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10/02/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Il cruscotto vintage? Lo cerco sui social
Migliaia di cruscotti, plance e volanti d’epoca pronti da guardare a colpi di clic su pc o su tablet e smartphone. Non è la proposta di un giovane smanettone: per trovare questo tesoro digitale basta navigare su flickr, uno dei più noti e utilizzati siti di archiviazione e condivisione fotografica.
10/02/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Migliaia di cruscotti, plance e volanti d’epoca pronti da guardare a colpi di clic su PC o su tablet e smartphone. Non è la proposta di un giovane smanettone: per trovare questo tesoro digitale basta navigare su flickr, uno dei più noti e utilizzati siti di archiviazione e condivisione fotografica.

L’unione delle forze tra social network e mondo dei motori non è storia nuova d'accordo, ma scartabellando l'ipertesto alla ricerca di momenti di passione si scoprono tesoretti social in grado di intrattenere il più accanito amante delle classiche. Nel caso specifico parliamo di un qualcosa reso possibile dal web e dai social network, ma non solo. Anche la fotografia digitale e la facilità di caricamento e archiviazione hanno reso possibile  gruppi come “classic dashboard” su flickr.

Per rendere l’idea basta un numero: raccoglie oltre 3000 immagini di cruscotti e interni di  auto d’epoca, instant classic, storiche, classiche e youngtimer con valutazioni di mercato che vanno dalle poche migliaia di euro a salire fin quasi senza limiti. Qui sono eternate nella “nuvola” e disponibili agli occhi di tutti: appassionati, curiosi, restauratori, amanti del design. E chissà chi altro abbia semplicemente voglia di perdersi in questo mare di contachilometri, contagiri, sedili cuciti a mano, termometri dell’olio o manometri del turbo. Dalle plance in metallo passando per impiallacciature in legno fino ai materiali compositi e plastiche postmoderne.

Display digitali e tablet grandi come televisori qui sono assoluta minoranza, relegata a poche instant classic o qualche discutibile integrazione after market. A contare sono le foto, caricate sotto pseudonimo, e gli stessi nickname sono spesso una dichiarazione di intenti per capire inclinazioni o preferenze: Transaxle piuttosto che I hate suv. Così capita di incrociare il volante in legno di una Maserati Biturbo piuttosto che l’eleganza del cruscotto di una Lancia Flavia 2000 coupé. Per non parlare dei Nardi, sparsi tra spider inglesi piuttosto che su una Miata prima serie.

Non mancano concessioni alla modernità, come lo scatto del cockpit di una Porsche 918, ma sempre di instant-classic stiamo parlando. A volte il salto temporale rende l’idea di aver imboccato la macchina del tempo: nell’arco di qualche secondo si passa dai primi cruscotti d'epoca moderna di una Mercedes 350 SL degli anni ’70  ai tempi di una Lancia Aurelia B20, per ributtarsi nei cubismi plasticosi anni 80 tipici della Corvette del 1986. E magari ritornare alle rotondità dello stesso modello, riavvolgendo il nastro del tempo di un ventennio.

Cruscotti ma anche tessuti, vedi il tartan di una Triumph TR7 o il punto giallo di un volante Momo nell’abitacolo di una Fiat X1/9, unico punto di colore nel dark dominante. Ma si potrebbe andare avanti per ore. Passando dai sapori utilitari di una Renault 5 prima serie al cockpit della Datsun 240Z che ha sempre il suo perché per chi inizia a guardare anche alle classiche venute da Oriente. Foto spesso di buona qualità scattate con occhi e criteri da appassionati. E allora capita che lo scatto del cruscotto di una Chevrolet Bel Air del 1960 metta in evidenza proprio il parabrezza stondato, mentre il posto guida della Citroën SM preso in campo largo fa scorgere il freno a pulsante, memoria di impianti frenanti e concetti di originalità fuori dal coro.

Lo scatto di tre quarti dell’essenzialità godereccia di un cockpit Lotus Super Seven, guarda caso, fa giusto intravedere la striscia gialla sul cofano verde, mentre il parabrezza diviso in due con vista sulla spiaggia di un VW Bullit Westfalia potrebbe fare da copertina di un libro sul mitico pullmino dei “figli dei fiori”. Roba da stamparsi subito un ingrandimento per il salotto.

Anche lo scatto di un umile cruscotto della Ford Escort MK1 con il bianco e nero e il finestrino mezzo aperto si guarda con meraviglia. Specialmente se viene alla memoria che era l’auto della mamma del proprio amichetto di infanzia. Scatti ripresi ai quattro angoli del globo, dalla Fiera di Padova dell’ottobre scorso piuttosto che all’Olditmer Show di Berlino o ad altri raduni negli States o in Australia.

A proposito, l’occhio attento ai particolari può notare che ci sono scatti fatti con reflex d’epoca o digitali, smartphone e alcuni, come nel caso della Lincoln Twelve invecchiati con appositi filtri. Non mancano neppure foto originali, come nel caso di alcune Mini. Insomma un modo diverso di alimentare la propria passione e diverso dallo sfogliare la propria rivista preferita (e comunque trovate Ruoteclassiche anche su Instagram, sempre parlando di foto) ma, di sicuro, un indirizzo buono per viaggiare su tablet o pc alla ricerca di memorie o per passare una serata di passione tra amici. Un segnale che anche le auto del tempo che fu possono trovare nuove forme espressive grazie alle nuove tecnologie, che diventano un’utile risorsa per appassionati ed esperti. Un immenso archivio digitale magari per confrontare il restauro o ritrovare informazioni su colori, tonalità o forma di pezzi mancanti. A proposito, il volante della Lancia Fulvia Zagato aveva due o tre razze...?

Luca Pezzoni

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