Enrico Ghinato, il pittore di auto e moto d'epoca - Ruoteclassiche
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13/04/2023 | di Nicolò Minerbi
Enrico Ghinato, il pittore di auto e moto d’epoca
Enrico Ghinato dipinge carrozzerie di auto, moto e scooter d'epoca con riflessi e dettagli di incredibile impatto
13/04/2023 | di Nicolò Minerbi

Un giorno sua moglie esclama, in tono quasi perentorio: “Adesso vai di là e dipingi”. Lui non se lo fa ripetere due volte, prende i regali che ha appena ricevuto, e cioè colori e pennelli, e si chiude nel suo studio. Tutto contento

Passione sopita. In realtà Enrico Ghinato, classe 1955, con origini nella bassa veneta, adolescenze meneghine e radici nel Cadore, non aspettava altro, visto che la passione per la pittura l’ha sempre avuta. Anche se da tempo l’aveva chiusa in un cassetto della sua anima. Almeno fino agli anni ‘90, quando riprende in mano la matita. Con cui comincia a sgranchirsi il polso, a rimettere in moto occhi e fantasia. Poi arriva quel regalo che riaccende la scintilla.

Lo sprono di un gallerista. Passa un po’ di tempo e porta il suo lavoro da Contini, il gallerista di Venezia (e Cortina). Tanto per vedere l’effetto che fa. Ma la verità è che neanche lui sa cosa aspettarsi davvero. Di sicuro non il “bravo, vai avanti così” che si sente dire dall’esperto lagunare. “Se oggi sono un pittore, lo devo proprio a lui”, ammette Enrico giocando con i pennelli regalati dalla moglie…

Quando arrivano le macchine? “Nei miei quadri 20 anni fa, più o meno. Perché nella mia vita ci sono da sempre”, ammette il figlio di uno che a Milano aveva una serie di officine. La prima modella a quattro ruote di Ghinato è stata una rossa: una Ferrari 212. “Un quadro di un metro per un metro. Allora mi sembrava enorme. E pensare che per la 'mostra che non c’è stata' sono arrivato a 3 metri per 2”.

La mostra che non c’è stata. La storia è questa: un bel giorno Enrico decide di organizzare un’esibizione a Villa Rezzonico, nel vicentino (a Bassano del Grappa, per la precisione). Via di preparativi, studio di ambienti, allestimenti. Fino a quando è tutto pronto per… chiudere. Causa lockdown. Per tutti è stata una doccia fredda, per non dir di peggio. Ma l’artista, si sa, ha sempre un modo originale di interpretare la realtà. “Niente mostra? E io faccio il catalogo”, dice. E così è successo.

Tutto in un volume. Ce l’ho in mano adesso, quel catalogo. Il Progetto per la mostra “Car Rezzonico”. Dentro c’è tutto organizzato come si deve: prefazione, fotomontaggi degli allestimenti, misure delle stanze, riproduzioni delle opere. C’è anche un lucido che fa tanto centro stile. E pure l’effetto sperato da Ghinato: perché alla fine del libro il primo pensiero è proprio: “Peccato essersela persa una mostra così”.

Specchi della realtà. Se esistesse questa corrente, e la parola non volesse dire un’altra cosa, Ghinato sarebbe un esponente del Vetrinismo. Lui che usa le carrozzerie di auto, moto e scooter per mettere in mostra bagliori, sagome e colori. Specchi della realtà che le circonda. Supporti metallici semoventi al servizio di mondi riflessi. Come fossero le vetrine del centro, coi palazzi dentro. Attenzione, non è iperrealismo. Non sono quadri di dettagli questi, ma dettagli di quadri. Anzi, di scene di vita. Intravista.

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