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11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
IL VENTO DEL NORD
Sotto la guida di David Brown, alla Casa inglese soffiò aria di rinnovamento e si fece piazza pulita delle vecchie concezioni tecniche. Risultato: una macchina da corsa competitiva, nuova soprattutto nel telaio. La linea è un capolavoro in cui si nota l’influenza italiana. Solo trenta gli esemplari costruiti. Quando David Brown rilevò l’Aston Martin nel […]
11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Sotto la guida di David Brown, alla Casa inglese soffiò aria di rinnovamento e si fece piazza pulita delle vecchie concezioni tecniche. Risultato: una macchina da corsa competitiva, nuova soprattutto nel telaio. La linea è un capolavoro in cui si nota l'influenza italiana. Solo trenta gli esemplari costruiti.

Quando David Brown rilevò l'Aston Martin nel 1947, pensò subito a un ritorno alle corse. Fu così che assunse Robert Eberan von Eberhorst, un tecnico tedesco che prima della guerra aveva lavorato all'Auto Union. Questi progettò un telaio d'acciaio al cromo-molibdeno di appena 64 kg di peso, costituito da due grossi tubi paralleli uniti da traverse e integrato da un traliccio posteriore di tubi sottili che supportava il retrotreno De Dion (solo sulle vetture da corsa). Gli elementi elastici delle sospensioni erano costituiti da barre di torsione.

Era nata, nel 1951, la "DB3" (dalle iniziali di David Brown), una Sport che segnò una svolta in fatto di tenuta di strada e maneggevolezza. Questa vettura inaugurò inoltre la caratteristica calandra a trapezi sovrapposti che la Casa non avrebbe più abbandonato. In seguito, attraverso una serie di interventi, i tecnici dell'Aston Martin seppero trasformare l'acerba ma promettente "DB3" nella vincente "DB3S", che debuttò a metà del 1953 con una meccanica bene a punto e con una nuova, piacevole carrozzeria disegnata da Frank Feeley, che probabilmente si ispirò alle Arnolt-Bristol e alle Arnolt-Aston Martin costruite da Bertone su disegno di Franco Scaglione.

Il motore è un sei cilindri in linea di circa tre litri con doppio albero a camme in testa e doppia accensione. Con una potenza massima che arrivava a 240 CV, una velocità di oltre 250 km/h e un telaio leggero, la "DB3S" era all'altezza delle migliori sportive del momento e la sua carriera agonistica fu costellata da numerose vittorie. L'Aston Martin realizzò una trentina di queste vetture: quelle con il numero di telaio da 1 a 11 sono le "ufficiali", quelle da 101 a 120 sono le versioni "clienti" o "produzione", vendute a un prezzo equivalente a oltre un miliardo delle vecchie lire.

La vettura protagonista del nostro servizio, la "DB3S/108" fu prodotta nel 1955 e apparteneva a David Brown; dopo un incidente in pista a Castle Combe, fu venduta al gentleman driver B.W.J. Hindes. La sua prima e unica vittoria arrivò nel 1956 in occasione del concorso d'eleganza tenutosi a Banbury. Nel 1967 venne sottoposta a un restauro e iniziò la sua carriera di auto storica partecipando, tra l'altro, a diverse edizioni della Mille Miglia rievocativa.

Motore 6 cilindri in linea - Cilindrata 2922 cm³ - Alesaggio 83 mm - Corsa 90 mm - Potenza 180 CV a 5500 giri/min - Rapporto di compressione 8,68:1 - Doppio albero a camme in testa - Tre carburatori doppio corpo orizzontali Solex - Batteria 38 Ah.
Trasmissione Motore anteriore, trazione posteriore - Cambio a quattro marce sincronizzate - Frizione monodisco a secco, comando idraulico - Pneumatici 6.00-16.
Corpo vettura Barchetta biposto, due porte - Telaio tubolare - Sospensioni anteriori indipendenti, barre di torsione trasversali - Sospensioni posteriori ad assale De Dion, barre di torsione trasversali - Freni a tamburo - Sterzo a cremagliera - Capacità serbatoio carburante 160 litri.
Dimensioni e peso Passo 2260 mm - Carreggiata anteriore e posteriore 1245 mm - Lunghezza 3910 mm - Larghezza 1500 mm - Altezza 1040 mm - Peso a secco 860 kg.
Prestazioni Velocità 225 km/h.

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