Nel pieno della Grande Depressione, Opel presentava la 1.8 Liter: una berlina di segmento medio-alto caratterizzata da un silenziosissimo sei cilindri in linea. A novant’anni dal suo debutto sorge spontaneo il confronto tra la drammatica crisi economica del tempo, conseguente al Crollo di Wall Street nel 1929, e l’attuale pandemia. Se nel 1931, la 1.8 Liter stupiva per il suo comfort, oggi sono i modelli elettrici a replicare la sua silenziosità.
La Crisi del ’29 travolse inaspettatamente le principali economie mondiali. Ne risentì pesantemente quella tedesca, caratterizzata da un’industria “giovane”, nata con la seconda Rivoluzione Industriale e già fortemente provata dopo il primo conflitto mondiale. In pochi mesi, molte aziende fallirono lasciando a casa schiere lavoratori, con tutte le implicazioni deleterie che comporta una situazione del genere.
In Germania, il numero dei disoccupati raddoppiò dai tre milioni del 1929 ai sei milioni del febbraio 1932. La produzione automobilistica si contrasse del 60%, e dalle 101.701 vetture prodotte nel 1928 si giunse alle 41.727 del 1931. Anche negli stabilimenti di Rüsselsheim si dovette stringere la cinghia, ma le catene di montaggio rimasero in funzione, seppur a regime limitato: Opel costruiva ancora 20.982 autoveicoli l'anno, mantenendo oltre il 50% delle quote di mercato.
Una nuova visione dimensione del lavoro. Con la recessione, tuttavia ci furono anche delle nuove opportunità per migliorare sia le condizioni di lavoro che i processi produttivi: i controlli di qualità, ad esempio, crebbero sensibilmente e furono effettuati impiegando un maggior numero di addetti. L'orario di lavoro venne anticipato, in questo modo molti operai potevano occuparsi degli orti e dei campi, la principale fonte di sostentamento per le famiglie.
A partire dall'Estate 1930 furono organizzate anche delle visite guidate alla fabbrica che contribuirono, sia pure in minima parte, al fatturato della Opel. Si trattava di un’iniziativa interessante ai fini del marketing, aprire le porte dell’azienda al grande pubblico era sicuramente un modo per avvicinare i potenziali clienti, che potevano a prendere visione dei processi produttivi e della qualità del prodotto che avrebbero acquistato in futuro.
Consenso immediato. Nel novembre 1930 venne annunciata la gamma Opel per il 1931. Il modello d’accesso rimase la 4/20 HP, mentre nell’alto di gamma la 1.8 Liter sostituiva la 8/40 HP, ormai datata. La nuova berlina era equipaggiata con un propulsore sei cilindri con cilindrata di 1.8 litri da 32 CV. Il motore adottava una distribuzione a valvole laterali, con alimentazione a carburatore Solex che si faceva apprezzare per la buona erogazione di coppia motrice sin dai bassi regimi, coadiuvato da un cambio a 3 marce. Il telaio era in acciaio stampato, su cui erano installate sospensioni ad assale rigido con balestre semiellittiche ed ammortizzatori idraulici, mentre 'impianto frenante era a tamburo sulle quattro ruote.
Una gamma completa. La 1.8 Liter era la “più piccola” tra i modelli sei cilindri del suo tempo e si caratterizzava l’elegante carrozzeria, disponibile in diverse varianti: torpedo quattro posti, coupé, cabriolet e in tre varianti di berlina. Il punto di forza della vettura era il prezzo. Dove si poteva trovare per “soli” 2.700 Marchi un'automobile che facesse i 90 km/h, in pieno comfort? Tra il 1931 e il 1933, Opel costruì 32.285 esemplari di questo modello: un gran bel risultato per quegli anni, un periodo in cui l’automobile era appannaggio dei più abbienti, a maggior ragione in tempi di magra.
La nuova nomenclatura. La 1.8 contribuì al buon successo della Opel che, per mantenere vivo l’interesse, cercava di rendere la sua gamma sempre più attraente presentando novità ogni anno. Nel 1932, ad esempio, propose la 1.8 Liter in un nuovo allestimento chiamato “Regent”, che riprendeva il nome di un apprezzatissimo modello di lusso, a otto cilindri, della fine degli Anni Venti. La nuova Opel 1.8 Liter Regent aveva il compito di rievocare i fasti dei modelli otto cilindri, in formato ridotto, più in linea con l’austerity imperante della Grande Depressione. Inoltre, con l’avvento della Opel 1.8 Regent la Casa di Rüsselsheim iniziò a ripensare la nomenclatura delle automobili, passando dalle definizioni tecniche basate sulla potenza ai nomi veri e propri.
Nel 1933, l’ultimo anno di produzione della 1.8 Liter, la potenza fu leggermente aumentata a 33,5 CV a vantaggio delle prestazioni. Ma ormai era arrivato il momento di lasciare il posto alla nuova 2.0 Liter, iniziava così un nuovo capitolo nella lunga storia della Casa del fulmine.