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Lancia Flavia: 65 anni di innovazione

Il 1960 fu un anno simbolo per il nostro Paese: le Olimpiadi di Roma e l’inaugurazione dell’aeroporto di Fiumicino segnavano l’ingresso dell’Italia sulla scena mondiale, tra entusiasmo e crescita economica. A Torino, intanto, Antonio Fessia alla direzione tecnica di Lancia lavorava a una rivoluzione: superare lo schema classico con motore anteriore e trazione posteriore, dominante da decenni. Nacque così la Lancia Flavia, prima vettura italiana di serie con questa architettura.

Innovativa in tutto

Il nuovo modello riportava Lancia nel segmento medio, assente dai tempi dell’Aprilia. Il motore era un particolare quattro cilindri orizzontale contrapposto, compatto ed equilibrato, installato a sbalzo davanti all’asse anteriore, con cambio e differenziale immediatamente dietro. L’intero gruppo meccanico era raccolto su un sottotelaio elastico ancorato alla scocca: una scelta raffinata che migliorava comfort e silenziosità, ma anche l’efficienza produttiva. Ma le innovazioni non finivano qui: adottava dei freni a disco sulle quattro ruote assistiti da servofreno, mai visti prima su una berlina italiana di serie.

Stile distintivo

Lo stile venne affidato a Piero Castagnero, che firmò una carrozzeria moderna e coraggiosa, lontana dagli stilemi tradizionali: una silhouette squadrata, con grandi superfici trasparenti, montanti sottili e angoli dolcemente arrotondati, tutte caratteristiche che rompevano gli schemi degli anni Cinquanta lanciandosi nei Sessanta. Inedito il tema trapezoidale della calandra e dei gruppi ottici binati leggermente aggettanti. Ovviamente, anche gli interni riflettevano questa impostazione innovativa: l’assenza del tunnel centrale liberava spazio per ben sei passeggeri disposti su panchette, l’abitacolo risultava così arioso grazie alle superfici vetrate estese e il bagagliaio, privo di ingombri meccanici, offriva una capacità superiore alla media. Particolarissimi i comandi a “tastiera” a fianco del volante.

Una vera regina

La Lancia Flavia fece il suo debutto al Salone di Torino del 1960. Sobria ed elegante, diede subito un’impressione di solidità costruttiva, anche se le sue linee avveniristiche furono inizialmente accolte con cautela. La gamma si aprì con il 1.5 litri da 78 CV, poi portato a 1.8 litri da 92 CV e saliti a 102 nella versione con iniezione meccanica Kugelfischer, capace di toccare di 170 km/h di velocità massima. La Flavia conquistò consenso per la sua tenuta di strada e la sicurezza superiore rispetto alle rivali, qualità particolarmente apprezzate sul bagnato e in condizioni di scarsa aderenza. Solida, moderna e all’avanguardia, la Flavia incarnò perfettamente il nuovo corso Lancia, fondendo ingegno tecnico e ricerca stilistica: un progetto che seppe unire eleganza e innovazione, lasciando un segno indelebile nella storia dell’automobile italiana.

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