Jeep Cherokee XJ: successo franco-Usa - Ruoteclassiche
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17/01/2025 | di Andrea Paoletti
Jeep Cherokee XJ: successo franco-Usa
È la prima "monoscocca" del marchio, anticipa le Suv di almeno un decennio e conquista anche gli automobilisti europei e di casa nostra
17/01/2025 | di Andrea Paoletti

Difficile pensare che uno dei pilastri del motorismo a stelle e strisce, ovvero la Jeep Cherokee, nella generazione XJ, sia nata con un forte imprinting transalpino. Eppure, è andata proprio così. Tra i padri di uno dei fuoristrada pensati con più di un occhio all’utilizzo su strada, c’è infatti François Castaing, ingegnere francese che si era fatto le ossa alla Gordini e, come uomo di fiducia Renault, venne incaricato di seguire i progetti della Casa in sviluppo.

Telaio saldato. Al tempo, infatti, l'AMC (American motors corporation) era proprietaria del marchio Jeep, ma in un momento di difficoltà economica, a fine anni 70 cedette alcune delle quote azionarie alla Renault in cambio dei diritti di vendita delle vetture francesi negli Stati Uniti. È grazie a Castaing che la Cherokee XJ nasce molto più compatta (4,20 metri) e leggera (1.540 kg) della precedente, grazie soprattutto alla scelta - in netto anticipo sui tempi - di saldare il telaio alla carrozzeria anziché imbullonarlo: 3.200 punti di saldatura, che assicurano rigidità, circa 450 kg in meno e rendono la Cherokee molto più vicina a un’auto di quanto una Jeep non fosse mai stata, anche per merito di un nuovo schema di sospensioni anteriori, sempre ad assale rigido, ma abbinato a molloni elicoidali (e a quattro bracci longitudinali più barra stabilizzatrice) al posto delle balestre, che restano invece al retrotreno.

Turbodiesel Renault. Per quanto riguarda i motori si vede chiaramente l’intervento francese, non solo per la presenza dell’iniezione elettronica Renix sia sul quattro cilindri benzina da 2.5 litri - una cilindrata e un frazionamento decisamente ridotto per gli standard Usa, ma possibile proprio grazie alla cura dimagrante del modello -, sia sul 6 cilindri da 4 litri, quanto soprattutto per la scelta riguardante la versione europea. Nel 1985 infatti la Jeep Cherokee viene commercializzata dalla Renault, in versione a 3 e 5 porte, con il 2.1 turbodiesel da 85 CV utilizzato dalla Espace e con un cambio a 5 marce di origine Peugeot. La trazione è posteriore, con l'anteriore inseribile tramite sistema meccanico “Vacuum Shift Motor” che funziona con la pressione dell’aria.

Meglio Limited. Disponibile in vari allestimenti - il Limited si distingueva per gli interni di pelle e i quattro alzacristalli elettrici -, all’esterno spiccavano i cerchi di lega a raggi dorati così come la linea che correva lungo la carrozzeria. Nel 1987 Chrysler acquista AMC, ma Renault continua a essere l'importatore ufficiale per l'Europa e la Cherokee beneficia di vari miglioramenti, dal nuovo sistema di trazione integrale Selec-Trac, mentre nel 1995 arriva il motore VM turbodiesel di 2.5 litri con potenza di 115 CV, ma soprattutto, maggiore coppia a un regime inferiore. Nel 1997 arriva un restyling che modifica l’abitacolo, con una plancia più moderna, mentre all’esterno si distingue solo per piccoli dettagli.

4.0 benzina, il più ambito. La notevole longevità di questa fuoristrada - considerata negli Usa tra le 20 auto più iconiche di sempre - significa diversiesemplari disponibili. Tralasciando la maggioranza delle turbodiesel, le Limited hanno le quotazioni generalmente superiori, tra i 5,7 e gli 8.500 euro, anche se è difficile trovare un esemplare poco sfruttato. Molto più rare le Cherokee dotate del 4.0 litri benzina, soprattutto in Italia.

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