17 agosto 1975, GP d’Austria a Zeltweg, 50 anni fa, giusti. Nelle prove di qualificazione la superiorità del ferrarista Niki Lauda e di James Hunt (Hesketh) sembra evidente: nel caso, dietro, ci sono Hans-Joachim Stuck (March) ed Emerson Fittipaldi (McLaren). Vittorio Brambilla, sempre su March (quella arancione sponsorizzata Beta Utensili), che diventerà l’eroe di giornata, parte in quarta fila, ottavo tempo. Per il pilota monzese non sembra neppure questa la volta giusta. Invece…
Buone sensazioni in prova
Nelle qualifiche i più forti sono davanti sull’asciutto. Ma la domenica, in gara, piove. Anzi, viene giù a catinelle. E Brambilla (classe 1937, scomparso nel 2001) si frega le mani, perché, nei giri sul bagnato è andato forte. Nelle giornate di prove (anche la domenica mattina) si verificano gravi uscite di pista (Peterson, Wilson Fittipaldi, Pace, Henton), una delle quali costa la vita al grande pilota americano Mark Donohue.
Ritardi prima del via
La gara prende il via quasi due ore dopo il previsto. Alle 15.30, a monoposto schierate in griglia, nuvole nere si addensano sul circuito, e dopo poco inizia a piovere. Le auto rientrano in pitlane, aspettando che inizi l’acqua, così si cambiano le gomme slick con le rain. Alle 16.15 il via: Lauda tiene a bada Hunt, poi seguono Depailler, Stuck, Fittipaldi, Brambilla, Scheckter, Regazzoni, Reutemann. Ma Vittorio si anima e supera Fittipaldi. Al quarto giro Scheckter si ferma ai box, e Brambilla guadagna un’altra posizione. Poi, alla tornata seguente, il monzese passa Stuck.
Progressione da urlo
La pioggia continua a cadere e poco dopo il numeroso pubblico italiano assiepato sulle colline s’infiamma, perché la March arancione di Vittorio supera anche Depailler. Così, il pilota di casa nostra sale sul gradino più basso del podio: 14 secondi lo separano dal leader, Lauda. Mica finita. Le condizioni della pista sono “impossibili”, ma il monzese si scatena: è sicuro di sé e della sua “751”. Si avvicina inesorabile al duo di testa. Al 15° giro Hunt supera Lauda, ma pure Vittorio riesce a infilare la Ferrari. Un italiano si sta giocando il GP d’Austria con il britannico Hunt. Posizioni: Hunt, Brambilla, Lauda, Peterson, Mass, Pryce, Depailler.
Zampata finale
Brambilla segue l’inglese, ma sente che è la sua giornata. Dopo due giri di studio, al 17° passaggio attacca la Hesketh sul rettifilo d’arrivo, ma deve soprassedere quando si trova davanti un’ambulanza, che sta andando a soccorrere Stuck! Vittorio ci riprova e al 19° giro passa in testa, anche grazie a un’indecisione di Hunt. Sugli spalti è il delirio. “Vittorione” se ne va via, rifila 4-5 secondi al giro agli altri. Sembra solo in pista, i campioni oggi sono solo comparse. Quella che doveva essere la giornata di Lauda, diventa invece quella di Brambilla, un pilota verace che avrebbe meritato maggiori soddisfazioni in F.1.
Sorpresa al traguardo
Piove sempre di più. Al 29° giro il direttore di corsa decide che basta così: sventola la bandiera a scacchi davanti a Vittorio, che per la gioia alza le mani al cielo, mollando il volante: prende una pozzanghera, va in testacoda e sbatte contro il guardrail, rovinando il muso della sua March. Non importa, ha vinto il suo primo (e unico) GP. Secondo è Hunt, terzo un grande Pryce, poi Mass, Peterson e sesto Lauda. Vittorio ai box non ha neppure la forza di scendere dalla macchina. Ripete solo “mi si è bloccato l’acceleratore”, mentre gli tendono le mani tutti, tra cui Ecclestone, Pace, Peterson, Graham Hill. Ma Vittorio non sembra notare nulla: si scioglie solo quando gli viene incontro il fratello “Tino”, che lo abbraccia. Allora sì, la pioggia si mescola alle lacrime di gioia.