L’appuntamento è per le 3 del pomeriggio. Arrivo in un posto che non si capisce se è quello giusto oppure no: trattasi di capannone anonimo, in quel di Padova. Suono il citofono, sorridendo alle varie telecamere sparse qua e là che neanche ad Alcatraz. Ma si vede che ispiro fiducia, perché mi aprono subito.
Mi viene incontro il mio uomo, cioè, uno dei due. Francesco Bianco. Bardato che sembra un Ghostbuster. Ma con il segno degli occhialoni alla Fangio. Penso che adesso lo seguo di là. Invece no. Mi guarda dritto negli occhi e parte con le raccomandazioni: “Non fotografare niente”. Non siamo a casa loro, e chi li ospita ama la riservatezza. Ovviamente glielo prometto. Anzi, glielo giuro.
C'è di tutto. Appena attraversiamo il capannone per il lungo me ne pento. Perché dentro c’è di tutto. Potrei anche fare un elenco dettagliato di quello che ho visto. Ma tanto non mi crederebbe nessuno che c’era veramente questo ben di Dio. Me ne faccio una ragione e vado avanti.
L'altro Ghostbuster. Quando arrivo in fondo c’è l’altro acchiappafantasmi, Fabrizio Forte. Sotto una Porsche Carrera RS del 1973 di un color melanzana sgargiante. E se una melanzana di solito non sgargia questa lo faceva eccome.
I maghi all'opera. Perché sono lì? Perché Bianco & Forte, che più che una coppia di cognomi sembra lo slogan perfetto per chi fa car detailing, volevano che li vedessi all’opera. Col ghiaccio secco (tecnicamente, criosabbiatura). Una pratica che viene da altri mondi (non a caso nasce per l’industria aerospaziale), nel senso che di solito viene usata per pulire gli stampi della plastica, o i posti incendiati se non addirittura i quadri elettrici che non si possono spegnere. A vederla così, per i non addetti al lavoro come me, sa tanto di pulisecco: perché di acqua non se ne vede neanche una goccia.
Come funziona? Dentro un bussolotto semovente vengono cacciate secchiate di ghiaccio secco (appunto), che poi viene sparato con una pistola tipo idropulitrice. L’effetto speciale è decisamente scenico, roba da Oscar della pulizia. Inoltre c’è un che di magico: vedi lo sporco? Adesso non lo vedi più. Sì perché anche le stratificazioni decennali si sbriciolano a vista d’occhio. E sotto le croste? Qualche volta, ahimé, compaiono le ferite. Come ruggini passanti, ammaccature insospettate, viti autofilettanti messe a caso per tenere la tappezzeria interna. Insomma, di tutto un po’ (del resto questo trattamento radicale si fa per questo motivo, anche).
“Vuoi provare?”. Mi chiede Fabrizio. I preparativi sanno di Covid che fu: mascherina, tuta, occhiali protettivi, insomma roba che ti proietta già nell’iperspazio dell’asetticità. E poi, che dire? I risultati danno grande soddisfazione. Una passata e tutto splende, e non è uno slogan. È una constatazione. All’improvviso mi ricordo che ogni centimetro può nascondere una sorpresa, ma poi mi rilasso immediatamente: per fortuna non sono il proprietario. Morale posso godermi il giochino senza ansie. Unica cosa, ci vuole del gran tempo. Basta una passata, è vero, ma bisogna farla con una certa lentezza. Per questo dopo aver fatto 15 centimetri quadrati mi dico che la 911 me la ricordavo più piccola. E riconsegno lancia, occhiali e alabarda spaziale a Francesco. Le cose belle vanno sempre condivise, no?
Il segreto. Raccontata così sembra una panzana da teleimbonitore: vogliamo andare più nel tecnico? Ci provo. Il segreto di tanto successo sono due fattori determinanti: la temperatura di -78,5 gradi (che congela lo sporco) e l’esplosione dei pellet di CO2 (quelli messi dentro al bussolotto di cui sopra) che nel passare da “cubetti di ghiaccio” a gas si espandono di circa 800 volte. Ecco spiegata la potenza esplosiva e il miracolo della pulizia.
Tecnica preferita. Da quando la criosabbiatura è arrivata sul mercato, carrozzieri (e restauratori) ormai la preferiscono agli altri sistemi di pulizia. Perché le altre opzioni sono comunque bagni acidi e sabbiature. Che hanno due contro: difficile riuscire a togliere i residui (di sabbia o acido), per non parlare del fatto che va smontato tutto quello che non si deve pulire. Con il ghiaccio secco non serve nessuna premessa (leggi protezione, rimozione…). Addirittura meglio di quando si porta la macchina all’autolavaggio, che comunque l’antenna bisogna svitarla. In più non c’è lo spreco d’acqua. E funziona anche per gli abitacoli: per togliere colla, gomme da masticare (quelle che come hobby hanno quello di attaccarsi alle moquette), resina…
Alternativa rivoluzionaria. Ovviamente non è un incentivo alle pulizie pasquali tutto l’anno, per carità, ma un consiglio alternativo a chi, per un motivo o per l’altro (messa in vendita del mezzo o un passaggio in carrozzeria), vuol provare un’alternativa. Più che valida, rivoluzionaria.
Informazioni. Per vederli all’opera, o per avere qualche informazione in più, Francesco e Fabrizio li trovi nel loro Garage Detailing Padova. Oltre che sul web: www.garagedetailingpadova.it.
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