Novant’anni e non sentirli affatto: è del 1934 la Fiat 508 S Balilla Coppa D che, condotta da Stefano Ginesi e navigata da Susanna Rohr, ha trionfato alla Coppa delle Alpi 2024. Ha dominato cinque tappe, primeggiando sulle altre vetture in gara tra cronometri, roadbook, tripmaster e pressostati.
Ieri. La Coppa delle Alpi fu organizzata per la prima volta 103 anni fa: un vero e proprio tour de force lungo oltre 2.200 chilometri, fra i passi alpini a cavallo tra Italia, Svizzera e Austria. Era l’agosto del 1921, a vincerla fu Claudio Sandonnino su Itala; al quinto posto assoluto un certo Enzo Ferrari su Alfa Romeo.
Oggi. Questa manifestazione che affonda le sue radici nella storia, oggi può esser vista come un prologo della 1000 Miglia, vuoi perché quest’ultima la Coppa delle Alpi la organizza annualmente, vuoi perché molti degli equipaggi in gara vi partecipano per scaldare motori — e cronometri — in vista della Corsa più Bella del Mondo. La Coppa delle Alpi 2024, diversamente dagli anni precedenti, ha attraversato l’intero arco alpino, da Trieste a Courmayeur attraverso sette nazioni, 1.620 chilometri di regolarità con 90 prove cronometrate, 18 prove di media e 30 equipaggi selezionati. In parallelo, poi, il Grande Viaggio Alpino: un percorso di riflessione attiguo alla competizione — con incontri organizzati nei momenti di pausa, durante le cinque tappe — finalizzati a rappresentare le trasformazioni socioeconomiche, antropologiche e ambientali della macroregione alpina.
Grand Tour Alpino. Da Trieste, nella prima giornata di gara, le vetture hanno raggiunto Kranjska Gora, in Slovenia, e parlato di progetti di turismo sostenibile; in quel di Cortina d’Ampezzo, agli oltre 2.100 metri del Rifugio Faloria, le Olimpiadi accessibili e sostenibili hanno arricchito il dopocena della tappa 1; martedì 30 aprile, il pranzo si è tenuto al Messner Mountain Museum di Ripa e Reinhold Messner ha condiviso progetti ed esperienze con tutti i presenti. Raggiunta l’Austria, Seefeld, il dialogo si è concentrato invece sulle connessioni tra agricoltura di montagna e offerta turistica — fine tappa 2; dopo il transito a Garmisch, in Germania, nella pausa pranzo del giorno successivo a Livigno, il focus ha raggruppato Olympic’s Legacy, sostenibilità, accessibilità e inclusione; alla fine della tappa 3 a Sankt Moritz, Svizzera, si è discusso di infrastrutture sportive per lo sviluppo turistico. Il 2 maggio, dopo il break mattutino a Vaduz con il saluto del Primo Ministro del Lichtenstein e la sosta al Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna, la cena di tappa 4 a Gstaad è stata l’occasione per affrontare i temi dell’allevamento e della produzione casearia. Il giorno dopo, nel corso della tappa 5, durante la sosta di Chamonix a quasi 2.000 metri di quota — sul Monte Bianco — si è parlato di produzioni agroalimentari di montagna. Oggi, sabato 4 maggio, al centro Congressi di Courmayeur, oltre alla premiazione, si è tenuto il convegno conclusivo per tirare le fila del discorso e unificare tutti gli appuntamenti dell’itinerario tematico sviluppato nella settimana. Alberto Piantoni, CEO di 1000 Miglia Srl, ha sottolineato: “Portare le macchine d’epoca sulle Alpi per parlare di sostenibilità di primo acchito sembrava una cosa da pazzi, ma l’audacia di 1000 Miglia oggi non riguarda più la velocità, è audacia di pensiero: con questo progetto abbiamo voluto creare una rete fra le comunità alpine, che hanno una riserva di valori importante e che abbiamo voluto raccontare con l’aiuto di queste vetture, capolavori di tecnica e design. Le località hanno risposto con entusiasmo e ci hanno aperto anche le porte dei loro centri pedonali”.
Vincitori. La vittoria finale di questa Coppa delle Alpi 2024 è andata a Stefano Ginesi e Susanna Rohr, dopo cinque tappe dominate a bordo della loro Fiat 508S Balilla Coppa d’Oro del 1934. Al secondo posto, poi, i belgi Michel Decremer e Marie Mertens, con la loro Aston Martin DB2 del 1951; sul terzo gradino del podio sono saliti Sergio Carrara e Walter Consoli; con una Jaguar XK 120 OTS del 1953. Tra i premiati anche Jeffrey Gault e Paul McCarthy, che si sono aggiudicati il Trofeo St. Moritz per essere stati i migliori nelle prove cronometrate in entrata e uscita dalla cittadina engadinese, con la loro Jaguar XK 140 del 1955.