“In certe serate, il suono distorto della mia Blackie si avvicina al sound del 12 cilindri Ferrari”. A parlare è il leggendario Eric Clapton, che da sempre colleziona chitarre (come la mitica Blackie, la Fender Stratocaster, sua inseparabile compagna per vent'anni) e auto d’epoca, soprattutto quelle del Cavallino Rampante.
Artista e appassionato. Soprannominato "Slowhand", mano lenta e dolce, Clapton vanta milioni di fans in tutto il mondo sin dagli anni Sessanta, quando perfezionò uno stile blues unico nel suo genere, inizialmente con gli Yardbirds, poi nei Cream e infine come artista solista. Una carriera con canzoni meravigliose come "Cocaine", "White Room", "Wonderful Tonight", "Layla", "She’s Waiting", "I Can’t Stand it", "Tears in Heaven"; ha vinto tre Grammy Awards, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, ma alcuni dei suoi più grandi successi e premi sono tuttora parcheggiati nel suo garage.
Il colpo di fulmine per il Cavallino. La prima auto di Eric fu una Cadillac Fleetwood del 1938, peraltro poco usata perché “mastodontica e senza servosterzo, bella da guardare e basta”, secondo il chitarrista blues. L'amore per le Ferrari arriva quasi per caso. Un giorno il suo grandissimo amico George Harrison dei Beatles gli presenta il suo ultimo acquisto, una 365. Scatta il colpo di fulmine: “La voglio anch’io!” esclama Eric, che fino ad allora aveva guidato solo auto col cambio automatico. Ma è un attimo abituarsi al pedale della frizione, “proprio come usare il pedale wah-wah in un assolo”…
Quella Mini fuori ordinanza. Nel 1967 sempre Harrison donò a Clapton una Mini Cooper unica nel suo genere. Personalizzata con numerosi accessori da Harold Radford, venne dipinta con simboli indiani di pace e compare anche nel film Magical Mystery Tour dei “quattro di Liverpool”. Pochissimi collezionisti Ferrari esclusivi possono vantare nel proprio garage una Enzo. Per poter comperare uno dei soli 400 esemplari realizzati in meno di due anni, occorreva un invito ufficiale da parte della Casa. Eric Clapton non solo venne invitato, ma è diventata la prima persona nel Regno Unito a possederne una. Il chitarrista decise di andarla a ritirare di persona a Maranello per poi tornare in Gran Bretagna su strada.
Ossessionato dalle personalizzazioni. “Viaggio perfetto, a parte una multa per eccesso di velocità, 220 km/h all'ora su una strada col limite dei 50, non me ne ero accorto” spiegherà poi Clapton.Una dei suoi ultimi acquisti in tema Ferrari è una 458 "tailor made". In questo esemplare Clapton ha voluto riprodurre numerosi accessori e simboli stilistici tipici della 512 BB posseduta dal chitarrista negli anni Settanta, che compare nella copertina dell’LP Slowhand (con fiancata destra sfasciata e targa GPM446N). La 458 è stata ribattezzata ufficialmente SPC-12 EPC (Special Project Car, numero 12, Eric Patrick Clapton). Inizialmente avrebbero provato a sostituire il V8 con un V12, ma semplicemente non potevano montare quel grosso motore sul piccolo telaio 458. Dopo due anni di progettazione e quasi 5 milioni di dollari, la berlinetta dalla livrea rosso metallizzato ha raggiunto la collezione del chitarrista: well done, Eric!