Nella seconda parte dello speciale sulla Lamborghini Murciélago proseguiamo la nostra disamina sul modello analizzando due variazioni sul tema: la Roadster e la versione da pista “R-GT”. Eccole in dettaglio.
Come ogni supercar che si rispetti, anche Lamborghini Murciélago è stata sottoposta ad una serie di modifiche per garantire la sua massima efficienza: una scelta obbligata a fronte di una concorrenza tanto blasonata quanto agguerrita. Il primo step evolutivo nella famiglia Murciélago riguardava l’introduzione di nuove varianti di carrozzeria, a cielo aperto, seguito poi dall’ingresso di nuove motorizzazioni, sempre più performanti come la LP-640 e la SV-670. Ma di questo parleremo nell’ultima parte del nostro speciale sul modello.
Personalità distinta. Anticipata dalla concept “Murciélago Barchetta” presentata nel 2003 al Naias di Detroit (North American International Auto Show), la Lamborghini Murciélago Roadster destò sin da subito un grande clamore, debuttando in veste ufficiale al Salone di Ginevra 2004.
L’intento del designer Luc Donckerwolke era di conferire alla Roadster spettacolarità e personalità distintive: per questo non si limitò a “tagliare” il tetto della Coupé. Le parti in vetro come il parabrezza e i finestrini, ad esempio, sono stati disegnati per offrire lo stesso feeling della visiera di un casco. Inoltre, tenendo fede ai principi della variante chiusa, per non alterare la pulizia delle linee e l’aerodinamica, i roll bar di sicurezza si estendono solo quando necessario. Inedito anche il disegno dei cerchi: con fori rotondi che si intersecavano i raggi, così come gli scarichi, dalla “sezione” più generosa rispetto alla Coupé.
Le dimensioni complessive rimanevano invariate, con una lunghezza di 4.580 mm, larghezza di 2.045 mm, passo di 2.665 mm, carreggiate ant. 1635 e post. di 1695 mm. L’unica variazione visibile stava nell’altezza: la Murciélago Roadster era 70 mm più bassa della Coupé.
Sana e robusta costituzione. La Roadster, tuttavia, presentava una serie elementi specifici sottopelle. Diversi componenti strutturali del telaio, realizzato in acciaio e fibra di carbonio vennero riprogettati per garantire un’adeguata rigidità torsionale in assenza del tetto. In particolare, fu impiegato uno speciale reticolo di irrigidimento sulla struttura del vano motore che, su richiesta, poteva essere realizzato in carbonio.
A protezione dell’abitacolo era previsto invece un soft top “R-top” progettato solo per un uso temporaneo, per esempio in caso di pioggia improvvisa, in grado di riparare gli occupanti entro una velocità massima di 160 km/h.
La Murciélago vuole correre. In occasione del Motor Show di Francoforte 2003, la Lamborghini ha presentato le Murciélago R-GT, versione da corsa della sua acclamata super sportiva.
La versione da pista è stata la risposta della Casa del Toro alla crescente domanda dei clienti di introdurre un’auto da corsa completa sulla base della Murciélago. La R-GT è stata sviluppata in partnership tra l’expertise della Reiter Engineering e alla divisione sportiva della casa madre Audi, Audi Sport: un’ennesima “prima volta”, con il debutto della Lamborghini nel motorsport internazionale dopo il suo impegno in Formula 1 alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 attraverso il “Customer Sports Program” che si occupa non solo della vendita delle auto da corsa ma anche dell’assistenza in pista.
Il debutto in pista. Con la Lamborghini Murciélago R-GT i clienti potevano competere in gare nazionali e internazionali del Campionato Europeo FIA GT o dell’American LeMans Series negli Stati Uniti. Disponibili dal 2004, le Murciélago R-GT sono state iscritte dalla Reiter Engineering (coinvolta, in seguito, nello sviluppo della KTM X-Bow) alle gare FIA del Campionato GT nell’ottobre 2003, debuttando all’Estoril il 5 ottobre e a Monza il 19 ottobre.