La casa editrice Il Cammello propone un gioco ispirato ai "balocchi" degli anni 30. Nella scatola automobiline di alluminio e dadi di legno. Col Natale alle porte...
La scatola leggermente ruvida, un po’ opaca, quasi fosse cerata. L’odore dell’inchiostro di stampa e dei materiali naturali, alluminio, gomma, cartone e legno. All’interno nessun display, niente batterie, diavolerie elettroniche, addirittura niente plastica. E' un gioco che gioca a sua volta, con i nostri sensi e i nostri ricordi. Forse, anzi di sicuro, è più adatto ai papà che ai bambini, ma ai papà piace raccontarsi che sì, anche i loro bimbi lo troveranno irresistibile.
Che cos’è? Si chiama “Il Gioco del Gran Premio”, lo ha realizzato la Società Editrice Il Cammello e si trova sul sito dell’editore (28 euro, più 10 di spedizione), oltre che nelle librerie specializzate. Alessandro Sannia, noto per aver firmato molti libri di storia delle automobili, si è ispirato ai giochi da tavola dei tempi andati, riuscendo a ricreare un balocco (una volta si chiamavano così) che sembra atterrato sul vostro tavolo direttamente dagli anni Trenta.
Come negli anni 30. Le pedine sono automobiline in lega di alluminio ispirate alle Alfa Romeo 12C da Grand Prix del 1936, i dadi sono di legno smaltato, il tabellone e le altre parti in carta e cartone riprendono totalmente la grafica in voga ottant’anni fa. Per capirci, gli elastici che legano le carte del gioco sono in para naturale… Perché la gomma sintetica di quelli attuali è sembrata all’ideatore un sacrilegio.
Che tipo di passatempo è? Le analogie più immediate sono con il classico Gioco dell’Oca: si segue un percorso a caselle, ci sono imprevisti che attardano le monoposto e colpi di fortuna che le fanno schizzare in testa alla corsa. Nulla di complicato, giocare per rilassarsi e non per scervellarsi. E allora forza, chiamate i vostri figli, versatevi un goccetto di Arquebuse e via! Non sapete cos’è? Appunto…