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Alla scoperta del Giappone

Allegato a Ruoteclassiche di giugno trovate il quinto volume della collana Guida al collezionismo. Un fascicolo un po’ diverso dal solito: usciamo infatti per la prima volta dal Vecchio Continente per approdare in Giappone. Sì, avete letto bene. A lungo le vetture del Sol Levante sono state snobbate dai collezionisti, che le giudicavano prive di particolare appeal, pur con qualche distinguo. Ma negli ultimi anni tale atteggiamento è cambiato, per fortuna. Proprio per dare conto di questo ampliamento di orizzonte abbiamo voluto selezionare una galleria di modelli che, pur non avendo alcuna pretesa di completezza, potesse offrire una prima veduta d’insieme su un mondo ricco di proposte interessanti.  

Non solo sportive.  A destare un interesse crescente sono ovviamente le sportive, in primis. Ma anche le fuoristrada sono entrate nel mirino degli estimatori dei veicoli d’antan, in particolare negli Stati Uniti, dove per esempio le Toyota della Serie 40 sono diventate oggetto di culto e sottoposte a restauri certosini dai costi esorbitanti. Tra le prime giapponesi a entrare nel novero delle storiche da collezione figura senza dubbio la Datsun 240 Z (in patria commercializzata col marchio Nissan), bella coupé ispirata nella linea alla Ferrari 250 GTO e alla Jaguar E-Type: presentata alla fine del 1969, monta un sei cilindri in linea di 2.4 litri da 150 CV. È la capostipite di tutte le sportive Nissan illustrate in queste pagine, dalla 260-280 Z alla 300 ZX e alla 350 Z. Della stessa Casa presentiamo anche la fuoristrada Patrol GR (acronimo di Grand Raid).

Fasatura variabile.  Ma ci sarà spazio per le Honda Civic V-TEC, che introducono i motori a fasatura variabile nella produzione di grande serie, Integra Type R, CRX e S2000, per le Mitsubishi Lancer Evo e Pajero, per le Subaru Impreza, per le Suzuki SJ e Vitara, per le Toyota Land Cruiser Serie 40 e 70, Celica Turbo 4WD, MR2, Supra Twin Turbo e Rav4. Senza dimenticare la simpatica e super compatta Daihatsu Copen, spider con hardtop metallico ripiegabile, secondo una tendenza lanciata dalla Mercedes-Benz SLK (che a sua volta prende in prestito una soluzione tecnica inventata dalla Peugeot a metà anni 30) e seguita da molti costruttori all’inizio del millennio.

Spider e Wankel.  Ovviamente nella nostra carrellata non poteva mancare l’amatissima Mazda MX-5, la spider che ha fatto riscoprire nel Vecchio Continente il gusto di viaggiare a cielo aperto. La Mazda è stata poi una delle Case che ha maggiormente creduto nelle doti del Wankel, al punto che il motore rotativo è divenuto una delle cifre tecnologiche del costruttore giapponese. Doveroso quindi ricordare la terza e ultima generazione della RX-7, identificata dalla sigla FD, importata nel Vecchio Continente dal 1992 al 1997. Si tratta della serie meccanicamente più raffinata (il motore Wankel viene sovralimentato tramite due turbo sequenziali) e senza tema di smentita di quella dal design più affascinante. Il fascicolo Guida al collezionismo Giapponesi è in edicola allegato a Ruoteclassiche di giugno al prezzo di 11,90 euro.

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