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17/11/2006 | di Redazione Ruoteclassiche
IL FERROVECCHIO INGLESE
Un motoraccio a sei cilindri ancora ad alberi a camme laterali, sospensioni ad assali rigidi e freni a tiranti: non era un campione di modernità neppure all’epoca. Ma era robustissima, e ben 16 delle 17 costruite corrono ancora. Una appartiene a Jost Wildbolz, che l’ha portata in pista per i lettori di Ruoteclassiche English Racing […]
17/11/2006 | di Redazione Ruoteclassiche

Un motoraccio a sei cilindri ancora ad alberi a camme laterali, sospensioni ad assali rigidi e freni a tiranti: non era un campione di modernità neppure all'epoca. Ma era robustissima, e ben 16 delle 17 costruite corrono ancora. Una appartiene a Jost Wildbolz, che l'ha portata in pista per i lettori di Ruoteclassiche

English Racing Automobiles, in tre lettere: E.R.A. Le facevano a Bourne, nel Lincolnshire, Gran Bretagna: soltanto 17 monoposto categoria Voiturettes più due prototipi, costruite tra il 1934 e il 1939. Macchine semplici e robuste, tanto che sono sopravvissute tutte tranne una distrutta nel 1936 in un incidente.

Semplice il motore, un sei cilindri sovralimentato, progetto Riley, con distribuzione ad aste e bilancieri. Semplici le sospensioni: alcune vetture hanno l'assale anteriore rigido, altre doppi braccetti laterali e barra stabilizzatrice; dietro invece un collaudatissimo ponte rigido senza distinzioni.

I piloti che oggi le guidanonelle rievocazionisono tutti di razza, come lo svizzero Jost Wildbolz, proprietario di questa Era del 1935, numero di telaio R4A. Negli ultimi 25 anni ha posseduto tre Era; l'attuale, che ha da otto anni, era in precedenza appartenuta, per ben 32 anni, a Sir John Venables-Llewelyn e prima ancora a Reginald Parnell. Stranamente la nostra "R4A" era nata con un motore "1100", però nelle gare in salita veniva munita di un sei cilindri "1500" e in formula libera veniva equipaggiataconun "2000".

Se non erano competitive contro le Maserati "6CM" e le Alfa Romeo "158", nel loro "habitat", le corse inglesi su distanze brevi, le Era ottenevano vittorie e ottimi piazzamenti. Jost Wildbolz ci aspetta sull'Anneau du Rhin, un pista di 2,5 km nei pressi di Strasburgo. La vettura è piccola e snella; ai due lati del bocchettone carburante un adesivo avverte che il motore funziona con metanolo (un litro ogni km!).

Non c'è pompa elettrica: prima di avviare il motoreoccorre azionare una pompa a mano nell'abitacolo per far sì che la benzina arrivi ai carburatori. Per la messa in moto c'è la manovella, ma Wildbolz preferisce farsi spingere o trainare. La trasmissione è una semiautomatica Wilson, con preselezione: quattro rapporti, retromarcia e folle. I quattro freni a tamburo sono meccanici, la lubrificazione è a carter secco e il raffreddamento è ad acqua.

Intorno alle Era, benché così poche, si è costituito un club: iscriversi costa solo 5 sterline l'anno e tra i soci ci sono molti fan che non potranno mai possedere una Era, ma amano la marca e ne conoscono la storia.

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