuto, valvole in testa con aste e bilancieri, tre carburatori Zenith-Stromberg.
Trasmissione: frizione monodisco a secco, cambio a 4 marce Wilson con preselettore, pneumatici 5.50x17.
Corpo vettura: autotelaio a "X" ribassato nella parte posteriore, sospensione anteriori a ruote indipendenti a bracci triangolari, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici, posteriori ad assale rigido, balestre semiellittiche, doppi ammortizzatori idraulici e a frizione, freni idraulici a tamburo sulle quattro ruote, sterzo a vite senza fine.
Dimensioni e peso: passo 2650 mm, carreggiata anteriore 1320 mm, posteriore 1320 mm, peso in ordine di marcia 1200 kg.
Prestazioni: velocità circa 175 km/h, consumo medio 20 litri/100 km.

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