Si è svolto sabato 29 novembre, all’interno dell’ente fiera di Gravina di Puglia (Bari), l’incontro organizzato dal club locale Asi Rombo Arcaico sui 70 anni della Fiat 600. All’evento ha partecipato anche Ruoteclassiche, che ha illustrato i motivi tecnici e storici per cui la popolare utilitaria è stata la vera protagonista indiscussa del boom economico nel nostro Paese.
Un’idea retrodatata
Siamo esattamente a metà degli anni 50. La guerra è finita giusto dieci anni prima, ma i suoi segni sono ancora evidenti. Le case bombardate e le aziende devastate, purtroppo, non sono ancora l’eccezione lungo le strade italiane. Tanti, tantissimi lavoratori coprono il tragitto casa-lavoro a piedi o in bicicletta, mentre i più fortunati si sono comprati la Vespa o la Lambretta, magari poco brillanti e spesso dotate di fumosi motori a due tempi, che però garantiscono un maggiore confort di viaggio. L’auto, aldilà dei proclami delle Case, non è affatto un mezzo alla portata di tutti, nemmeno la Fiat 500 C che, soprattutto nella versione Belvedere, garantisce comunque capacità di trasporto inimmaginabili per le due ruote. Un’utilitaria davvero in grado di motorizzare il Paese, però, è allo studio della Casa torinese fin da prima della guerra. Il prototipo della 700, che avrebbe dovuto posizionarsi tra la 500 e la 1100, fu presentato a Benito Mussolini nel 1939 ma, a causa del conflitto, non se ne fece nulla. Le soluzioni che la caratterizzavano, però, dalla carrozzeria integrata al telaio al motore a valvole in testa, saranno utili per i nuovi modelli del dopoguerra. A Dante Giacosa, responsabile della progettazione, il primo agosto del 1951 vengono comunicate da Vittorio Valletta, presidente dell’azienda, le linee guida per il progetto 100, che deve essere finalmente la vera auto per tutti gli italiani. Giacosa avrebbe potuto scegliere liberamente la disposizione meccanica e l’architettura del motore, ma deve garantire quattro posti più comodi di quelli della 500 C Belvedere e un peso entro i 450 kg, dato che si rivela presto impossibile da rispettare.
4 cilindri di sana a e robusta costituzione
Scartata subito la soluzione motore anteriore-trazione posteriore, costosa e che sottrae spazio nell’abitacolo, l’alternativa “tutto avanti” o “tutto dietro” si risolve a favore della seconda possibilità per ragioni di costo e d’inesperienza della Fiat nel campo della trazione anteriore. Il motore prescelto, un bicilindrico a V di 150° raffreddato ad aria, si dimostra piuttosto cagionevole, per cui Giacosa propende per un quattro cilindri raffreddato ad acqua, di cui si trova traccia per la prima volta in un documento interno del 1953. Lo sviluppo procede svelto e la data limite fissata dalla presidenza per l’inizio della produzione, ossia fine 1954, viene superata di pochissimo, con il debutto ufficiale della 600 al Salone di Ginevra, il 10 marzo 1955. Ed è il via del grande successo che otterrà questa vettura, insieme con la Multipla, che vedrà da luce poco tempo dopo, simpatica familiare tuttofare.
Protagonista assoluta per 15 anni
Ed è proprio la Fiat 600 l’auto che fa davvero diventare automobilisti tanti italiani. Anzi, tantissimi, con l’effetto che i tempi di consegna si dilatano a dismisura e, chi può, decide a volte di spendere qualcosa in più e acquistare una delle mille versioni elaborate esteticamente dai vari carrozzieri, spesso in pronta consegna o quasi, se non una vera e propria fuoriserie. Al debutto, la 600 offre due soli optional, le gomme a fianco bianco, al tempo ritenute simbolo di eleganza, e la costosa autoradio Autovox (40.000 lire). Un bel gruzzolo, ma volete mettere il piacere di ascoltare in viaggio “Arrivederci Roma” di Renato Rascel, “La donna riccia” dell’altro Renato nazionale, Carosone o, per chi ha gusti esterofili, “Blue Suede Shoes” di Carl Perkins – la celebre cover di Elvis Presley arriverà nel 1956 – e “The great pretender” e “Only you” dei Platters? Mentre le strade della Penisola si riempiono di 600, il Milan vince il suo quinto scudetto, arriva in edicola il settimanale L’Espresso e ci lasciano il premio Nobel per la Fisica Albert Einstein e James Dean, che è nelle sale cinematografiche con “Gioventù bruciata” e “La valle dell’Eden”. Al cinema arriva anche “Lilli e il vagabondo” di Walt Disney e alla sera, dal 26 novembre in poi, ci si trova nei bar a guardare in TV “Lascia o raddoppia?” condotto da Mike Bongiorno. Intanto, la piccola, gloriosa 600 continua a trasportare gli italiani al lavoro, in gita o in vacanza e si moltiplica fino a raggiungere oltre due milioni e mezzo di esemplari. Esce dal listino nel 1970, ma le evoluzioni del suo motore Tipo 100 muoveranno altre Fiat fino alla soglia degli anni Duemila.