Dopo le monografie dedicate alla Fiat Panda (settembre 2020), all’Alfa Romeo Alfasud (settembre 2021), alla Renault 5 (agosto 2022), all’Alfa Romeo Alfetta (settembre 2022), alla Lancia Fulvia (agosto 2023), alla Porsche 911 (settembre 2023) e alla Volkswagen Golf (agosto 2024), la nostra collana Guida al collezionismo si arricchisce di un nuovo capitolo: quello relativo a un'altra Alfa Romeo, l'Alfetta GT, che compie 50 anni. Un'auto rimasta nel cuore di molti appassionati, perché considerata l'ultima vera coupé con l'anima del Biscione: cioè, con motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, asse sul quale era montato il gruppo frizione-cambio-differenziale. E dire che all'epoca, l'innovativo design di Giorgetto Giugiaro non aveva messo d'accordo tutti, per via dei due volumi e del portellone. Questione di "abitudini" radicate, da parte degli alfisti, dure a morire, poi però il modello, grazie ai tanti punti forti, prese piede. Nella nostra guida, ricostruiremo la storia della Alfetta GT, le sue evoluzioni, metteremo a nudo la meccanica, vi parleremo delle serie speciali, porteremo in pista le versioni da corsa col sei cilindri, oltre a rivivere gli articoli di Quattroruote che hanno parlato di lei.
Chiusura di un ciclo. L'Alfetta GT, che vede la luce nel 1974, non è subito fortunata, perché esordisce in un contesto economico internazionale pesantemente condizionato dalla crisi energetica mondiale, scoppiata nel 1973. Come base tecnica, la "GT" deriva dalla riuscita Alfetta berlina del 1972, dalla quale la sportiva riprende lo schema meccanico a motore anteriore e trazione posteriore, con la chicca dello schema Transaxle, che prevede il gruppo frizione-cambio-differenziale in coda, abbinato al ponte De Dion. Questo per centrare al meglio le masse e disporre di una migliore tenuta di strada. Lo studio della GT viene affidato sia al team interno del Centro stile, sia a Giorgetto Giugiaro, che ha già realizzato capolavori per la marca milanese. Il pianale della berlina viene accorciato nel passo, ma senza sacrificare l'abitabilità, che deve essere adeguata per quattro persone. Lo stile squadrato e riuscito di Giugiaro aiuta a mantenere le specifiche di progetto del modello.
Motori bialbero. E infatti l'abitacolo risulta più spazioso di quello delle altre coupé della Casa, mentre il contagiri "isolato" davanti al guidatore esprime l'anima sportiva del modello. Quanto ai motori, ci si affida agli apprezzatissimi quattro cilindri in linea bialbero, proposti nei "tagli" 1.6, 1.8 e 2.0, poi affiancati dall'unità 2.5 V6. Nella nostra disamina, vi guideremo anche nella scelta dell'Alfetta GT più adatta a voi:dalla ricercata prima serie alla seconda, passando per le versioni in tiratura limitata come la Turbodelta, molto ambita anche perché realizzata in soli 400 esemplari. La GT è una vettura di norma robusta, ma vi diremo anche quali sono i punti "deboli", da verificare con attenzione.
Anima racing. Parleremo diffusamente anche delle versioni speciali della sportiva milanese, come la già citata Turbodelta del 1979, nata per ottenere l'omologazione per correre nei rally Gruppo 4, e la Grand Prix del 1981, prodotta in 650 esemplari per celebrare invece l'atteso ritorno del Biscione in Formula 1.
Così parlò Quattroruote. Vi racconteremo l'Alfetta GT anche riproponendovi i servizi pubblicati all'epoca da Quattroruote, partendo dalle Autonotizie, per passare alle Impressioni di guida e, infine, alle Prove su strada, nelle quali, come al solito, ogni aspetto della vettura viene passato ai raggi X. Troverete anche la pagelladel campione brasiliano di F.1, Emerson Fittipaldi, e i risultati dell'Alfetta GT nei rally, nei quali la coupé riesce a emergere insieme alla sorella minore Alfasud ti. Si continua con la seconda serie della Alfetta GT, nel 1981, messa alla frusta dal grande pilota argentino Carlos Reutemann, che si cimenta con la GTV 2.0 e GTV6 2.5. Infine, altre chicche: il servizio "Nate per correre", che vedeprotagonista l'Alfetta GT Gruppo 2 e, sempre in pista, uno straordinario "Test a test" con ben dieci GTV6 preparate da corsa. Buona lettura.