Sono passati 25 anni dal debutto della Ferrari 550 Maranello. Un quarto di secolo fa, la Maranello si configurava come la reinterpretazione della classica berlinetta sportiva con motore anteriore e si riallacciava alla lunga tradizione delle GT con il V12 montato davanti, così come voleva il Drake.
Luglio 1996, i riflettori della stampa automobilistica sono puntati sul circuito del Nürburgring per il debutto della Ferrari 550 Maranello, il nuovo modello di punta della Casa del Cavallino. Un evento accompagnato da un hype altissimo e che destò molto clamore: dopo oltre 10 anni veniva presentato il modello chiamato a sostituire l’iconica Testarossa del 1984, declinata nel corso degli anni 90 nelle varianti 512 TR e 512 M. Una granturismo di tipo tradizionale, di quelle amate da Enzo Ferrari e dai gentleman driver vecchia scuola: con motore anteriore e trazione posteriore. L’arrangiamento a motore centrale rimase quindi una prerogativa dei modelli V8.
Sulla carta, la 550 aveva un’impostazione tecnica meno sportiva rispetto alla Testarossa ma prestazioni e handling erano nettamente superiori: sulla pista di Fiorano, la nuova GT rifilò oltre 5 s sul giro ai danni del modello uscente. La Ferrari 550 Maranello omaggiava le sue gloriose antenate, in particolare le grandi berlinette anni 60, raccogliendo l’eredità di mostri sacri dell’automobilismo come la 275 GTB e la 365 GTB/4 “Daytona”.
Granturismo 2.0. Ai tecnici Ferrari venne affidata una missione particolarmente impegnativa: realizzare una vettura in grado di soddisfare le esigenze dei clienti Ferrari, in cerca di un’esperienza di guida emozionante, fatta di esclusività e prestazioni esaltanti senza rinunciare alla fruibilità e al comfort. Anche per questo motivo l’abitacolo era decisamente più curato rispetto a quello della Testarossa e della F512 M che sostituiva: in linea con l’immagine raffinata di una vera granturismo e impreziosito da rivestimenti in pelle, ampiamente personalizzabili. Non mancavano poi accessori di pregio come il set di valigie dedicato realizzato dalla Schedoni, storico partner Ferrari. In breve, la Ferrari 550 Maranello divenne la migliore auto GT, a due posti, disponibile all’alba del Terzo Millennio.
Un nuovo corso. Con la 550 Maranello Ferrari dava ufficialmente il via a un nuovo corso stilistico, lontano dal design spigoloso ed eccessivo degli anni ’80, già prefigurato con l’ammiraglia 456 GT lanciata nel 1992. La messa a punto dell’aerodinamica richiese ben 4.800 in galleria del vento e ciò permise alla 550 di ottenere un ottimo Cx, pari a 0,33. La linea, pulita e funzionale, rappresentava un riuscito connubio tra audacia e understatement, nella più pura tradizione Pininfarina. Il telaio e alcune delle principali componenti meccaniche erano in condivisione con la Ferrari 456, la Ferrari più tecnologicamente avanzata in quegli anni. La Ferrari 550 Maranello, in virtù della sua vocazione sportiva, adottava però un pianale con il passo più corto di 100 mm (2500 mm). Infatti, nell’abitacolo c’era posto solo per due.
Le linee. Le proporzioni, veloci e sinuose, erano espresse con diedri che si estendevano sulle superfici tese della carrozzeria: si delineava così un’immagine forte da ogni angolazione. E, se la parte inferiore della scocca si caratterizzava per una linea di cintura relativamente bassa, i montanti sottili rendevano otticamente l’andamento del padiglione insolitamente alto. Sul cofano, la presa d’aria centrale, oltre a svolgere la sua funzione per il raffreddamento del potente V12, omaggiava la gloriosa tradizione sportiva del Cavallino. Tipicamente Ferrari anche la proporzione tra il lungo cofano e l’abitacolo, arretrato e morbidamente connesso alla coda. A ciò si univano le due prese d’aria dietro i passaruota anteriori: una chiara “citazione” alla 275 GTB. Il posteriore, semplice e muscoloso, era più alto al centro e si raccordava alla linea del padiglione con uno spoiler appena accennato. Infine, le doppie luci tonde si confermavano come uno degli stilemi più ricorrenti delle Ferrari.
La tecnica. La denominazione “550” si riferiva alla cilindrata di 5.474cc dell’unità propulsiva: un 12 cilindri con V di 65° gradi (lo stesso dell’ammiraglia 456 GT) capace di erogare 485 CV (43 in più rispetto alla 456) a 7.000 giri/min e 570 Nm di coppia disponibile da 3.000 a 5.000 giri/min. Le specifiche del motore erano quelle peculiari delle supercar: il blocco, la testa e la coppa dell’olio della 550 Maranello erano realizzati in lega leggera, mentre le camicie dei cilindri, in alluminio pressato realizzati dalla Mahle, erano in Nikasil e le bielle in lega di titanio. Ciò consentì di alleggerire il contrappeso dell’albero motore, giovando al bilanciamento e alla risposta del propulsore nell’uso cittadino. La lubrificazione si avvaleva invece di un sistema a carter secco, raffreddato. Per la Maranello, Ferrari sviluppò anche un impianto di aspirazione a geometria variabile che implementava l’erogazione della coppia e della potenza. A gestire l’ensemble della meccanica vi era una centralina Bosch Motronic M5.2.
Trasmissione. Per raggiungere una distribuzione ottimale dei pesi, la Ferrari 550 Maranello impiegava uno schema transaxle, con cambio e differenziale integrati. La trasmissione si avvaleva di un cambio a sei marce con frizione idraulica, monodisco a secco. Il cambio era azionato dalla classica leva in alluminio con selettore ad “H”, a garanzia di una guida fisica, dura, ma anche estremamente appagante.
La Ferrari 550 Maranello, inoltre, è stata l’ultima GT proposta con cambio manuale: già dalla 575M una crescente fetta di clienti optò per il sequenziale “F1”.
Eleganza senza tempo. La Ferrari 550 Maranello viaggiava su un telaio tubolare: una delle ultime applicazioni su una Ferrari stradali, qui vestito con una carrozzeria in alluminio. Insieme contribuivano a rendere l’auto più rigida e agile. Prodotta in poco meno di 3.100 unità, la 550 rimase a listino fino al 2002, quando ha lasciato il suo posto alla 575M, sua evoluzione. Alla variante Coupé, nel 2001, si affiancò anche una serie limitatissima di vetture con un leggero tetto in tela, battezzate col nome 550 Barchetta e prodotte in soli 450 esemplari.
La Maranello è stata tra le sportive “di serie” più veloci del suo tempo: accelerava da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi e poteva raggiungere una velocità di punta superiore ai 320 Km/h. Ma, ancor più della sua eleganza, scultorea e innata, a conquistare è il suono inconfondibile del dodici cilindri Ferrari: una sinfonia dalle note baritonali e profonde, al minimo, in grado di salire di tono in un crescendo culminante in un urlo selvaggio. Una musica che dovrebbe essere riconosciuta come patrimonio dell’umanità.