Giovanni Moceri e Valeria Dicembre mettono in bacheca la Coppa d'Oro delle Dolomiti 2019. Una gara intensa ed emozionante che ha confermato il momento d'oro del top driver siciliano
Dopo il successo alla Mille Miglia, Giovanni Moceri domina e vince anche la rievocazione storica della Coppa d’Oro delle Dolomiti 2019. Una manifestazione ben riuscita grazie a un’organizzazione che sta investendo il massimo degli sforzi per riportarla agli antichi fasti che le competono.
Una gara destinata a crescere. Sono state parole di grande soddisfazione quelle pronunciate da Giovanni Moceri durante le premiazioni della Coppa d’oro delle Dolomiti, svoltesi ieri in Piazza A. Dibona a Cortina. Già vincitore di tre edizioni di questa rievocazione storica, prima prova valevole per l’Epoca Championship Campionato Italiano Grandi Eventi, il primo posto messo a segno anche quest’anno l’ha conquistato insieme alla moglie Valeria Dicembre sulla loro Fiat 508 C del 1939 per la neonata Scuderia Targa Florio. Sono stati molto apprezzati i suoi più sinceri complimenti sia nei confronti dell’organizzazione, diretta dallo staff di ACI Belluno e ACI Sport, sia nei confronti della direzione sportiva.
Con Allemano al polso. É stata una manifestazione davvero molto apprezzata da tutti i partecipanti. E noi lo abbiamo verificato in prima persona avendo partecipato alla Coppa d’Oro delle Dolomiti Legend, che partiva in coda alle auto storiche prodotte fino al 1971, a bordo di una Fiat 124 Spider Volumex Pininfarina del 1985, con i colori di un Timekeeper d’eccezione, Allemano. Official Sponsor insieme a Ubi Banca, Aci Global Servizi e Sara Assicurazioni, Allemano è un’azienda torinese che ha radici solide e antiche quasi quanto la Coppa d’Oro delle dolomiti. Con i suoi rilevatori del tempo, ispirati nel design ai primi manometri Allemano che venivano montati sulle Fiat 501 nel 1919, questa azienda infatti produce strumenti di misura dai primi del ‘900.
Le Dolomiti in tutta la loro bellezza. Partita dal centralissimo Corso Italia di Cortina venerdì 19 luglio, la prima tappa di 251 chilometri ci ha portato prima a Valdaora di Mezzo, poi all’Abbazia di Novacella per il pranzo, e dopo un controllo orario sul passo Gardena ci ha riaccompagnato a Cortina. Protagonisti indiscussi di questi primi 4 settori di gara, sono stati ovviamente i numerosi passi che sinuosamente disegnano i pendii delle montagne più belle del mondo: Tre Croci, delle Erbe, Gardena, Sella, Pordoi e Falzarego.
Omaggio alla provincia di Belluno. La seconda tappa di 190 chilometri, partita sempre da Cortina sabato 20 luglio, ha prediletto invece la provincia del bellunese portandoci prima nella particolarissima Valle del torrente Mis, ma non prima di aver affrontato il passo del Falzarego, il Giau, il Staulanza e il Duran Duram, e poi nel centro storico di Belluno, dove di lì a pochi chilometri ci siamo fermati per il pranzo. Da Belluno siamo ripartiti alla volta di Borca di Cadore fino al rientro trionfale a Cortina, applauditi e fotografati dai tantissimi curiosi e appassionati accalcati lungo le transenne che delimitavano la passerella in Corso Italia.
Com’è andata. La gara, dal punto di vista sportivo, è stata impegnativa ma mai estenuante. Le 85 prove cronometrate e le sei prove di media con ben 17 rilevamenti segreti, hanno fin da subito animato le prime posizioni della classifica che vedevano emergere i nomi di Ezio Sala e Mara Massa, su Lancia Aprilia del 1937, Gian Mario Fontanella e Annamaria Covelli su Lancia Aprilia del 1939, Antonino Margiotta e Valentina La Chiana, su Volvo PV444 del 1947, e ancora Massimo Zanasi e Barbara Bertini su Volvo Amazon P2004VB del 1958, o Giacoppo Andrea e Daniela Grillone su Mercedes-Benz 230SL del 1965. Peccato per il ritiro anticipato di due grandi campioni: Alessandro Gamberini navigato da Arturo Cavalli sull’Alfa Romeo 6C del 1929 che partivano col numero 1, e Andrea Vesco con Romano Bacci su Fiat 508 S Balilla Sport del 1935. Anche Cavalleri-Meini hanno dovuto ritirarsi prima di quanto sperassero.
I premiati. Alla fine Giovanni Moceri ha preso saldamente il comando, ma anche la soddisfazione dei secondi e terzi classificati è stata enorme, rispettivamente Sala-Massa e Margiotta-La Chiana. Prima scuderia classificata il Volvo Club. Primi classificati alle prove di media Margiotta-La Chiana. Primi nelle Legend, Enrico colombo e Francesca Guerrucci su Porsche 2.4 T Targa del 1973. Primi del Tributo Giordano Mozzi e Stefania Biacca su ferrari 458 Spider del 2012.
Concorso d’eleganza. A caratterizzare questa rievocazione storica della Coppa d’Oro delle Dolomiti anche un concorso d’eleganza in movimento, presieduto dal noto collezionista italiano Corrado Lo Presto, che da vincitore dei più importanti concorsi d’eleganza al mondo è stato messo nella posizione di giudice, affiancato in questo incarico dal nostro direttore di Ruoteclassiche David Giudici. Dopo due giorni di attenta osservazione ha vinto, all’unanimità anche di tutti i partecipanti, la OSCA MT4 Frua del 1952 dell’equipaggio giapponese Kimura Hidetomo e Kurosawa Tetsu, una vettura che vinse la Coppa d’Oro negli Anni 50 e che è stata sottoposta a un restauro perfetto. Seconda classificata la Mercedes-Benz 300SL “ali di gabbiano” del 1955, guidata da un equipaggio tutto al femminile: Maria Bussolati e Simona Tironi. Terza invece la Lancia Aurelia B20 GT del 1957 di Stefano Valente in coppia con Charlotte Magaraggia.