Prendi il telaio della Discovery, avvolgilo con la carrozzeria della più lussuosa Range Rover, ma con un taglio più corto e aggressivo, allestisci un abitacolo confortevole e accessoriato e condisci il tutto con i motori giusti. Il risultato, presentato al pubblico nel 2005, è la Range Rover Sport, la risposta Suv per agganciare le richieste di un mercato ai tempi in piena espansione.
A metà strada
L’idea di offrire una versione più compatta, giovane e dinamica della ormai lussuosissima e costosissima sorella maggiore, era stata anticipata l’anno precedente con la concept Range Stormer. Erano state quindi riprese integralmente le sue forme muscolose, ma compatte, con sbalzi ridotti, sfruttando come base la più spartana Discovery per rispondere alle Suv della concorrenza con una proposta più accessibile. L’uovo di Colombo, soprattutto grazie al prezzo strategicamente a metà tra gli altri due modelli della gamma Land Rover.
V8 e tanta elettronica
Il focus sulle prestazioni evocato dal nome trovava immediato riscontro nelle motorizzazioni proposte, entrambe V8 e di origine Jaguar. Una versione aspirata da 4.4 litri e 300 CV e una sovralimentata da 4.2 litri e 390 CV, abbinate a un cambio automatico ZF a 6 rapporti con programma sportivo e alla imprescindibile trazione integrale. Tutte le versioni erano inoltre dotate del sistema Terrain Response, che permetteva al conducente di scegliere una delle cinque impostazioni in base alle condizioni del suolo, per esempio neve, sabbia, roccia. A quel punto la Range Rover Sport selezionava automaticamente le impostazioni più appropriate per l’altezza di marcia, la risposta della coppia del motore, l’Hill Descent Control, il controllo elettronico della trazione e le impostazioni della trasmissione.
Ottima anche sull’asfalto
La grande attenzione al comportamento sulle strade asfaltate – terreno dove si sarebbe mossa abitualmente – era testimoniato da un’inedita fase di sviluppo del telaio al Nürburgring e comprendeva sospensioni pneumatiche abbinate al sistema Dynamic Response che minimizzava il rollio in curva, nonostante la massa di oltre 2,5 tonnellate. Il pieno di tecnologia era confermato dal debutto del cruise control adattivo, gruppi ottici anteriori bi-xeno con illuminazione adattiva e la possibilità di avere doppi schermi integrati negli appoggiatesta dei sedili anteriori, oltre a un esclusivo sistema audio Harman-Kardon.
L’evoluzione dei motori
Non mancava un’opzione più adatta per chi percorreva molti chilometri, sotto forma di un V6 turbodiesel da 2.7 litri e 190 CV e, successivamente, del TDV8 biturbo da 272 CV, ma già nel 2010 l’offerta di propulsori viene rivoluzionata, poco dopo il restyling che interessa soprattutto i gruppi ottici con Led circolari per le luci diurne e la griglia più bassa con due soli elementi orizzontali. Cambia anche la forma dei paraurti e la disposizione delle luci nei gruppi ottici posteriori. Il nuovo TDV6 biturbo da 3 litri e 245 CV è affiancato sempre da due V8 benzina, ma da 5 litri, uno aspirato da 375 CV e uno sovralimentato da 510. Quest’ultimo permette di accelerare da 0 a 100 in poco più di 6 secondi, con velocità massima autolimitata a 225 km/h.
La nuova generazione
Prodotta fino al 2012, quando subentrerà la nuova generazione, la Range Rover Sport è stato un modello di grande successo per il marchio inglese e oggi a distanza di vent’anni, con le agevolazioni di cui gode in alcune regioni, può rappresentare un interessante esempio di “classico moderno”.