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GP Portogallo 1984, Lauda fa tris

L’allievo e il maestro. Si potrebbe leggere così il confronto andato in scena durante la stagione di F.1 1984, in cui a dominare sono le McLaren-Tag Porsche di Alain Prost (l’“allievo”) e di Niki Lauda (già due volte campione del mondo). All’ultima tappa, in Portogallo sul circuito dell’Estoril, Lauda si presenta al comando della classifica Piloti con 66 punti, contro i 61,5 di Prost. Ecco come è andata quel 21 ottobre di 40 anni fa, sull’allora nuovissimo impianto lusitano.

Lavori in extremis. Nelle prove straordinarie del giovedì molti piloti si lamentano del fatto che il tracciato assomigli più a un cantiere che non a una pista. Nelle qualifiche del sabato, mentre Prost vola, Lauda commette un errore col primo treno di gomme, poi la sua monoposto accusa noie all’alimentazione: risultato, Alain è secondo in griglia dietro a Nelson Piquet (Brabham) e Niki solo undicesimo. Per la gara il francese sogna, mentre l’austriaco è costretto a una difficile rimonta. 

Keke sprint. Al via Keke Rosberg (Williams) balza al comando, seguito da Nigel Mansell (Lotus) che infila a sua volta Prost, il quale saggiamente li lascia andare (per ora). Lauda non compie miracoli e rimane undicesimo. Con Piquet fuori dai giochi, Prost ripassa subito Mansell e torna secondo. Lauda inizia a recuperare, “saltando” Eddie Cheever (Euro Alfa Romeo) e Derek Warwick (Renault), a caccia di Stefan Johansson (Toleman). Al nono giro Alain diventa leader della corsa, mentre più indietro Niki “sbatte” contro il “muro Johansson”: più volte, infatti, in fondo al rettilineo la monoposto dell’austriaco affianca quella dello svedese, ma non riesce ad avere la meglio. Il suo mondiale è in bilico, con Prost davanti di 40 secondi.

La pazienza è… Ma in quel momento Niki, anche se pare in “letargo”, non si perde d’animo. Al 27° giro, ecco l’occasione propizia: Lauda si libera della Toleman e da allora la sua McLaren inizia a volare, guadagnando posizioni su Michele Alboreto (Ferrari) e Ayrton Senna (Toleman). Al 51° giro Lauda fa segnare il giro più veloce della corsa: è terzo, ma non basta, il campione del mondo è sempre Prost. L’ago della bilancia diventa Mansell, che, al secondo posto, sta facendo una gran corsa. Niki si lancia al suo inseguimento, ma, quando mancano venti giri alla fine, sono oltre 30 i secondi che lo separano dall’inglese. Sembra molto dura.

Mr Destiny. A quel punto entra in azione il fato: al 52° giro (su 70) Mansell rientra ai box con un condotto dei freni tranciato. In un amen, Lauda diventa campione del mondo 1984, vanificando tutti gli (splendidi) sforzi di Prost. Con un po’ di fortuna la spunta il pilota più esperto, che si è rivelato più regolare nell’arco della stagione. Il distacco? Appena mezzo punto – 72 contro 71,5 – e il motivo sta nel bottino dimezzato (4,5 punti) acquisito da Prost come vincitore al G.P. di Monaco.  Sul podio, al francese non resta che l’abbraccio di Niki e i suoi sinceri complimenti, mentre l’elegantissima Marlene Lauda (presente anche al Fuji ’76, quando l’austriaco si ritirò, rinunciando di fatto al titolo) abbraccia il marito. Ma, dopo la delusione, ad Alain resta pure la sicurezza di avere tutte le carte in regola per diventare campione. Come in effetti avverrà già dal 1985.

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