Honda S2000: con quel motore può dire quello che vuole - Ruoteclassiche
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20/03/2024 | di Andrea Paoletti
Honda S2000: con quel motore può dire quello che vuole
Gli anni 90 si chiudono, forse, con la spider più esagerata del decennio, un vero e proprio testamento della Honda alla voce “motori aspirati ad alte prestazioni”
20/03/2024 | di Andrea Paoletti

Inutile fare tanti giri di parole: nella Honda S2000, commercializzata per dieci anni, dal 1999 al 2009, tutto ruota intorno al suo incredibile propulsore, una sorta di monumento all’ingegneria motoristica capace di raggiungere la potenza di 120 CV/litro, un record, tra i motori aspirati, che resisterà per quasi un decennio.

Linea a cuneo. L’intento del Costruttore giapponese, come rivelato dagli ingegneri impegnati nel progetto, era di realizzare una sportiva senza compromessi, per questo il team di sviluppo godette della rara libertà di perfezionare ogni dettaglio, sia in pista che sulle tortuose strade di montagna dell’isola di Hokkaido. Il risultato fu una spider dall’aggressiva linea a cuneo, dominata dal lungo cofano che ospitava il famigerato F20C, un quattro cilindri da 2 litri, ovviamente VTEC, da 240 CV e con linea rossa a 9.000 giri, disposto longitudinalmente e in posizione arretrata rispetto all’asse anteriore, per ottenere quel 50:50 capace di gratificare nella guida sportiva.

Le prestazioni, a fronte di un peso di 1.274 Kg erano eccezionali: 6,2 secondi da 0 a 100 ed oltre 240 km/h di velocità massima, con l’urlo del motore a sovrastare il vorticare dell’aria e un comportamento su strada entusiasmante. Molto rigida la taratura delle quattro sospensioni indipendenti con bracci trasversali e molle elicoidali, che rendeva la prima generazione - conosciuta come AP1 - impegnativa al limite, con reazioni immediate da correggere prontamente.

Interni e capote. L’abitacolo era orientato alla semplicità, pur utilizzando materiali di qualità ed era dominato dallo scenografico tachimetro digitale che riproduceva quelli utilizzati sulle monoposto McLaren di Formula 1 dei primi anni 90, motorizzate Honda. Il cambio a sei marce, dalla leva corta e dagli innesti secchi è un altro grande pregio della spider nipponica mentre, sempre a livello tecnico, si segnala la presenza di un differenziale autobloccante Torsen. La capotte elettrica poteva essere aperta o chiusa esclusivamente a vettura ferma e il bagagliaio, di 135 litri, era allineato a quello delle concorrenti, ma non era di certo un elemento tenuto in considerazione dai clienti.

Auto di nicchia. Costava circa 70 milioni di lire, un prezzo simile alle concorrenti dirette, ma non poteva che essere un’auto di nicchia per veri appassionati. Nel 2002 il lunotto posteriore diventa di vetro mentre nel 2004 è il momento di un restyling che coinvolge paraurti, sedili, cerchi (che passano da 16 a 17” e cambiano disegno) e diverse tarature (più morbide) di ammortizzatori e barre di rollio.

Instant classic. Sempre nello stesso anno, ma solo per Giappone ed USA, il motore sale di cilindrata, passando a 2.2 mentre nel 2006 vengono introdotti controllo di stabilità e trazione. Siamo al 2009 e l’epopea di una spider leggendaria si chiude con la versione speciale RJ, dalle iniziali dei piloti del Team Honda di Formula 1 dell’epoca: 50 esemplari in livrea bianca ora ricercatissimi dai collezionisti. Ma anche una S2000 normale ormai è nell’elite delle instant classic: ci vogliono non meno di 25.000 euro per sentir cantare il suo motore.

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