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LA BENTLEY DEI POVERI

Così fu etichettata dagli snob, che non le perdonarono il prezzo relativamente contenuto e alcune concessioni stilistiche di gusto americaneggiante. Un peccato, perché meccanica e cura costruttiva erano di prim’ordine. Motore sei cilindri in linea da 265 CV, quasi 200 km/h.

La “Mark X” fu la capostipite di una nuova generazione di Jaguar, automobili pesanti e opulente che trovarono per lo più impiego come vetture di rappresentanza per uomini politici o dirigenti d’alto rango. Anche sul mercato americano la vettura non stimolò larghi consensi, penalizzata da un prezzo di listino considerato troppo modesto. L’etichetta di “Bentley dei poveri” ne condizionò la carriera commerciale presso gli ambienti più snob.

Purtroppo la Jaguar “420 G”, la nostra protagonista, non rinnovò l’immagine di quella vettura, anzi l’evidente modanatura cromata sulla fiancata e la livrea bicolore (optional) la classificarono come auto dal gusto americaneggiante. D’altro canto, le sue generose dimensioni e un motore silenzioso ed elastico apparvero come connotati irrinunciabili per gli utenti d’Oltreoceano. Sul fronte della meccanica, la Jaguar “420 G” replicò in tutto la “Mark X” del 1964, in cui l’iniziale motore da 3,8 litri aveva ricevuto un incremento di cilindrata a 4,2 litri, con immutati valori di potenza (265 CV).

Il motore era il notissimo “XK” montato sulla “E Type” di quegli anni: un 6 cilindri in linea con distribuzione bialbero in testa, alimentato da tre carburatori SU HD8. Dalla “E Type” la “Mark X” e la “420 G” derivarono anche la sospensione posteriore a ruote indipendenti, costituita da un telaio in lamiera stampata al quale erano ancorati il differenziale con i freni “inboard”, i componenti elestici (quattro molle elicoidali con altrettanti ammortizzatori coassiali) e i bracci articolati. All’avantreno si preferì la sperimentata formula dei doppi bracci triangolari oscillanti con molle elicoidali. L’impianto frenante era a quattro dischi.

Al Motor Show di Londra 1966 la “420 G” venne presentata al prezzo di 2238 sterline, negli Stati Uniti fu proposta a 6990 dollari e in Italia fu importata a 5.600.000 lire (come due Fiat “2300 Coupé S”). In quattro anni, fino al 1970, la Jaguar ne produsse 6088 esemplari, ma dal conto non possono essere escluse le 17.279 “Mark X”.

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Categorie: Auto
Tags: jaguar
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