Quando Ken Miles vide la Ferrari P3 sullo schieramento della 24 ore di Le Mans disse: "Per fortuna non è un concorso di bellezza, altrimenti avremmo già perso...". In effetti, seppur modellata per la velocità pura e per sfidare il mondo nelle lunghe notti della Sarthe, aveva un fascino ed uno stile di altissimo livello. Linee che Mitica è riuscita a riprodurre in scala 1:18 con rara efficacia, un modello in resina che non solo riproduce la forma della vettura, ma la sua aura magica. Una miniatura da studiare in silenzio, con quel rispetto che si deve agli oggetti che raccontano storie importanti.
Metallo “veloce”
La carrozzeria, in un rosso lucido e pieno, è realizzata alla perfezione ed è liscia come una goccia d'acqua. L’avantreno è un capolavoro di pulizia aerodinamica: fari carenati sotto cupole trasparenti perfettamente profilate e prese d’aria ben dimensionate, con la grande targa bianca e il numero 21 che troneggia al centro del cofano, millimetricamente calibrata nella dimensione. Il profilo laterale e le bombature dei passaruota sono riprodotti con una modellazione che riesce a trasmettere quella tensione muscolare tipica delle sport prototipo degli anni 60. La coda presenta le grandi griglie posteriori, con un dettaglio sorprendente: la trama del metallo, la targa adesiva "Prova MO-86" e persino i doppi scarichi che emergono come cannoni di un galeone. Da apprezzare la cura per la fanaleria: i piccoli elementi circolari, incastonati nella coda, sono resi con trasparenze nette e un montaggio impeccabile. Le ruote, con cerchi dorati e pneumatici a spalla alta, sono una delizia per l’occhio del collezionista. Ogni componente è riprodotto con una precisione quasi orafa.
Maneggiare con cura
Se l’esterno è un monumento alla velocità, l’interno è un manifesto della funzionalità. La P3 non aveva superfluo, e questo modello lo conferma. Il grande parabrezza in plexiglass lascia intravedere un abitacolo stretto, quasi inabitabile. La plancia è completamente nera, con strumenti di ottima qualità grafica, e il volante è ben proporzionato, con la corona riprodotta con una finitura opaca che simula il materiale dell’epoca. Il sedile è tra gli elementi più affascinanti: la trama verticale, rossa, con scanalature profonde e regolari, dà l’impressione di un cockpit artigianale. Stessa fattura per il tunnel centrale e la leva del cambio: pochi elementi, ma incisi con personalità. Anche la pedaliera, sebbene poco visibile senza una luce diretta, è completa e proporzionata. Attenzione all'entusiasmo: nell'estrarre dalla confezione la P3, occorre prestare molta attenzione alle piccole appendici aerodinamiche anteriori e posteriori. Sono la parte più fragile del modello. È un modello che, anche se surclassata dalle Ford GT40 nella storica Le Mans del 1966, merita una vetrina dedicata, possibilmente illuminata lateralmente e per far sì che le curve e le superfici giochino con la luce come una scultura dinamica. Per una delle Ferrari più belle e più “da corsa” mai realizzate, il prezzo sul sito del produttore (carmodel.com) è di 179 €. Per un'accoppiata perfetta, oltre alla numero 21 presente in galleria pilotata da Bandini e Guichet, è disponibile allo stesso prezzo la numero 20 dell'equipaggio Scarfiotti-Parkes.
