Dal prossimo anno la Regione Lombardia farà riferimento alla Lista di Salvaguardia per stabilire la storicità delle auto ultraventennali. Un primo riconoscimento alla modalità di selezione che potrebbe essere adottato presto anche dalle altre Regioni
Torna sotto le luci dei riflettori la “Lista di Salvaguardia”, l’elenco di automobili con età compresa tra i 20 e i 29 anni stilata dal Comitato Heritage, il gruppo di lavoro composto da Aci Storico, FCA Heritage, Registro Italiano Alfa Romeo, Associazione Amatori Veicoli Storici e Ruoteclassiche, sorto nel 2018 con l’obiettivo di tutelare gli interessi del motorismo storico in Italia. L’emendamento presentato dal Consigliere Regionale della Lombardia Andrea Monti all’art. 48 della Legge Regionale n. 10 del 14 luglio 2003 (“Riordino delle disposizioni regionali in materia tributaria”), approvato dal consiglio il 16 dicembre scorso (vedere qui), introduce per la prima volta un riferimento alla “Lista di Salvaguardia” e la pone come parametro per l’identificazione di storicità per l’ottenimento dell’esenzione dal pagamento del bollo per le auto con anzianità superiore ai 20 anni fino ai 29 (dal trentesimo anno tutte le vetture sono esentate, come previsto dalla legge nazionale). Dal 1° gennaio 2022, dunque, in Lombardia il Registro ACI Storico si affiancherà agli altri registri previsti dall’art. 60 del Codice della Strada (ASI, FMI e i registri di marca Alfa Romeo, Fiat e Lancia) che determinano la storicità delle auto ultraventennali.
Un parco auto vetusto. In Italia circolano quasi 40 milioni di automobili, di cui 7,5 milioni hanno più di vent’anni. Un numero troppo elevato che evidenzia la vetustà del parco circolante nazionale che, tra l’altro continua a invecchiare sempre più. Occorre sottolineare che molte di queste vetture sono semplicemente vecchie, inquinanti, poco sicure e che certamente non possono essere considerate di potenziale interesse storico tutte indistintamente. Per stabilire quali modelli possano ambire allo status di auto da collezione, occorre necessariamente fare una selezione, che il Comitato Heritage ha identificato con il concetto della “Lista di salvaguardia”.
A tutela della rarità. Questa lista non comprende, come erroneamente sostenuto da alcuni, solamente modelli di prestigio, ma ne entrano a far parte tutte le automobili di particolare pregio storico, sportivo, stilistico, tecnico e con caratteristiche di innovazione, a prescindere dal loro valore economico attuale. A questi elementi di distinzione la Lista di Salvaguardia aggiunge un ulteriore criterio fondamentale: il numero degli esemplari sopravvissuti rispetto ai volumi di produzione, censiti attraverso un’analisi di ACI Informatica sul database del Pubblico Registro Automobilistico. Se, per esempio, un determinato modello è stato costruito e venduto in decine o centinaia di migliaia di esemplari, ma ne rimangono in circolazione soltanto poche unità, l’obiettivo degli esperti è di inserire questo modello nell’elenco per salvarlo dall’oblio. È il caso di molti modelli utilitari degli anni Novanta di grande diffusione, oggi quasi definitivamente scomparsi dal panorama automobilistico nazionale.
Le new entry. La Lista di Salvaguardia, che costituisce un prezioso strumento a disposizione degli appassionati e dei collezionisti per orientare le scelte d’acquisto e per suggerire quali siano i modelli e le versioni che, in prospettiva, avranno un’importanza storica, viene aggiornata ogni 12 mesi, con l’aggiunta dei modelli che raggiungono i 20 anni e con l’eliminazione di quelli che compiono 30 anni. Il criterio numerico stabilito dagli estensori come limite massimo per entrare a far parte della lista è di 10.000 esemplari ancora circolanti. Nel 2022, quindi, fanno il loro ingresso le automobili prodotte nell’anno 2001, mentre escono quelle costruite nel 1991, perché ormai rientrano nelle trentennali. Ecco alcune tra le novità presenti nella lista aggiornata: Alfa Romeo 147 2.0 16V Twin Spark, Audi S3, Audi TT 1.8 Turbo 150 CV, BMW M3 della Serie E46, Citroen Saxo 1.6 Sport, Fiat Seicento Sporting Michael Schumacher, Stilo Abarth Selespeed, Barchetta Naxos, Honda Civic 2.0 16V V-Tec, Jaguar X-Type 3.0 V6, Maserati Spyder 4.2 V8, Mercedes A 190, Opel Corsa 1.8 GSi, Peugeot 206 CC, Renault Clio 1.6 Initiale, Seat Ibiza 1.8 Turbo 20V Sport, Skoda Octavia 1.8 Turbo 20V RS, Toyota Prius. Per consultare la “Lista di Salvaguardia” completa, cliccare qui. In totale le auto circolanti in Italia comprese nella “Lista di salvaguardia” sono quasi 350.000, secondo gli archivi del Pubblico Registro Automobilistico.
Un giro di vite necessario. Indubbiamente è una selezione significativa rispetto ai 7,5 milioni di auto ultraventennali ancora registrate negli archivi. Ma questa metodologia approvata dalla Regione Lombardia costituisce di fatto un criterio ragionevole alla limitazione del concetto di storicità e una risposta concreta al proliferare di CRS assegnati con troppa generosità a veicoli che, come stato effettivo di conservazione, appaiono poco coerenti rispetto all’originalità e appartengono a modelli di scarso interesse storico in quanto poco significativi e per giunta utilizzati da molti “collezionisti” (le virgolette sono d’obbligo) come auto d’uso quotidiano. La selezione appare necessaria anche perché la mobilità privata sta cambiando sotto la spinta delle normative europee che limitano sempre di più la circolazione delle automobili alimentate con carburanti di origine fossile.
Diritti e privilegi. Se da una parte gli Stati limitano l’utilizzo di questi veicoli e promuovono la vendita di auto a minore impatto ambientale, appare illogico che dall’altra mantengano vantaggi fiscali per tutti i veicoli ultraventennali senza fare distinzione, creando tra l’altro un mancato gettito per l’Erario. Il rischio vero è che in un prossimo futuro l’esenzione venga abolita del tutto per le auto dai 20 ai 29 anni: il tentativo di inserire nella manovra della Legge di Stabilità 2022 la cancellazione dell’esenzione è stato sventato grazie alla levata di scudi delle associazioni storiche. Ma Ruotclassiche teme che sia soltanto una questione di tempo. È ragionevole, quindi, accettare che il concetto di storicità sia valido per le auto con oltre 30 anni di vita, come peraltro sostenuto da tempo anche dalla FIVA, aggiungendo l’eccezione per un selezionato numero di veicoli ultraventennali. Altrimenti il rischio è che quello che oggi è un diritto, venga inteso dalle Istituzioni un privilegio anacronistico. E che venga cancellato con un colpo di spugna, come già accadde nel 2015. E tornare indietro questa volta potrebbe essere impossibile.