Estraendo con delicatezza da una confezione con base in pelle e teca protettiva, si svela in tutta la sua magnificenza la vettura numero 8 del team ufficiale Ferrari SEFAC, la 512 S "Long Tail" con il V12 5.0, affidata ad Arturo Merzario e Clay Regazzoni per una delle edizioni più dure e narrative della 24 Ore di Le Mans, quella del 1970.
Dettagli stupefacenti
La carrozzeria è di assoluta qualità: illuminandola non distorce nessun riflesso, non solo nelle grandi superfici ma nemmeno nelle zone più complesse, composte da convogliatori, prese d’aria e una rivetteria che riporta subito all'artigianalità competitiva del tempo. Dalla vetratura posta nella parte centrale è visibile una sezione del V12 che impreziosisce ulteriormente il modello. Altro dettaglio che colpisce è lo specchio retrovisore, posizionato sul tetto a "periscopio": per usarlo occorreva alzare lo sguardo attraverso un'apertura ricavata sul tetto, che permetteva di inquadrare la parte riflettente, poco pratico in una gara tesa come quella di Le Mans. Il muso, basso e scavato, ospita i fari Carello perfettamente incastonati e il numero “8” domina il frontale stampato con precisione geometrica sul grande cerchio bianco al centro. Anche i loghi degli sponsor - Firestone, Shell e gli stessi stemmi Ferrari - sono applicati con la nitidezza tipica del modellismo d’élite. La coda merita un capitolo a parte. Le superfici posteriori si sviluppano in un tratto fluido che culmina nello spoiler bianco, tutto eseguito con accoppiamenti precisi. I gruppi ottici posteriori, le griglie d'aerazione e gli scarichi sono realizzati con una maestria che solo la scala 1:12 permette di apprezzare in pieno. Cerchi e pneumatici riportano ogni singolo dettaglio della versione reale e il color oro è quello classico dei cerchi utilizzati all'epoca, con la scritta “Firestone” sulla spalla dal tono e dalla dimensione assolutamente realistica.
Accuratezza per pochi
L’interno appare essenziale, brutale, come su una vera sport-prototipo. Il volante a tre razze con l’emblema Ferrari al centro replica la corona con effetto "scamosciato" che restituisce credibilità tattile, stessa soluzione adottata per la plancia. Il cruscotto ospita una strumentazione minuta e perfettamente leggibile, con quadranti lucidi, spie e rivetti riprodotti con un rigore quasi micrometrico. I sedili rossi a trama tecnica offrono una texture ben definita, con le cuciture in scala perfetta e una tonalità di rosso che armonizza con la carrozzeria, senza confondersi con essa. Insieme, questi elementi costruiscono un frammento di storia: il tentativo Ferrari di contrastare lo strapotere Ford degli ultimi anni, ruolo che verrà preso da Porsche, che, a partire proprio dal 1970, si troverà spesso sul gradino più alto del podio. Non è un modello per tutti: il costo si aggira attorno ai 500 euro e le dimensioni in scala 1:12 richiedono uno spazio adeguato per poterla apprezzare al meglio. Una volta esposta, nel suo silenzio da teca, riesce comunque a trasmettere tutta la potenza e l’odore di benzina di un’epoca irripetibile.
